martedì 23 dicembre 2008

Domande e risposte Alcamo-Bonn verso l'Apeiron

Ho avuto modo di dialogare via internet, ancora una volta ieri sera, con Violetta Impellizzeri dopo averla intervistata via telefono alcuni giorni prima. La conversazione è diventata sempre più interessante e coinvolgente. Non soltanto utile per approfondire alcuni aspetti di ciò che ha avuto modo di scandagliare con il telescopio e con i vari strumenti a sua disposizione, lì al Max Planck Institute di Bonn dove porta avanti la sua attività di studiosa. Ha infatti scoperto l'esistenza di onde elettromagnetiche emesse dall'acqua 11 miliardi di anni fa. Che cosa significa? "Ciò ci consente di conoscere l'Universo - spiega - com'era alle origini. Ed è sorprendente - sottolinea - avere testimonianze di questo tipo, considerato che secondo le teorie di gran parte degli studiosi l'acqua si sarebbe formata molto tempo dopo". La discussione si è poi spinta ben oltre l'astrofisica, per affrontare tematiche filosofiche ed escatologiche. E comunque, Violetta si dice "molto scettica sulla possibilità che esistano, almeno nella nostra galassia, altre forme di vita intelligente". Non è molto propensa, quindi, a credere nell'esistenza degli alieni. Ma che esista un Sommo Artefice dell'Universo e che anche dopo la nostra morte "non tutto vada perduto, ma si conservi - come lei stessa ammette - energia" sono argomenti che affascinano molto la giovane ricercatrice alcamese. A tal proposito abbiamo anche parlato di buddhismo, sfiorando il tema della reincarnazione. Ma in fondo, che si tratti di buddhismo o cristianesimo o quant'altro, importa relativamente: c'è Qualcosa che porta avanti alla perfezione l'Universo. Quindi, il destino ultimo della nostra esistenza, nonché la possibilità che il Tutto sia stato creato da un'Intelligenza suprema, sono temi che Violetta affronta con parecchio interesse, così come diventa intrigante studiare la mente. "Il funzionamento del cervello umano - osserva - è la cosa più misteriosa che esista. Più misteriosa del cosmo. Immagino che sia opera di un raffinatissimo Cervello che sia stato capace di generare l'Universo e la Vita". Di sicuro, se tutte le branche scientifiche cooperassero meglio per un proficuo scambio di saperi e di metodologie pratiche, la Scienza in generale sarebbe più al servizio dello Sviluppo. "Ma purtroppo oggi - dichiara con amarezza Violetta - non è così. Ci sono molte specializzazioni, ma troppi compartimenti stagni permangono nel mondo scientifico".
Ritengo opportuno riportare la parte finale della nostra conversazione, che si è andata sempre più incentrando su aspetti di carattere metafisico.
VIOLETTE: Quando ho iniziato l'Universitá credevo al potere del CASO, della statistica...
MASSIMO: E se invece esistesse un Ente supremo che governa il Tutto? E perché esiste ciò che noi definiamo "male"? Forse alla fine quest'Ente supremo trionfa sempre unendo a sè anche ciò che noi chiamiamo errore o male?
V.: "Sì, le leggi della fisica sono leggi. Il male è soggettivo, una bistecca è male per il vitello, e non per l'uomo. Ma il mondo è bello per tutte le creature.
M.: Secondo te, siamo noi esseri umani a creare la distinzione tra bene e male?
V.: Di questo non sono convinta. L'uomo per me è importante come gli altri animali... Anche se non sono vegetariana.
M.: Infatti, se fosse il contrario vivremmo nel caos totale. E l'uomo cerca di imitare Dio creando leggi, istituzioni, per stabilire un ordine, insomma, che però ancora è soltanto una pallida immagine dell'ordine universale. Nel frattempo, le dinamiche biologiche, fisiche, e la chimica proseguono. Continua il ciclo della vita...
V.: Siamo tutti figli di Dio, e tutti ci comportiamo a sua immagine e somiglianza, compresi gli animali. Sono d'accordo col tuo discorso, ma io ci metto anche gli animali, che forse riescono ancora a comportarsi nel rispetto di ciò che Dio ha creato: la Natura. Per Dio intendo la Natura stessa, o qualcosa di superiore, non necessariamente il Dio cattolico.
M.: Sono d'accordo, ma le guerre, le atrocità che si perpetuano, come si spiegano? Come processi incompiuti di questa tendenza all'ordine universale?
V.: Le catastrofi fanno parte della natura, l'Universo è violento.
M.: O comunque sono processi necessari all'esplicarsi di quest'evoluzione dell'Universo e quindi dell'Uomo stesso?
V.: I buchi neri sono violentissimi.
M.: Quindi non c'è speranza di uscire dal circolo vizioso?
V.: Sì. Credo di si. L'Universo, le galassie, la Terra.. tutto cambia e si muove. Quello che noi vediamo come una catastrofe..cioè il significato a una catastrofe, alle guerre, alla sofferenza.. glielo attribuiamo noi nella nostra piccola vita. Noi siamo nulla nell'Universo. Ma siamo TUTTO per noi stessi. Credo che questi due concetti siano entrambi giusti e non si contraddicano. L'Uomo è crudele, ma senza empatia e amore saremmo ancora più paurosi e devastanti... Un Dio ci deve essere per forza :)
Massimo Provenza

venerdì 19 dicembre 2008

La storia di un'alcamese che ha trovato l'acqua oltre le stelle

La notizia è stata pubblicata ieri sul Giornale di Sicilia in cronaca nazionale, anche con un mio articolo che riporta la mia intervista telefonica alla ricercatrice Violette Impellizzeri di Alcamo, la quale ha fatto la curiosa scoperta. L'edizione di ieri della prestigiosa rivista scientifica Nature ha dedicato un ampio servizio ai risultati di questi studi.

venerdì 12 dicembre 2008

"Meno campioni, più uomini. Il calcio per comunicare"

ALCAMO. Non soltanto un pallone calciato da un piede all'altro verso una porta e con la smania di vincere. Ma qualcosa di più profondo. Etica, solidarietà, comunicazione volta a promuovere la sana crescita delle nuove generazioni diffondendo la cultura del reciproco rispetto, della tolleranza, dell'interculturalità costruttiva in un mondo minato alle fondamenta da incomprensioni e da una gestione distruttiva degli ancestrali istinti. In sintesi, "Meno campioni e più uomini. Il calcio per comunicare". E' su questo tema che si è svolto ieri mattina al Centro Marconi il Primo convegno etico-sportivo organizzato dalla Scuola calcio Adelkam e dall'Associazione culturale "Gianluca Ferrara" (fondata da Santo Ferrara in onore del figlio prematuramente deceduto) promotrici di un protocollo di collaborazione tra allenatori e famiglie dei giovanissimi atleti. E ieri sera al Teatro Cielo d'Alcamo è stata presentata la ventiduesima edizione del "Trofeo Costa Gaia", il torneo internazionale di calcio giovanile a cui quest'anno prende parte anche l'Inter, oltre a Torino, Palermo, Reggina, Catania, Fiorentina, Crotone, Empoli, tra un centinaio di formazioni composte da calciatori "in erba" con guide tecniche, dirigenti e famiglie al seguito, a riempire gli hotel di Alcamo e degli altri centri tra Palermo e Trapani e sui cui terreni di gioco dal 2 al 6 gennaio si svolgerà la competizione. Quest'anno, lo ricordiamo, il "Costa Gaia" si realizza con la collaborazione della Conad (si chiamerà infatti "Conad Cup") e con il patrocinio del Senato (4 mila 500 euro) su interessamento del senatore Nino Papania. Nelle foto, alcuni momenti della cerimonia di presentazione, con i giornalisti Italo Cucci, Nadia La Malfa, Giuseppe Maniscalchi, Vito Zinnanti, il direttore sportivo del Palermo, Walter Sabatini con i calciatori rosanero Fabrizio Miccoli e Fabio Liverani, Santo Ferrara, Salvatore Bonino presidente dell'Adelkam, i sindaci di Alcamo e Salemi, rispettivamente Giacomo Scala e Vittorio Sgarbi.

lunedì 3 novembre 2008

Stiamo preparando "Alcamo in chiaro"

Ci siamo. Procedono le prove tecniche per realizzare il nuovo webmagazine: ne stiamo predisponendo intanto la veste grafica. Abbiamo deciso di chiamarlo "Alcamo in chiaro" e ringraziamo l'anonimo suggeritore di questo nome. Chi è interessato a collaborare per dare corpo a questo progetto (vedi i post pubblicati il 14 giugno e il 10 ottobre), può iniziare a inviare i suoi elaborati alla mia casella di posta elettronica. Si tratta di un sito web contenente filmati con servizi e articoli giornalistici di approfondimento e su svariate tematiche, un'ampia sezione dedicata ai giovani e un'altra contenente importanti documenti d'archivio, nonché un blog, e una web radio. Una rivista telematica, insomma, ancora in fase sperimentale prima di diventare una testata giornalistica a tutti gli effetti, che intanto abbracci l'intera realtà del territorio di Alcamo e del suo comprensorio. La redazione è curata da me, e pubblicherò anche servizi e interviste video e audio da me realizzati e che saranno pubblicati con cadenza settimanale. Vaglierò con attenzione ogni vostro scritto che mi proporrete per realizzare il blog. Tante sono le aree tematiche che si possono affrontare: giovani, attualità, politica, arte, scienza e tecnologia, storia, ambiente e agricoltura, medicina, economia, sport, psicologia, informatica, cinema, televisione, istruzione, architettura, internet, costume, moda, letteratura, teatro, sociologia, alimentazione...aggiungete voi. Non saranno pubblicati scritti anonimi (tranne che eventualmente come commenti sul blog). La lunghezza di ciascun post non potrà superare il limite di 5 mila battute. Gradirei che ogni collaboratore mi fornisca anche un suo recapito telefonico.
Massimo Provenza

martedì 28 ottobre 2008

Mafia e racket, arrestati nove alcamesi

Mafia ed estorsioni. Arrestati 9 alcamesi tra cui Diego e Ignazio Melodia, e il consigliere provinciale Pietro Pellerito. Indagato anche Vito Turano, ex sindaco di Alcamo e padre dell'attuale presidente della Provincia di Trapani, Mimmo.

