giovedì 22 maggio 2008

Un uomo solo, contro l'oscurità nella terra del sole


Avevo neppure tredici anni