ALCAMO. (*mapr*) Numerose persone, tra familiari e conoscenti degli arrestati nell'operazione di ieri, oltre naturalmente alla stampa, ai fotografi e agli operatori televisivi. Si è presentata così, in una tranquilla mattina assolata di un lunedì di fine ottobre, ovvero ieri intorno alle 9,30, piazza Garibaldi, di fronte alla caserma dei Carabinieri, così come piazza Libertà davanti al Commissariato di Pubblica sicurezza. Ormai la voce si andava spargendo in tutta la città. E cioè che la reggenza di cosa nostra alcamese ha subìto un duro colpo dalle Forze dell'Ordine. Il blitz è scattato nottetempo, tra le 2 e le 2,30. Nessuno tra tutti i nove finiti in manette ha opposto resistenza sia ai militari che ai poliziotti. Fino alle 9 poche persone sostavano nella piazza
antistante la caserma. Ma nel giro della successiva mezz'ora, lo spazio verde e le strade attorno si sono riempiti di gente: i familiari in prima fila davanti alla caserma, tutti gli altri dietro e sui marciapiedi in corso dei Mille. Parecchi volti tirati, tutti rivolti verso il portone d'ingresso dell'edificio militare. Altri invece sorridenti. In attesa degli sviluppi delle indagini relative a quest'operazione antimafia portata avanti con un'attività congiunta da parte dei militari dell'Arma e da parte della Polizia. Un'atmosfera che è sembrata fare ritornare indietro di alcuni anni. Perché ad Alcamo, dopo circa un decennio di calma apparente e dietro il finto aspetto di territorio tranquillo, regno della legalità a parole, si nasconderebbe sempre il boss sconosciuto e conosciuto al tempo stesso, ma che tutti avrebbero paura di denunciare. Si nasconderebbe il malaffare, si nasconderebbero gli imbrogli intessuti agli alti livelli della politica, a danno degli onesti cittadini lavoratori, che vorrebbero tanto denunciare ma non ne hanno il coraggio perché altrimenti rischiano di finire con le ossa rotte ad opera dei mafiosi. Malavita, politica, ricatti, estorsioni: le indagini di Polizia e Carabinieri al momento parlano chiaro, in attesa di fare maggiore chiarezza su questi presunti intrecci. Ore 10. Dentro la caserma ci sono quattro degli arrestati. Fuori, altrettante volanti, assieme ad altre parcheggiate una dietro all'altra in attesa di sgommare con le sirene spiegate verso il Commissariato di Pubblica sicurezza, dove stazionano con parenti e conoscenti gli altri destinatari delle misure di custodia cautelare. E dal Commissariato verso Palermo, dove le porte del carcere li attendono. Alle 10,30 ecco spalancarsi il portone della caserma. Flash e teleobiettivi immortalano il momento in cui gli arrestati vengono condotti a bordo delle volanti. Si va al Commissariato. Scena analoga lì, in piazza Libertà. Familiari e amici degli arrestati salutano i loro cari che stanno per essere trasportati a Palermo. Li salutano sorridendo, "fiduciosi nella giustizia". La gente perbene elogia l'operato delle Forze dell'Ordine. Appena un mese fa, i carabinieri avevano concretizzato la vasta operazione antidroga denominata "Piazza Pulita". Un'indagine complessa di cui non si escludono ulteriori e clamorosi sviluppi.
Massimo Provenza
(cfr. l'edizione odierna di Trapani del Giornale di Sicilia)

venerdì 10 ottobre 2008

Nuovo giornale online: come vogliamo chiamarlo?

Un anonimo lettore (sarebbe bello se ci svelasse la sua identità) ha suggerito di chiamarlo "Alcamo in chiaro". Ma mentre fervono i preparativi per dare vita al nuovo giornale online a cui ho accennato nel post del 14 giugno scorso, si accettano ulteriori proposte per il nome da dare a questa nuova testata. Vi ricordo che si tratta di un sito web di approfondimento dell'informazione locale con ampie rubriche dedicate a vari argomenti e al mondo dei giovani. Spazio dunque alla vostra inventiva, purché sia attinente e originale...
Massimo Provenza

martedì 30 settembre 2008

Contraddizioni nel mondo del giornalismo

E' un mondo complicato, quello del giornalismo. In cui ognuno deve accontentarsi dei suoi spazi ma talvolta ha anche l'opportunità di occuparsi di tanti argomenti. Ci si può ritenere fortunati e soddisfatti, se si ha la possibilità di scrivere tanto e ogni giorno nel caso in cui ci si occupi di carta stampata oppure di lavorare molto in tivù o in radio o sul web.
Ma un vero giornalista ha anche il dovere di dire le cose come stanno. E cioè che il giornalismo è un lavoro in cui non si vive soltanto di proprie firme stampate in calce o di immagini, ma anche di quotidiane lotte per non lasciarsi calpestare né abbindolare dall'ipocrisia di chi vorrebbe far capire che la mafia e lo sfruttamento siano presenti soltanto in altri ambiti lavorativi.
Si possono fare alcuni esempi. Esistono infatti giornalisti che risultano corrispondenti da determinati luoghi per importanti agenzie di stampa nazionali o quotidiani, senza in realtà essere corrispondenti, poiché si trovano altrove. Esistono giornalisti che vengono a conoscenza di determinate notizie più tardi rispetto a chi opera in un determinato luogo e continuano a lavorare come corrispondenti d'agenzie di stampa. Talvolta, si concedono il "lusso" di pubblicare dati che non corrispondono a ciò che l'onesto cittadino vuole sapere. Esistono giornalisti che realizzano servizi per emittenti locali leggendo al microfono, senza cambiare neppure una parola, gli articoli di giornale scritti da altri cronisti (eh già, la fretta di andare in onda suggerisce di scopiazzare senza ritegno...). Mentre al contrario esiste chi si assume dei rischi lavorando seriamente e con correttezza per un giornale. Esiste chi va a caccia di notizie e non si accontenta dei comunicati che giungono alla redazione centrale, eppure viene pagato una miseria. Perché esistono direttori di giornali ma soprattutto editori che se ne infischiano di chi cerca in tutti i modi di far valere i diritti dei giornalisti più giovani e capaci, anche se questi ultimi contribuiscono non poco alla vita di quel giornale e soltanto in minima parte ne ricevono un adeguato riconoscimento o compenso.
Si tratta di considerazioni che valgono in generale, e senza alcun intento polemico da parte di chi scrive questo post. Chi ha un minimo di esperienza insegna a sopportare anche una lunga gavetta, tenendo sempre alto lo sguardo e senza mai dimenticare di avere dignità, sapendo di lavorare al servizio della gente del luogo in cui si opera, e non al servizio di altri interessi meschini. Rimane un dato di fatto che un giornale vive anche, soprattutto, grazie all'impegno dei corrispondenti veri e alla conseguente fiducia dei lettori.

martedì 9 settembre 2008

Da Alcamo e dintorni, il punto sulla vendemmia

Plurisecolare motore dell'economia alcamese, la vendemmia, che lo scorso anno a causa della peronospora fece registrare magri risultati, quest'anno dovrebbe attestarsi, secondo le previsioni degli esperti, ai livelli del 2006. Alcamo, città del vino, che vanta un terzo della produzione vitivinicola del Trapanese (che a sua volta copre il 50 per cento di quella siciliana), per questo tipo di attività ormai conta soprattutto sulla manodopera degli immigrati nordafricani e dell'Est europeo. Al rinomato vino Bianco d'Alcamo è riconosciuta sin dal 1972 la denominazione d'origine controllata. L'uva raccolta viene conferita nelle varie cantine sociali situate tra il territorio alcamese e quelli limitrofi (Fiumefreddo, Sant'Antonio, Saraceno, San Francesco di Paola, Kàggera, Condor) e nelle altre aziende private. "Ma nel nostro territorio le cantine sociali negli ultimi anni - evidenzia Gaspare Calvaruso della cantina Sant'Antonio - stanno subendo una crisi irreversibile (ogni anno i soci diminuiscono del 20 per cento), che le porterà molto presto a chiudere i battenti, con conseguente vantaggio per i privati. Fino a quando Alcamo vendeva vino da taglio, le cose andavano bene. Adesso i costi di produzione si sono innalzati a dismisura. Ormai la Spagna e l'Argentina ci surclassano. E va soprattutto ricordato che siamo obbligati a portare le vinacce lontano, ovvero alla distilleria Trapas di Petrosino". Molti produttori alcamesi ormai preferiscono estirpare le vigne per sostituirle con altri tipi di colture.
Si può comunque affermare che, con la scarsa produzione del nord e le nuove distillazioni, il mercato del vino dovrebbe stabilizzarsi sui 2,5-3,5 euro grado alcolico per ettolitro e i consumi di vino aumentare, tali da smaltire le giacenze e la nuova produzione. In base ai dati forniti dall'assessorato regionale all'Agricoltura, la superficie vitata sul territorio di Alcamo si estende per oltre 5 mila ettari, a cui vanno aggiunti i terreni di proprietà di alcamesi sui territori di Calatafimi e Monreale per un totale di circa 8 mila ettari. "Quest'anno - riferisce Giuseppe Gambino dell'ufficio alcamese dell'assessorato - si prevede una vinificazione ad Alcamo pari ad almeno 700 mila ettolitri, e va ovviamente aggiunto a questa quantità il mosto conferito in altri Comuni. Alcamo è rimasta fedele ai vitigni autoctoni (80 per cento bianchi, 20 per cento rossi). Il comparto vitivinicolo contribuisce alla produzione lorda vendibile agricola per il 15 per cento, mentre risultano oltre 21 mila ettari di reimpianto in portafoglio in attesa di essere utilizzati. Resta il fatto che negli ultimi otto anni, c'è stato in Sicilia un decremento da 138 mila a 120 mila ettari di superficie vitata". In base ai dati dell'Istat aggiornati al 10 gennaio 2008, si tratta per l'esattezza di 119 mila 893 ettari sparsi in tutta l'Isola, di cui 76 mila 906 (ovvero il 64 per cento) di uve bianche, e 46 mila 839 ettari di uve nere. In provincia di Trapani, su cui insiste appunto oltre il 50 per cento della superficie vitata regionale (68 mila 780 ettari, seguono le province di Agrigento e Palermo), tra il 2000 e il 2006 si è registrata una produzione media di 9 milioni di quintali di uva, scesa sensibilmente nel 2007 a causa della peronospora. Tornando ai dati complessivi siciliani, il tipo di uva più diffuso è il catarratto (38 mila 079 ettari, ovvero il 31,8 per cento), seguito dal Nero d'Avola (19 mila 304 ettari, cioè il 16,1 per cento) e poi trebbiano, inzolia, grecanico, sirah.
Massimo Provenza
(cfr. il mio articolo pubblicato il 2 settembre 2008 nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia)

sabato 14 giugno 2008

Voglio fondare un nuovo giornale

Voglio fondare un nuovo giornale in cui si parli innanzitutto di Alcamo e dintorni, e che spazi sulle più svariate tematiche: approfondimento della cronaca, inchieste, economia, cultura, arte, storia, scienza, tecnologia, società, intrattenimento, sport. Un giornale che sia realizzato da pochi ma buoni giornalisti e non da politicanti. Un giornale portato avanti, insomma, da gente seria che sappia documentarsi "in loco" e con l'intenzione di lavorare in modo professionale. Intendo dare voce anche ai più giovani con una rubrica dedicata proprio a loro. Per realizzare questo progetto, conto sul supporto di inserzionisti. Non intendo percepire contributi da enti pubblici. Contattatemi.
Massimo Provenza

Visitate questo blog. E' molto importante

http://blog.libero.it/FABIOGAMBINO/

Aiutiamo Fabio.

martedì 3 giugno 2008

Discutendo di mafia

"Oggi la mafia non è più coppola e lupara. La mafia è immersa negli affari, nel potere, nelle istituzioni. Talvolta si presenta con un volto insospettabile". Esprimeva questo lucido concetto, l'altra sera Lirio Abbate, il collega dell'Ansa nonché collaboratore de La Stampa di Torino, nel corso di un incontro ad Alcamo per presentare "I complici", il suo libro scritto a quattro mani con Peter Gomez. Lirio Abbate è stato minacciato più volte e vive scortato dalla polizia. E' stato l'unico giornalista ad assistere alla cattura di Bernardo Provenzano nel 2006 e a riportarne tutti i particolari svelando poi gli intrecci del criminale corleonese con la politica. Lo scorso mese di settembre a Palermo, gli agenti hanno sventato un attentato preparato davanti alla sua abitazione. Il boss Leoluca Bagarella, nel corso dell'udienza di un processo in cui era imputato, gli ha poi lanciato nel mese di ottobre un proclama intimidatorio per alcune notizie riportate sull'Ansa.
Personalmente, ho avuto modo di conoscere per la prima volta Lirio Abbate e altri ottimi giornalisti quali Franco Nuccio, Lara Sirignano, Ruggero Farkas, Sandra Rizza, Peppino Lo Bianco tanto per citarne alcuni, quando lavorai nella redazione dell'Ansa di Palermo per due mesi di stage, all'inizio del 2004, seguendo ogni giorno avvenimenti vari di cronaca cittadina. Ma questo è un altro discorso.
Ciò che intendo sottolineare è che se prima la criminalità organizzata, alimentandosi grazie alla paura al silenzio degli onesti cittadini, passava all'attacco sparando, piazzando bombe e facendole esplodere, oggi ha molto meno bisogno di ricorrere a mezzi rudimentali, plateali e rumorosi per farsi sentire. Di certo, l'attentato a Lirio Abbate è stata la dimostrazione che non del tutto è cambiata la strategia comunicativa che la mafia adotta per imporsi. E del resto, gli attentati intimidatori si susseguono, imprenditori vengono minacciati e spesso anche uccisi. Lo stesso vale per quegli operatori dell'informazione che con audacia si spingono molto in là per scoprire e denunciare le collusioni tra la politica e il malaffare, tra le istituzioni e i cosiddetti sistemi deviati. Insomma, i giornali riportano tutt'oggi queste notizie, in Italia più che altrove. Anche se qualcosa è cambiato rispetto a ciò che si verificava fino alle stragi del 1992 e '93.
Ad ogni modo, la mafia non è un fenomeno esclusivamente siciliano e italiano. O meglio, assume diverse vesti nei vari contesti sociali, economici, politici e geografici in cui agisce, ma non varia, grosso modo, la sua sostanza: sia che si chiami mafia o stidda o 'ndrangheta o sacra corona unita o camorra o mafia russa o del Brenta o cinese o giapponese o colombiana o italo-americana eccetera. Il traffico di droga, di armi, l'estorsione e lo strozzinaggio, compreso quello legalizzato, occupano la leadership nell'ampia gamma dei modi in cui il sistema mafia si sostenta, creando vertiginosi squilibri sociali, forme di prevaricazione insostenibili e di violenza morale se non fisica. La mafia s'infila negli Uffici tecnici, negli ospedali, nelle aziende, negli appalti, nel mondo della formazione, nello sport, nei Palazzi del Comune, della Provincia, della Regione, dello Stato. Con il risultato che la società è come un pentolone sempre più ribollente e pronto a scoppiare? Chissà. La società è sonnolenta, per dirla con Lirio Abbate. E c'è molta teatralità in giro. Parlavamo proprio di questo, l'altra sera. Nel senso che in molti, da qualche tempo, sono sempre pronti a sfilare per la legalità. Come se ciò fosse diventato una moda. Ma quanti, davvero, ci credono e la mettono in pratica, la legalità?
Tutti pretendono tutto da noi giornalisti. Il substrato sociale su cui lavoriamo, però, è tutt'altro che un terreno fertile per lo sviluppo di una cultura più umana e di una vita più dignitosa per tutti.
Massimo Provenza

lunedì 2 giugno 2008

Sessantadue anni di Repubblica italiana

Oggi la Repubblica italiana compie 62 anni. Il 2 giugno 1946, infatti, con un referendum istituzionale gli italiani decisero di trasformare l'Italia da monarchia a repubblica (12 milioni 717 mila 923 voti contro 10 milioni 719 mila 284), con la conseguenza che il Re d'Italia Umberto II di Savoia venne esiliato.
Ma leggendo un articolo di Renato Mannheimer per il Corriere della Sera, rimango parecchio colpito. Il pezzo s'intitola "2 giugno, un italiano su tre non sa cos'è. L'identità nazionale conta soltanto per il 45 per cento dei cittadini". Mi permetto di riportare una parte di quest'articolo:

Occorre ricordare (...) che proprio l’identità e l’orgoglio nazionale mobilitano (ed emozionano) sempre meno gli italiani. Se ne ha una prova indiretta dalle risposte dei cittadini al quesito sul legame maggiormente sentito tra quelli comunale, provinciale, regionale, italiano o europeo. Solo il 45% degli intervistati — vale a dire significativamente meno della metà — dichiara che, dovendo scegliere tra queste diverse identità, la più rilevante è quella nazionale, l’italiana. Gli altri distribuiscono la loro priorità in contesti diversi: la maggior parte (22%) si sente legata soprattutto al comune in cui abita e una quota minore (12%) dichiara di identificarsi di più con la propria regione o con l’Europa intera. Anche in questo caso, si sentono più «italiane» le persone meno giovani, mentre l’opposto accade per le generazioni più recenti. C’è inoltre una, forse scontata, notevole differenziazione in relazione all'orientamento politico: il sentimento di appartenenza all’Italia appare assai meno accentuato (38%) tra gli elettori della sinistra e del centrosinistra, anche perché specie tra costoro si diffonde in misura maggiore (giungendo al 18%) il senso di identità con l’Europa. Ma l’elemento più indicativo dello stato attuale del sentimento di identità nazionale è la drastica diminuzione nel tempo della sua diffusione. Quattro anni fa, nel 2004, era ancora la maggioranza, seppur di poco (52%), a privilegiare, tra le diverse possibili identità territoriali, soprattutto quella italiana. L’anno scorso questo stesso atteggiamento coinvolgeva esattamente il 50%. Oggi, come si è detto, siamo scesi al 45%. Il trend costituisce un ulteriore indicatore dell'estendersi del più generale senso di sfiducia degli italiani nei confronti del loro paese. E, in certi casi, delle sue istituzioni.

mercoledì 28 maggio 2008

"Bellezze" al sole, sopra e sotto la ferrovia







ALCAMO MARINA. Queste foto, scattate stamattina, testimoniano (da sinistra in alto e in senso orario):
1) lo stato di precarietà in cui versa da quasi due anni il cavalcavia pedonale di contrada Catena, che consente di raggiungere la spiaggia dalla strada statale 187 attraversando la ferrovia;
2,3,4) il completo abbandono in cui è stato lasciato il sottopassaggio scavato in contrada Ex Fermata treno, che del resto è stato costruito con un'altezza proibitiva per gli automezzi di emergenza, e la muraglia degli orrori costruita lungo la stradella che conduce alla Battigia.
"Presto interverremo per rimettere a nuovo il cavalcavia e per completare il sottopassaggio", ripete da oltre un anno l'amministrazione comunale alcamese. Molto probabilmente, proprio su questa situazione, domani scriverò il mio duemilacinquecentocinquantesimo articolo sul giornale. Pubblicando queste immagini e scrivendo questo post non intendo disincentivare i pochi turisti che vengono ad Alcamo Marina per giunta trovando la spiaggia sporca fino a luglio inoltrato (e d'altra parte tutta la zona del Golfo di Castellammare offre località meravigliose da visitare e da godere). Il mio è soltanto un modo di aiutare a riflettere qualcuno che abbia un minimo di buon senso.
Massimo Provenza

Alcamo, le elezioni del maggio 2007

Un anno fa, si presentò uno dei più impegnativi banchi di prova della mia gavetta professionale di cronista: seguii infatti per il Giornale di Sicilia le elezioni amministrative comunali alcamesi. Mi va di ricordare quel periodo di particolare fervore in tutta la città di Alcamo. Ecco cosa scrissi il 15 maggio 2007:

ALCAMO. (*mapr*) Comizi e riunioni in chiusura della campagna elettorale. Vigilia vissuta in un clima di grande attesa. Domenica 13 maggio, la prima giornata di votazioni: poco prima della chiusura dei seggi, ha votato oltre il 60 per cento di chi ne ha diritto. La notte è calda, ad Alcamo, dove sembra arrivata l’estate. Ancor più caldo è il lunedì successivo. Poco dopo le 15, si evince che in media ha votato oltre l’80 per cento degli elettori alcamesi. Già intorno alle 16, facendo un giro da una scuola ad un’altra dove sono disseminate le varie sezioni elettorali, esce fuori qualche dato. Intanto è evidente, sin dalla tarda mattinata, l’elevata quantità di votanti, a dimostrazione della grande partecipazione dei cittadini alcamesi a queste amministrative. Una grande partecipazione che senza dubbio è stata determinata dalla presenza, nelle varie liste, di oltre quattrocento candidati in tutto. Tantissimi di questi sono giovani e in cerca di affermazione nel campo del lavoro: molti di essi non mostrano di provare remore ad ammettere di essersi candidati "per trovare uno sbocco lavorativo", "perché è troppo difficile trovare occupazione", "perché la politica offre tante opportunità". Poco importa, dunque, se oggi ad Alcamo ci si candida anche senza avere alle spalle esperienze professionali o politiche. Non è infrequente che una stessa famiglia si trovi divisa nella scelta: all’interno di un nucleo familiare capita infatti che c’è chi vota per un candidato della coalizione di centrosinistra e chi invece manifesta la propria preferenza per un candidato del centrodestra, a testimonianza della vitalità della democrazia. Non sono pochi i cittadini che sperano nella realizzazione di un ideale di sana amministrazione da parte di chi scende in campo per la prima volta, e non sono in pochi a ricordare che "amministrare significa essere al servizio dei cittadini".
Presidenti di seggio al lavoro, schede disposte sui banchi, scrutinatori impegnati senza sosta, persone accalcate per assistere alla loro attività di lettura delle schede che è il primo passo per l’elaborazione dei dati elettorali. Fa caldo, dentro le scuole, lungo le strade, nei vari comitati. Di questi, il primo ad animarsi di gente nel primo pomeriggio è quello di Giuseppe Benenati, nel viale Italia. Lì, poco dopo le 13, Benenati con un’aria un po’ stanca un po’ pensierosa ma trepidante si era limitato ad affermare "Aspettiamo", con un sorriso. E’ alle 17 che si comincia a respirare aria di ballottaggio tra Giacomo Scala e Giuseppe Benenati. Il comitato di Scala, nel corso VI aprile, si va affollando gradatamente. Del sindaco uscente, nessuna traccia, neppure al telefonino. Qualche suo amico assicura che "Scala si farà vedere non appena ci saranno dei dati certi. Anche nelle precedenti elezioni aveva fatto così". L’ago della bilancia è Caterina Stellino, appoggiata dai Verdi protagonisti della "rottura" con Scala: nessuno dei candidati va, per il momento, oltre il cinquanta per cento. Nella maggior parte dei seggi, a primo acchito, si era riscontrato un sostanziale equilibrio nella partita tra Scala e Benenati, ma col passare delle ore il candidato della Margherita si attesta in vantaggio. "Stiamo vivendo con tranquillità questi momenti", afferma Caterina Stellino mentre il computer sul tavolo del suo comitato mostra le prime proiezioni.


Ed ecco il mio pezzo inviato alla redazione poco dopo le 18 del 28 maggio di un anno fa:

ALCAMO. (*mapr*) In lacrime. Sia Nino Papania che Giacomo Scala. Sono quasi le ore 18. Alle 17,45 Scala è appena giunto in piazza Ciullo, dove lo attendono centinaia e centinaia di sostenitori. Tra questi, Papania e Massimo Fundarò con Caterina Stellino per i Verdi e tutto l’entourage amministrativo di centrosinistra con Massimo Ferrara. I risultati del ballottaggio Scala-Benenati sono ancora parziali, poco prima delle 18, e indicano Scala in vantaggio su Benenati con una percentuale di voti pari al 52,58 per cento. Ma è ormai evidente la situazione. Tanto evidente da fare scoppiare in lacrime, sul palco allestito per loro, Scala e Papania. Anche Fundarò e la Stellino sono visibilmente emozionati. Intorno alle 18,30 i dati definitivi: per Scala hanno votato 14.665 alcamesi, il 52,18 per cento, mentre Benenati ha ottenuto 13.439 consensi, pari al 47,82 per cento. Con la conferma di Scala nel ruolo di primo cittadino, due posti di consigliere comunale saranno occupati rispettivamente da Salvatore Trovato (Dc) e da Domenico Parisi (Area democratica) per un totale di diciotto consiglieri facenti parte dell’Unione . Alla domanda: "Che messaggio lancia a chi ha votato per Benenati?", Scala risponde "Sarò il sindaco di tutti. E’ la vittoria della gente perbene". Il commento di Caterina Stellino: "Adesso viene il bello. Siamo pronti ad amministrare". Alle 18,10 Scala si affaccia al balcone del Municipio: "Avrei un desiderio. Vorrei andare da Maria Santissima dei Miracoli". E allora tutti verso il Santuario. Benenati, nel suo comitato stracolmo di gente, si limita a dire amaramente "Ho perso".
Si chiude dunque la battaglia. Toni accesi fino all’esplosione di violente invettive contro l’avversario hanno caratterizzato una campagna elettorale densa di "colpi alti e bassi" fino all’ultimo minuto dei tempi regolamentari, di defezioni e di clamorosi scambi e nuovi accordi fino all’ultimo secondo dei supplementari. Ai calci di rigore si è deciso tutto. A "battere dagli undici metri" hanno provveduto i cittadini a suon di matita e di "x" sulle schede elettorali. (...) Molti alcamesi indicano che "bisogna puntare su una maggiore efficienza dell’Ufficio tecnico comunale, che negli ultimi anni ha posto troppi ostacoli a parecchie iniziative costruttive dei cittadini", che "il precariato è un fenomeno che sta diventando asfissiante", che "la cura di tutto il territorio, Alcamo Marina compresa, è in ogni momento indispensabile" che "Scala deve sempre tenere a mente, al di là delle cose che ha fatto mettere in pratica (ed era legittimo che lo facesse), che il ruolo di primo cittadino è un ruolo di servizio allo sviluppo della città e al bene comune". Su questi punti, Scala e Papania annunciano "un forte impegno per migliorare e imparare dalle eventuali insufficienze nel corso dell’amministrazione precedente".


Caterina Stellino, vicesindaco e assessore, oltre che punto di riferimento della vita socioculturale alcamese per tanti anni, è deceduta lo scorso 24 maggio. Avrebbe compiuto 49 anni il 9 giugno. Ha affrontato e sopportato per oltre due anni, con grande coraggio, un male incurabile.
Massimo Provenza

domenica 25 maggio 2008

Gocce nell'oceano



Siamo gocce nell'oceano dell'Universo.

giovedì 22 maggio 2008

Un uomo solo, contro l'oscurità nella terra del sole


Avevo neppure tredici anni. Ero a casa di mia zia, appena tornato da una festa di matrimonio. Dalla tivù, la sigla del telegiornale irruppe ad un orario insolito. Un'edizione straordinaria. L'annuncio di un fatto molto grave. Le immagini di quelle auto distrutte e di quell'autostrada esplosa e riconoscibile soltanto guardando i cartelli segnaletici. Di quell'autostrada sulla quale con i miei genitori e i miei fratelli avevo viaggiato tante volte. Rimasi sbigottito. Capii in poco tempo il significato di quella notizia per la Sicilia e per l'Italia intera. L'indomani, i giornali dedicarono almeno la metà delle pagine complessive a quella durissima, sconvolgente realtà.
Non dimentico le immagini dei funerali, il lunedì successivo. Ero a scuola. Diverse classi tutte riunite nella nostra aula ad assistere in silenzio alle esequie in diretta televisiva. Non dimentico la rabbia della gente, furiosa nei confronti dei politici. Non dimentico il pianto e le commoventi, lucide, fortissime parole di Rosaria Costa, la vedova di Vito Schifani, uno degli uomini della scorta rimasti uccisi: «A nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non)... ma certamente non cristiani... sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare...... ma non cambiano!»
Da qualche anno i nomi di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro sono ben visibili sulla stele al margine della carreggiata autostradale, proprio nel punto in cui si consumò la strage di Capaci. In questi sedici anni, i loro nomi sono stati stampati e ristampati sui giornali, sui libri. I loro nomi li troviamo su internet. I loro nomi, ma soprattutto i perché (o i tentativi di trovare i perché) della loro morte, viaggiano attraverso i documentari e le bocche e gli scritti di giornalisti, politici, esperti di tutto il mondo e cittadini comuni che intervengono nei dibattiti sulla mafia e sugli intrecci tra politica e sistemi deviati a livelli nazionale e internazionale. Giovanni Falcone e i suoi collaboratori lavoravano per una Sicilia libera e più bella. E non soltanto per la Sicilia.
Non ho mai avuto modo di conoscerlo direttamente, Giovanni Falcone. Le sue doti migliori e la sua opera mi sono state raccontate da persone più grandi di me. Lo immagino sempre vivo, con la sua umanità e la sua dignità. Penso a come Giovanni Falcone trattava i collaboratori di giustizia: sapeva trarre il meglio dal peggio della natura umana. Il messaggio e il sacrificio suo, di Francesca, di Vito, di Rocco e di Antonio continuano ad illuminare qualcuno che crede ancora in una vita più giusta, in un ideale che è come un raggio rischiarante dall'oscurità di un mondo dominato dalla cultura della prevaricazione, della forza bruta, della morte. Quell'oscurità contro cui Giovanni Falcone lottava, da solo, nella terra del sole.
Massimo Provenza

lunedì 19 maggio 2008

Povera Italia

Napoli insegna.
Oppure no?

domenica 18 maggio 2008

1980. La marcia per lo Zingaro

Sono passati ventotto anni da quella mattina del 18 maggio 1980, allorché una marcia pacifica, composta da circa seimila persone amanti della natura e organizzata da Associazione dei forestali di Sicilia, Club alpino siciliano, Italia Nostra, Wwf, Legambiente e altri enti ambientalisti, partì dal baglio di Scopello per chiedere che venisse istituita una Riserva naturale orientata tra Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo. L'appello venne sottoscritto da giornalisti, uomini di cultura, politici, scienziati, sportivi, magistrati, sindacalisti e da semplici cittadini, e indirizzato alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. Un appello che non rimase senza risposta: il 6 maggio 1981 con la legge regionale n. 98 venne istituita la Riserva naturale orientata dello Zingaro, la prima in Sicilia.
Nella foto a lato, l'ingresso della Riserva

Inter e Del Piero campioni d'Italia

Come la Juve nel 1997, il Milan nel 1999 e la Lazio nel 2000, i nerazzurri festeggiano con il tricolore il secolo di vita. In questo istante il sito internet del club di via Durini è in tilt. Per oltre un'ora la Roma ha accarezzato il sogno di vincere il suo quarto titolo di Campione d'Italia dopo quelli del 1942, 1983 e 2001. Poi però ci ha pensato Ibra a salvare Morattilandia e ad evitare che il numero 16, pronto a campeggiare sullo scudettone biancorossoverde da esporre al Tardini a fine match e in piazza Duomo a Milano in serata, evaporasse lasciando il posto ad un 4 per via non di un'operazione aritmetica bensì di un sorpasso storico.
Stavolta non è finita come nel 2002 (si ricordi il 5 maggio, non quello di Manzoni...) o come nel 2000 (Juve battuta sotto il diluvio a Perugia) o come nel 1999 (quel Milan di Zaccheroni in rimonta sulla Lazio) o come nel 1973 (Juve vittoriosa all'Olimpico, Lazio sconfitta al San Paolo, Milan distrutto a Verona) o come nel 1967 (tredicesimo scudetto juventino a spese dell'Inter beffata a Mantova). Si possono ricordare tanti altri duelli incastonati nell'archivio delle emozioni della Serie A: quelli tra Juve e Inter nel 1998, tra Juve e Parma nel 1997 e nel 1995, tra Sampdoria e Inter nel 1991, tra Milan e Napoli nel 1990 e nel 1988, tra Inter e Napoli nel 1989, tra Juve e Roma nel 1986, nel 1983 e nel 1981, tra Juve e Fiorentina nel 1982, tra Milan e Perugia (il mitico Perugia di Castagner rimasto imbattuto) nel 1979, tra Juve e Lanerossi Vicenza nel 1978 e Torino nel 1977 e nel 1976. Altri tempi, quelli in cui tra il 1987 e il 1997 passavo pomeriggi domenicali ascoltando le radiocronache delle partite a "Tutto il calcio minuto per minuto". Ancora non c'erano le pay-tv. La meravigliosa voce roca di Sandro Ciotti, il grande Enrico Ameri, l'appuntamento delle 18 e 10 con "Novantesimo Minuto" di Paolo Valenti e la mattina durante la ricreazione con le figurine Panini da scambiare tra i banchi di scuola giocando a "Ce l'ho... Mi manca".
Oggi, mentre ogni impresa giallorossa si è rivelata vana, il Catania si è assicurato la salvezza, per giunta andando a pareggiare. La Fiorentina di Prandelli va in Champions, il Milan deve accontentarsi di giocare la prossima stagione in Coppa Uefa, l'unico trofeo che ancora non è presente nella bacheca rossonera. Il Parma torna in B dopo diciott'anni. La Juventus, oltre al primato dei gol segnati condiviso con la Roma, si gode l'apoteosi nella classifica dei bomber, grazie alla consacrazione del trentatreenne ritrovato Del Piero e alla conferma di Trezeguet. Capocannoniere Del Piero. Chi se l'aspettava? Adesso tutti gli italiani che lo sfottevano per l'uccellino di quello spot di acqua minerale, sarebbero pronti a scommettere su di lui nella speranza di vedere l'Italia di Donadoni trionfare a Vienna. Sempre se il Pinturicchio riesca a mantenere questo stato di grazia anche all'Europeo di Svizzeraustria. Non è facile.
Massimo Provenza

mercoledì 14 maggio 2008

Un incontro ad Alcamo con Marguerite Barankitse

Nel suo Burundi, ha visto e sofferto le più grandi atrocità umane, e da anni si adopera per salvare migliaia di bambini africani. Si chiama Marguerite Barankitse (nella foto a lato). Ha ricevuto per la sua attività diversi riconoscimenti internazionali quali il Prix des Droits de l’Homme del governo francese, il Prix Shalom in Germania, il Premio internazionale per i rifugiati dell’Alto commissariato Onu, e la laurea honoris causa dell’Università di Lovanio e tante altre onorificenze per aver fondato la "Maison Shalom", una struttura che raccoglie oggi 10 mila bambini vittime di guerra e povertà. Anche la Facoltà di Agraria dell'Università di Palermo collabora con lei per realizzare progetti in Burundi, quali un sistema di irrigazione e un caseificio. L'incontro con Marguerite Barankitse, oggi per la prima volta ad Alcamo, mi ha trasmesso serenità e una rinnovata voglia di vivere, al di là delle frasi fatte, dell'ipocrisia e della malvagità che da sempre sono in potenza nell'animo umano ma su cui qualcosa di più forte, che è l'amore per la vita, tende a trionfare. Mi ha colpito in positivo anche la grande emozione con cui uno studente di una delle scuole superiori alcamesi presenti al convegno ha preso la parola nel corso del dibattito per esprimere un proprio pensiero. I giovani hanno bisogno di esempi positivi a cui poter fare riferimento. E' già tanto cominciare con piccoli gesti quotidiani di umiltà, di amore e dedizione per ciò in cui si crede. Non per forza siamo chiamati a compiere imprese eroiche o a realizzare opere faraoniche. Anche Marguerite pensa che la cosa più importante è "fare il bene, anche nel proprio piccolo, ma farlo con amore". Credo anche nell'importanza di valorizzare tutte quelle persone poco conosciute o che non hanno mai ricevuto onorificenze o particolari plausi da parte della società e delle istituzioni per le loro azioni positive, ma che ogni giorno rendono questa vita degna di essere vissuta. Massimo Provenza

lunedì 12 maggio 2008

Prima i motorini, ora i televisori

Non è bastato, qualche anno fa, lanciare scooter giù dalla curva di San Siro. Adesso la frustrazione nerazzurra spinge a lanciare televisori dalla finestra. E' accaduto a Pisa: Materazzi ha fallito il rigore che poteva portare l'Inter alla vittoria tricolore, e in via San Benedetto nella città di Galileo e della torre pendente, con un volo dal secondo piano fino ad esplodere nell'aiuola condominiale, è finita la storia di un tv color 28 pollici. Leggere i notiziari per credere. Un gesto sconsiderato che al fan della Beneamata è costato la denuncia da parte della polizia. Non sappiamo quali altre reazioni analoghe si siano scatenate ieri pomeriggio in altre zone d'Italia a causa degli incredibili, ripetuti "tentativi" dell'Inter di farsi strappare lo scudetto dalla Roma... Già, sembra proprio che la squadra di Mancini ce la stia mettendo tutta per perdere il campionato. Bando alle ciance ironiche, rimane il fatto che i giallorossi di Spalletti stanno realizzando una rimonta dal sapore epico. Ma mentre domenica i nerazzurri giocano a Parma, la Lupa deve fare i conti col Catania al Massimino. Parma e Catania si sfidano a distanza, fino all'ultimo duello, per evitare la retrocessione. Un finale di torneo che più thrilling di così non si può. Gli amanti del calcio-spettacolo e quindi le tv ringraziano (tranne, ovviamente, quella di via San Benedetto a Pisa...).
Massimo Provenza

* * *
Accadde il 12 maggio.
1974 - Referendum sul divorzio: quasi il 60 per cento degli italiani recatisi alle urne vota perché non venga abrogata la legge Fortuna-Baslini del 1970, con la quale venne istituito il divorzio.
1974 - La meravigliosa Lazio di Maestrelli e Chinaglia vince il campionato di calcio di Serie A. E' il primo scudetto nella storia biancoceleste.

venerdì 9 maggio 2008

Duopolio calcistico

E' dal 2003 che in finale di Coppa Italia di calcio c'è una squadra romana. E per il quarto anno consecutivo, a contendersi il trofeo saranno l'Inter e la Roma (che ieri sera ha eliminato il Catania di Zenga), protagoniste quindi non soltanto al vertice del campionato di Serie A. Nel 2003 vinse il Milan (Roma-Milan 1-4 e 2-2), nel 2004 la Lazio (Lazio-Juventus 2-0 e 2-2), nel 2005 l'Inter (Roma-Inter 0-2 e 0-1), nel 2006 di nuovo l'Inter (Roma-Inter 1-1 e 1-3), nel 2007 la Roma (Roma-Inter 6-2 e 1-2). Quest'anno la finale è unica. Si gioca il 24 maggio all'Olimpico di Roma (nella foto).

9 maggio 1978. Peppino Impastato. Aldo Moro

Il 9 maggio 1994 Nelson Mandela divenne il primo presidente sudafricano di colore. In Italia, invece, oggi è la Giornata della memoria delle vittime del terrorismo.
Si ricorda Aldo Moro (nato a Maglie il 23 settembre 1916), il presidente del Consiglio italiano e leader democristiano ucciso 30 anni fa dalle Brigate Rosse che lo sequestrarono trucidandone la scorta il 16 marzo 1978 in via Fani a Roma. Il suo corpo fu ritrovato alle 13,50 del 9 maggio nel bagagliaio di una Renault 4 in via Caetani, a pochi metri dalle rispettive sedi capitoline della Democrazia cristiana e del Partito comunista italiano.
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=40
Si ricorda Peppino Impastato (nato a Cinisi il 5 gennaio 1948), il giornalista e attivista che dai microfoni di Radio Aut, emittente da egli stesso fondata nel 1976, denunciò la mafia. Nella primavera del 1978 si candidò alle elezioni comunali nella lista di Democrazia proletaria. Nella notte tra l'8 e il 9 maggio il suo corpo fu dilaniato da una carica di tritolo sui binari della ferrovia nei pressi di Cinisi.
http://www.peppinoimpastato.com/

mercoledì 7 maggio 2008

La coppa di Ducadam

E' mai esistito un portiere capace di decidere una finale di Coppa dei Campioni parando tutti i tiri conclusivi dal dischetto?



...Andiamo indietro di 22 anni.


Mercoledì 7 maggio 1986 - Siviglia, stadio "Ramon Sanchez Pizjuan"

Coppa dei Campioni - Finale
STEAUA BUCAREST - BARCELONA 2-0 ai calci di rigore
(0-0 dopo i tempi supplementari)

Steaua: Ducadam, Iovan, Belodedici, Bumbescu, Barbulescu, Balint, Balan (72' Iordanescu), Boloni, Majaru, Lacatus, Piturca (113' Radu). All. Jenei.
Barcelona: Urruti, Gerardo, Migueli, Alexanco, Julio Alberto, Victor Munoz, Marcos Alonso, Schuster (85' Moratalla), Pedraza, Archibald (111' Pichi Alonso), Carrasco. All. Venables.
Arbitro: Vautrot (Francia).
Rigori: Majaru (parata), Alexanco (parata), Boloni (parata), Pedraza (parata), Lacatus (rete), Pichi Alonso (parata), Balint (rete) Marcos Alonso (parata).

http://www.youtube.com/watch?v=lY_WxaVnjGg&feature=related

Fu una beffa colossale, per i 60 mila tifosi del Barca accorsi ad assistere a quella finale giocata "in casa". I blaugrana giunsero all'atto conclusivo della competizione superando nei quarti di finale la Juventus: i bianconeri non seppero concretizzare la propria superiorità e si fecero sfuggire la possibilità di avanzare verso il riscatto della precedente, luttuosa finale di Bruxelles. I romeni, appoggiati soltanto da una sparuta minoranza di sostenitori (a quell'epoca il regime comunista di Ceaucescu imponeva forti restrizioni per l'espatrio) ma facendo leva sulla difesa magistralmente orchestrata da Belodedici, sul talento di Lacatus e sui "miracoli" di Ducadam, riuscirono nell'impresa: fu il primo successo di una squadra dell'Est europeo nella competizione, a cui si aggiunse nel 1991 quello della Crvena Zvezda (Stella Rossa) di Belgrado che trionfò a Bari, sempre ai rigori, sull'Olympique Marseille.

sabato 3 maggio 2008

I disastri aerei di Superga e Montagna Longa

In questi giorni vengono commemorati due disastri aerei che funestarono l'Italia e di cui è ancora vivo il ricordo.
Il 4 maggio 1949 alle 17,05 l'aereo che da Lisbona trasportava la squadra di calcio del Grande Torino, con a bordo anche dirigenti e giornalisti al seguito, si schiantò sul terrapieno della basilica di Superga. Nella sciagura perirono i giocatori Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Giulio Schubert e gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Levesley, il massaggiatore Ottavio Cortina con i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Andrea Bonaiuti ed Ippolito Civalleri. Non scamparono alla morte neppure tre dei migliori giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport), Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo) e Luigi Cavallero (La Stampa) ed i membri dell’equipaggio Pierluigi Meroni, Celeste D’Inca, Celeste Biancardi e Antonio Pangrazi.
Il 5 maggio 1972 alle 22,25 la tragedia di Montagna Longa, nei pressi dell'aeroporto palermitano di Punta Raisi: un Douglas DC-8 Alitalia (volo AZ 112) con a bordo 115 persone si sfracellò contro il costone roccioso, e senza lasciare alcun superstite. Tra i periti nella sciagura, l'alcamese Giovanni Cavataio, commerciante ortofrutticolo di 38 anni. Suo figlio Giuseppe, che oggi risiede e lavora a Milano, mi ha contattato nei giorni scorsi: "Come ogni anno, i parenti delle vittime - riferisce Cavataio - si ritroveranno lunedì 5 maggio alle 15 in piazza a Carini di fronte alla chiesa Madre, dove intorno alle 19 si svolgerà una messa in onore dei nostri parenti deceduti nella sciagura. Un gruppo di figli di vittime vi partecipa sempre, tra questi il noto giudice Vittorio Alcamo figlio di Ignazio deceduto nel disastro". A bordo di quell'aereo, oltre al magistrato Ignazio Alcamo, viaggiavano i giornalisti Angela Fais e Alberto Scandone del quotidiano "L'Ora", il regista cinematografico palermitano Franco Indovina, il figlio dell'allenatore della Juventus Cestmir Vycpalek e gente comune, i cui congiunti tuttora si domandano il perché di tale luttuoso evento. Dal 1973 su Montagna Longa è posta una grande croce commemorativa: "Ma la strada per raggiungerla - dice Cavataio - è poco percorribile trattandosi di una mulattiera. Quest'anno la Forestale ha messo a disposizione tre jeep per accompagnare i parenti lassù". Permangono lati oscuri riguardo alle cause che hanno determinato il disastro aereo di Montagna Longa, uno tra i più gravi nella storia dell'aviazione civile italiana, e sul quale è stato creato un sito (http://www.montagnalonga.it/) amministrato da Luciano La Piana, docente di informatica.
Massimo Provenza

Una Giornata dedicata ai giornalisti liberi

Oggi è la Giornata mondiale della Libertà di stampa.

venerdì 2 maggio 2008

Giornalismo, internet e democrazia

Esiste realmente un rapporto conflittuale tra internet e chi fa giornalismo per professione? Può sembrare una domanda cervellotica, soprattutto se viene posta dal sottoscritto, che oltre a collaborare ogni giorno con la redazione di un giornale quotidiano, è l'autore di questo blog e naviga spesso in rete. Il fatto è che mi sono imbattuto in un articolo su http://www.newsitaliapress.it/, intitolato "Il giornalismo italiano incontra quello statunitense - Internet non significa la fine del giornalismo" e relativo alla presentazione del portale web http://www.i-italy.org/ di informazione italo-americana ispirato al modello del citizen journalism, ovvero del giornalismo partecipativo (detto anche "open source"). Nella parte conclusiva del pezzo si affronta un tema cruciale che è quello della "perplessità legata al mondo dell’informazione on-line e al nuovo sistema di fare giornalismo". Oggi, infatti, si parla tanto e anche troppo di questa osannata e presunta democraticità dell'informazione online. Perché presunta? Ecco, ciò che penso io è facilmente spiegato: "Questa ‘democraticità' dell’informazione, sul modello del citizen journalism - prosegue l'articolo - non rischia forse di trasformarsi in una perdita di qualità e di mancanza di garanzie per il fruitore? A questa domanda ha risposto il professor Alberto Marinelli, docente di Teoria e tecniche dei nuovi media, il quale ha spiegato che “Internet amplifica senza dubbio la possibilità per chiunque, anche coloro che non hanno le necessarie competenze, di esprimersi, ma poi è il brand che certifica o meno il valore dell’informazione e questo a prescindere dal mezzo attraverso cui viene fornita. Chi pensasse che ciò significa la fine del giornalismo – ha concluso Marinelli – cadrebbe in un grave errore. E’ proprio l’intermediazione di un operatore professionista, invece, che può garantire la qualità. Ovviamente il lavoro del giornalista si è modificato, così come è mutato quando è nata la televisione, ma parlare di scomparsa o di sostituzione è a mio avviso errato ed infatti ciò non è ancora accaduto”".
In ogni caso, io non smetto di difendere l'autorevolezza della carta stampata (carta riciclata, possibilmente, al servizio dell'intelligenza di chi legge e, comunque, quella per cui lavoro), così come il rispetto della deontologia della professione giornalistica. Insomma, se tante critiche vengono rivolte nei confronti dei giornali ma anche dei telegiornali e radiogiornali, permettetemi di dire che l'informazione online non sempre è oro colato o frutto di un lavoro originale, di cui la democrazia possa arricchirsi degnamente. Anzi. Altro discorso è invece sfruttare al meglio le opportunità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione per fare giornalismo sano e gratificante. L'ideale è attingere informazioni da tutti gli strumenti di cui si dispone: giornali cartacei, libri, televisione, radio, internet sono tra questi. E' molto più democratico un confronto tra i rispettivi contenuti, senza fermarsi a ciò che viene proposto soltanto dal mondo web. Almeno finché il web non avrà assorbito tutti gli altri mezzi di comunicazione e pubblicitari tradizionali.
Massimo Provenza

giovedì 1 maggio 2008

La Giornata dei lavoratori

Auguri a tutti i lavoratori.
Due link utili:
http://http//it.wikipedia.org/wiki/Festa_dei_lavoratori
http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Portella_della_Ginestra

Ayrton Senna, 14 anni dopo

"Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita".
"Non potrai mai cambiare il mondo da solo. Però puoi dare il tuo contributo per cambiarne un pezzetto. Quello che faccio davvero io per la povertà non lo dirò mai. La F1 è ben misera cosa in confronto a questa tragedia".
"Sono un privilegiato, ho sempre avuto una vita molto bella. Ma tutto quello che ho ottenuto dalla vita l’ho guadagnato con l’impegno e il desiderio fortissimo di raggiungere i miei obbiettivi , di vincere, nella vita, non come pilota. Perciò lasciate che vi dica che chiunque voi siate nella vita, sia che siate al livello più basso, o al più alto, dovete avere una grande forza e una grande determinazione e dovete affrontare qualsiasi cosa con grande amore e fede in Dio e un giorno raggiungerete i vostri obbiettivi e avrete successo".

"Non ho idoli. Ammiro il duro lavoro, la dedizione e la competenza".
"Ogni persona ha la sua fede, il suo modo di guardare alla vita. La maggior parte della gente rifiuta temi come questi. Per quanto mi riguarda, l'importante è essere in pace con se stessi. Il modo per trovare questo equilibrio per me passa attraverso la fede in Dio".

"I ricchi non possono vivere su un’isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità".
"Se ho fatto le cose che ho fatto è perchè ho avuto, nella vita, una grande possibilità. Crescere nel modo giusto, vivere bene, godere di una buona salute, imparare molto. E sono stato aiutato, nei momenti giusti, ad andare nella giusta direzione".
"La cosa più importante è essere te stesso, senza permettere a nessuno di ostacolarti, senza essere diverso perchè qualcuno vuole che tu sia diverso. Devi essere te stesso. Molte volte farai degli errori a causa della tua personalità, del carattere o delle interferenze che puoi trovare lungo il cammino. Ma solo così puoi imparare: dai tuoi errori. E' questa la cosa principale: utilizzare gli errori per imparare. Io credo nell'abilità di concentrarsi profondamente, in modo da rendere e progredire ancora di più".
"La vita è troppo breve per avere dei nemici".

Sono alcune frasi del campione di Formula 1 Ayrton Senna (Sao Paulo, 21 marzo 1960 - Bologna, 1 maggio 1994) tratte da http://www.ayrtondasilva.net/
Vedi anche http://it.wikipedia.org/wiki/Ayrton_Senna

domenica 27 aprile 2008

"Arripigghiàmuni"

"Arripigghiàmuni!", direbbe in dialetto siciliano un tifoso del Palermo Calcio in questo momento, mentre nella foto a lato il patron rosanero Maurizio Zamparini sembra, con tipica cadenza friulana, sussurrare al suo fido direttore sportivo Rino Foschi l'equivalente termine "Riprendiamoci!". E visti i risultati, ma soprattutto le molte prestazioni per nulla convincenti offerte dalla squadra panormita nel corso di questa stagione che ormai volge al termine, con tanto di valzer in panchina Colantuono-Guidolin-Colantuono, ci sarà parecchio da lavorare per costruire un organico più attrezzato e capace di esprimere un gioco più divertente o quantomeno concreto. Intanto, l'Inter è quasi giunta al traguardo-scudetto: il contenuto del post pubblicato lo scorso 3 febbraio sta trovando conferma... La festa nerazzurra, guarda caso, potrebbe esserci in occasione del derby della Madonnina. Non si ferma la Juventus di Ranieri che, trascinata dalle "macchine da gol" Del Piero e Trezeguet, crede ancora nella rimonta sulla Roma per agguantare il secondo posto. E sempre in zona Champions, la Fiorentina deve guardarsi alle spalle: il Milan incalza, ma anche la Samp non sembra scherzare, e domenica prossima i viola saranno ospiti del Cagliari di Ballardini, intenzionato a uscire indenne dalla zona ribollente dei bassifondi della classifica.
Massimo Provenza
(Nella foto, Zamparini e Foschi durante un allenamento del Palermo al campo Tenente Onorato di Boccadifalco)

venerdì 18 aprile 2008

Agitazione

Non è facile mantenere la calma, mentre si è travolti dalle onde.

Ma prima o poi, torna la quiete.

martedì 1 aprile 2008

La notizia non è morta. La speranza neppure

"L'industria non fabbrica più il farmaco. Alcamese ammalato rischia di morire". E' il titolo di un mio articolo riportato in prima pagina e pubblicato a pagina 8 sul Giornale di Sicilia di ieri 31 marzo. Pubblico anche su questo blog un sunto di questa vicenda: lo faccio adesso perchè ritengo che si tratti di una storia toccante che non può cadere in oblio, nell'attesa che chi sa dove si trova la soluzione per salvare la vita di questa persona, lo comunichi subito. Già mi hanno contattato ieri stesso e oggi dalla Farmindustria di Roma il cui ufficio stampa ha letto l'articolo, per conoscere meglio tale situazione e per attivarsi in aiuto di Stefano Milito, l'uomo che ha bisogno di questa urgente risposta. Sposato e con due figli, disoccupato, Milito ha 43 anni e soffre di ipertensione arteriosa ma è allergico a tutte le medicine sul mercato, tranne a una che egli ha assunto negli ultimi tre anni e che nel mese di dicembre scorso è stata ritirata dal commercio. E' adesso in produzione un nuovo farmaco con una nuova formula che genera effetti collaterali gravissimi nell'organismo di Milito, il quale li descrive come "vere e proprie torture" che mettono a repentaglio la sua esistenza.
"Da quattro anni - riferisce Stefano Milito - soffro di ipertensione. Per tale motivo assumo diverse categorie di farmaci per abbassare la pressione sanguigna. Purtroppo il mio corpo non tollera alcune sostanze di cui certi farmaci sono composti, com'è dimostrato dall'insorgere di questi effetti collaterali. Così il cerchio - prosegue Milito - si è ristretto a poche categorie di farmaci, e uno di questi è per me di vitale importanza: si tratta della categoria ACE-inibitore, da me assunta con successo negli ultimi tre anni e che ora dalla casa farmaceutica che ne possiede il brevetto non viene più prodotto con la formula che per me va bene, ma con una nuova formula per me mortale". Stefano Milito dichiara di non essere riuscito ancora a trovare una terapia alternativa. Il suo organismo non tollera tutti i tipi di amidi, i cloridrati e i diuretici.
La casa farmaceutica che produce il medicinale in oggetto si è dimostrata molto disponibile e celere nel mettere a disposizione di Milito, su sua richiesta, le scorte del medicinale sino alla fine di quest'anno. Ma la vita di Stefano Milito è appesa a un filo: nel momento in cui, e cioè nel dicembre 2008, tali scorte si esauriranno, per lui sarà la fine. Stefano Milito attende per questo motivo un'urgentissima risposta da parte di tale industria per capire che cosa egli può fare per salvarsi.
"Cerco soltanto aiuto", ribadisce Stefano Milito, riponendo fiducia nell'azienda farmaceutica e in chiunque sia in grado di fornirgli, e subito, informazioni utili alla soluzione di questo suo grave problema.
Massimo Provenza

Dialogo tra un figlio di un politico e un giornalista

"Bello è criticare senza proporre nulla", si sente dire il giornalista di carta stampata nonchè autore di un proprio blog, dal figlio di un politico che guarda i giornalisti dall'alto verso il basso con un'aria di superiorità tipica di chi sa che cosa significa essere al servizio del popolo...
"Non accetti le mie critiche costruttive?" risponde il giornalista, il quale aggiunge: "Comunque ti consiglio di leggere con più attenzione i miei articoli e di comprare ogni giorno il quotidiano per cui lavoro. Io intanto cerco di fare il mediatore tra la gente e le istituzioni, e di informare la gente su quello che certi politici hanno saputo costruire (o meglio, distruggere) finora. E informare, nei limiti di ciò che riusciamo a fare, è già qualcosa che aiuta a riflettere, se non ti dispiace. E' già una proposta per lo sviluppo di tutti noi, se non lo sai. Questa è la fotografia della realtà. E più fotografie riesco a fare, più riesco a capire che cosa è meglio proporre con la collaborazione della gente onesta".

Massimo Provenza

Legalità e parole

Ho conosciuto qualcuno che parla tanto di legalità
e che si atteggia a depositario della verità senza averne la qualifica.
Ho conosciuto qualcuno che parla tanto di legalità
ma che offende le persone basandosi soltanto su errate convinzioni nei loro confronti.
Ho conosciuto qualcuno che parla tanto di legalità
solo per farsi bello ma non perchè ci crede davvero.
Ho conosciuto gente che parla tanto di legalità
ma che si dimostra superba.
Ho conosciuto qualcuno che parla tanto di legalità
e che si pone su un gradino superiore al tuo e ti dice con aria altezzosa
"io sono figlio di un carabiniere", "io sono figlio di un poliziotto", "io sono figlio di un giudice".
Ho conosciuto qualcuno che parla tanto di legalità
utilizzando questo termine come un utile mezzuccio per scopi elettorali (poi però quando viene eletto...).
Ho conosciuto qualcuno che parla tanto di legalità
e che con scelte politiche meschine tradisce la fiducia che tu hai riposto in lui.
Ho conosciuto qualcuno che non si dà tante arie
e che lavora con onestà, vive e ama la vita e il rispetto umano
e non lo urla ai quattro venti.
Massimo Provenza

sabato 22 marzo 2008

Un'utopia dentro l'uovo di Pasqua


Quando tutto ciò potrà realizzarsi (e non soltanto a Pasqua)? E senza dimenticare l'intera situazione mondiale, in cui l'Italia è immersa, partendo dall'America e passando per il Medioriente e l'Africa, fino alla Cina. Siamo messi male, tutti quanti. Ma senza speranza non si va avanti. Quindi, auguri di buona Pasqua a tutto il mondo affinché tutta l'umanità si rigeneri e si riscopra unita nelle sue tante diversità e sappia trarre dal dolore della storia, da trasformare in positiva consapevolezza della realtà dell'Uomo, la forza per intraprendere un nuovo corso e salvarsi. Auguri sempre, a chi si apre al dialogo, senza falsità e non per il proprio meschino tornacontismo celato dietro una maschera caritatevole di pastafrolla che si tradisce nelle azioni.
Auguri non soltanto oggi, ma ogni giorno.
(Disegno realizzato da Massimo Provenza)

venerdì 14 marzo 2008

Alziamo lo sguardo

L'interno della cupola della Chiesa Madre di Alcamo.

giovedì 13 marzo 2008

I frutti

Lavorare.
Dare il meglio di sè.
I frutti del nostro impegno
arriveranno. Forse.
Quel che più importa
in questo momento
è credere
in ciò che si fa.
Massimo Provenza

mercoledì 12 marzo 2008

Un brivido da San Siro

Internazionale - Liverpool 0 - 1. L'Inter si è fatta eliminare dalla Champions ad opera del Liverpool. Ma stasera, guardando la partita in tv, una cosa mi ha colpito in modo particolare poco prima dello scoccare del novantesimo: sullo 0 a 1 in favore degli inglesi e con i nerazzurri in inferiorità numerica e ormai cotti a puntino, dopo circa cinque minuti di "torello" della squadra di Benitez, gli oltre 75 mila tifosi interisti assiepati sugli spalti del Meazza hanno cominciato a cantare "aleeeeeeeealeeeeeeeeeeealealeeee.........Inteeeeeeeeeeer..........Inteeeeeeeeer.........", a incoraggiare i propri beniamini, ad applaudire nonostante la delusione. E i Reds supporters hanno risposto con il proprio applauso e con i propri cori, e dalle immagini si notava che erano tutti emozionati, tutti, uno stadio intero compresi gli uomini in campo. Tutti. Uniti in un momento di vera sportività e di pace. Che brivido.
Massimo Provenza

venerdì 7 marzo 2008

"Europe and Italy"

Avete 5 minuti liberi? E allora guardate questa "Europe and Italy" realizzata dal cartoonist milanese Bruno Bozzetto...

http://tcc.itc.it/people/rocchi/fun/europe.html


(Grazie a Maria che me ne ha fornito il link)

Il buonismo che frena lo sviluppo

Il buonismo che fa male è quell'atteggiamento che non consente un reale sviluppo della vita sociale. Anzi, frena il reale sviluppo, tant'è che quest'azione di frenata può avere come effetto un pericoloso testa-coda. Il problema è molto semplice da considerare sul piano concettuale, non altrettanto su quello di attivarsi per risolverlo. Mi spiego meglio.
Esiste la possibilità, per ogni essere umano dotato di intelligenza oltre che di "sensibilità" d'animo ben dosata in interazione con la necessaria "forza" d'animo, di imparare dall'esperienza e di affrontare la vita con la consapevolezza di distinguere ciò che è produttivo, costruttivo e che insomma promuove lo sviluppo umano, da ciò che è invece distruttivo. Ci può essere un istinto di sopravvivenza misto ad amore per la vita, quindi per la natura e per i nostri simili: una visione nuova dell'esistenza non improntata ad un cieco egoismo o utilitarismo, bensì rivolta a considerare ognuno di noi come un tutt'uno con l'intero universo. Il fatto è che esiste un atteggiamento di falsità che frena lo sviluppo di cui parlo all'inizio di questo post. Questo modo di fare è quello che porta ad esempio certi politici, in ogni parte del mondo e in Italia con particolare frequenza, a cambiare facilmente casacca, a ingannare continuamente chi li elegge, a rubare. Inoltre è tipico di molti criminali il manifestarsi di un istinto di sopravvivenza con un modo di fare che alimenta le guerre, le incomprensioni, la povertà materiale e spirituale. Chi come Gesù Cristo ha insegnato che sono "beati i poveri in spirito" di sicuro non intendeva questo tipo di povertà spirituale. L'opportunismo maligno e l'amore per la vita sono due cose ben differenti l'uno dall'altro.
"Conosci te stesso", diceva Socrate. Conosciti, nel bene e nel male. Ma questa conoscenza riguarda la nostra persona e il rapporto che ognuno di noi ha con il mondo. Soltanto, che cosa succede? Succede che ognuno di noi sa, almeno in parte, che cosa vuole e che cosa non vuole: verso quale indirizzo, cioè, intende condurre l'esistenza. E succede che in certe persone questa pulsione dell'animo è sincera, mentre in altre non lo è. In queste ultime, una sorta di disperazione che porta al cinismo e alla volontà di fregare l'altro, si manifesta in una gamma quasi infinita di comportamenti che minano alle fondamenta la fiducia reciproca. La brama di potere porta l'individuo a fare della ricerca del potere il suo imperativo principe.
Il tribunale umano è opera dell'uomo. E' vero. Ma quanti tra i politici condannati per un reato o per l'altro, più o meno grave, e che abbiano riconosciuto di averlo commesso, offrono garanzie ai cittadini di volere intraprendere una nuova strada di rinnovamento spirituale che si traduca in concrete azioni positive? Quanti delinquenti che dicono di essersi pentiti e di volere iniziare una nuova vita per diventare "ex" delinquenti o, meglio, persone nuove, garantiscono al resto dell'umanità di volere agire non più al servizio del male? E quanti giudici corrotti ci sono in giro?
C'è chi dice che senza il male non esisterebbe il bene e che la verità sta nel grigio tra il bianco e il nero, cioè nel mezzo. Certo è che osservando il ciclo della natura, cioè il susseguirsi delle stagioni, il modo in cui l'acqua circola e si trasforma e si ritrasforma, il movimento degli astri, insomma siamo portati a considerare la vita un continuo divenire. Tutto è in trasformazione. Rimane il problema del capire chi, tra gli esseri umani, offre le garanzie di cui ho scritto in precedenza. E rimane da constatare che molto probabilmente Giovan Battista Vico non aveva torto quando parlava di "corsi e ricorsi storici".
Io però credo, pur osservando come va la storia del mondo, che ognuno di noi, nel proprio intimo e nel proprio piccolo dei rapporti interpersonali, se è in grado di sapere come vuole vivere ha già fatto un fondamentale passo avanti verso la consapevolezza di sé e del suo rapporto di unità con tutto ciò che lo circonda. E quando imparerà a domandarsi il perché dei fenomeni naturali, umani, sociali, e a rispettare il mondo, e dunque anche se stesso, quello sarà davvero un bel momento.
Massimo Provenza

giovedì 6 marzo 2008

Imparare

Imparare ad ascoltare.
E a rispettare lo spazio altrui, se gli altri rispettano il tuo.
Imparare dagli errori.
Senza sterili autoaccuse che ti uccidono.
Imparare ad amarti.
Perché non sei un blocco di pietra... ma anche la pietra si trasforma.
Imparare a ricominciare.
Qualsiasi cosa ti sia successa.
Imparare a rinascere.
Anche se per strada hai perso qualcosa.
Imparare a sorridere.
Che è l'unica cosa che non richiede sforzo.
Imparare a non vergognarti
di una tristezza momentanea per il dolore del mondo.
Imparare a vivere.
E a riconoscerti consapevole
perché, mentre pensi che prima
ti illudevi di esserlo,
una nuova energia
ti fa aprire gli occhi.
Tu sei l'umanità che ti ha preceduto
e sei soprattutto quella che sarà.
Massimo Provenza

martedì 4 marzo 2008

Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta...

Questa splendida opera s'intitola "Desiderata" (traduzione di Enrico Orofino). Ma chi di voi sa con esattezza se in realtà sia stata trovata nell'antica chiesa di St. Paul a Baltimora e datata 1692, oppure sia stata scritta da Max Ehrmann nel 1927? Per risolvere tale dubbio, sto cercando di documentarmi. Ma al di là di tale incertezza, penso che si tratti di un messaggio prezioso per chiunque. Ecco il testo:

Passa tranquillamente
tra il rumore e la fretta,
e ricorda quanta pace

può esserci nel silenzio.
Finché è possibile

senza doverti abbassare,
sii in buoni rapporti

con tutte le persone.
Dì la verità

con calma e chiarezza;
e ascolta gli altri,
anche i noiosi e gli ignoranti;
anche loro hanno una storia
da raccontare.
Evita le persone volgari e aggressive;

esse opprimono lo spirito.
Se ti paragoni agli altri, corri il rischio

di far crescere in te orgoglio e acredine,
perché sempre ci saranno persone

più in basso o più in alto di te.
Gioisci dei tuoi risultati

così come dei tuoi progetti.
Conserva l'interesse per il tuo lavoro,

per quanto umile;
è ciò che realmente possiedi

per cambiare le sorti del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari,

perché il mondo è pieno di tranelli.
Ma ciò non acciechi la tua capacità

di distinguere la virtù;
molte persone lottano per grandi ideali,

e dovunque la vita è piena di eroismo.
Sii te stesso.

Soprattutto non fingere negli affetti,
e neppure sii cinico riguardo all'amore;
poiché a dispetto di tutte le aridità e disillusioni

esso è perenne come l'erba.
Accetta benevolmente

gli ammaestramenti che derivano dall'età,
lasciando con un sorriso sereno

le cose della giovinezza.
Coltiva la forza dello spirito

per difenderti contro l'improvvisa sfortuna,
ma non tormentarti con l'immaginazione.
Molte paure nascono

dalla stanchezza e dalla solitudine.
Al di là di una disciplina morale,
sii tranquillo con te stesso.
Tu sei un figlio dell'universo,
non meno degli alberi e delle stelle;
tu hai il diritto di essere qui.
E che ti sia chiaro o no, non vi è dubbio
che l'universo ti stia schiudendo

come si dovrebbe.
Perciò sii in pace con Dio,
comunque tu lo concepisca,
e qualunque siano le tue lotte
e le tue aspirazioni,
conserva la pace con la tua anima

pur nella rumorosa confusione della vita.
Con tutti i suoi inganni,

i lavori ingrati e i sogni infranti,
è ancora un mondo stupendo.
Fai attenzione.
Cerca di essere felice.

E aggiungo un pensiero di Arthur Schopenhauer: "Per non essere molto infelici il mezzo più sicuro sta nel non pretendere di essere molto felici".

Terra mia io ti amo






























info personali

La mia foto
Benvenuti a bordo del mio blog. Qui trovate alcune mie riflessioni, immagini, appunti e spunti su cui potete intervenire in qualsiasi momento esprimendo il vostro parere o le vostre critiche costruttive. Sono un giornalista professionista. Scrivo per il Giornale di Sicilia, in qualità di corrispondente dalla zona di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi Segesta, spaziando dalla cronaca allo sport e alle foto. Laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Giornalismo), sono iscritto all'Albo dei giornalisti professionisti dal 2006. Mi piacerebbe scambiare opinioni con chi visita questo blog, fare nuove conoscenze e intraprendere collaborazioni anche con altre realtà che operano nel mondo dell'informazione, purché sia autorevole e non strumentalizzata. Chi vuole può contattarmi su Facebook o telefonarmi al 3355735207 (ma non rispondo agli anonimi o cosiddetti "numeri privati") oppure inviarmi un messaggio al mio indirizzo di posta elettronica: massimoprovenza@email.it

cenni sulle mie esperienze giornalistiche

Il mio primo articolo su un giornale apparve il 13 dicembre 1997: rubrica Cronaca in classe, Giornale di Sicilia, argomento la riqualificazione di una villa pubblica in piazza Pittore Renda ad Alcamo. Il 29 ottobre 1998 mi telefonarono dalla segreteria dell'Università degli Studi di Palermo per comunicarmi di essermi classificato 33esimo (150 i posti disponibili) nella prova di selezione tra gli oltre mille aspiranti all'iscrizione al corso di laurea in Scienze della comunicazione. Nel frattempo, diversi articoli sul mensile alcamese Il Bonifato e poi qualcuno sul Segestano. Dal 2002 la mia attività di praticantato giornalistico. Dall'ottobre 2005 faccio il corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia, sul quale del resto avevo già in precedenza pubblicato alcuni brevi articoli. E' infatti a partire da quel periodo che, dopo essermi laureato nel luglio 2005, mi è stato richiesto di fare le cronache delle partite di calcio dell'Alcamo. Intanto il 20 luglio di quell'anno avevo conseguito il titolo accademico in Scienze della comunicazione, dopo aver completato il tirocinio per l'abilitazione professionale. Un paio di mesi dedicati a prepararmi per l'esame di abilitazione professionale, riflettendo anche sulla possibilità di dare un seguito alla collaborazione avviata durante gli stage nei mesi precedenti a Palermo con l'Ansa, Tgs e il quotidiano La Sicilia, senza trascurare quella di collaborare per la cronaca della provincia di Trapani. Poi una chiamata dalla redazione trapanese del Giornale di Sicilia per mettermi in prova come corrispondente per il calcio. Una delle mie passioni. Non potevo rinunciare. Intanto, il 31 ottobre 2005 ho sostenuto a Roma l'esame scritto (con macchina da scrivere, obbligatoria...) per diventare giornalista professionista, poi la prova orale il 23 febbraio 2006 ricevendo dalla commissione nazionale lusinghieri riconoscimenti per i miei elaborati del 31 ottobre, valutati tra i migliori su un migliaio di partecipanti.
Cliccando qui trovate i miei articoli e servizi per Ateneonline, la testata giornalistica dell'Università di Palermo, realizzati tra il novembre 2002 e l'ottobre 2004. Ho anche collaborato per il mensile Regione Mediterranea, pubblicando alcune inchieste. Il mio primo stage bimestrale l'ho svolto alla redazione palermitana de La Sicilia, con una ventina di articoli firmati. Poi, altri due mesi alla redazione televisiva di Tgs. E, infine, all'Ansa con diversi lanci di agenzia. Esperienze, insomma, molto formative sul piano professionale. Come corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia finora ho avuto la possibilità di cimentarmi su vari argomenti, dallo sport alla cronaca bianca e nera, e su cui ho pubblicato migliaia di pezzi principalmente su Alcamo, Castellammare del Golfo, Calatafimi Segesta. Collaboro all'occorrenza anche con l'agenzia di stampa ItaliaMedia. Dal 2007 collaboro anche con la Publikompass per la stesura di testi redazionali da pubblicare sul Giornale di Sicilia. Nel marzo 2009 ho iniziato a pubblicare su un canale You Tube alcune mie interviste filmate, nella prospettiva di inserirle in un nuovo webmagazine che è in fase di progettazione e che sarà da me diretto. Dall'ottobre 2009, proprio a tal proposito, è attivo AlcaMondoBlog, un esperimento di giornalismo partecipativo.

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il blog di Massimo Provenza è soggetto a Licenza Creative Commons. Per richiedere tutte le autorizzazioni allo scopo di utilizzare il materiale contenuto in questo blog, scrivete a: massimoprovenza@email.it

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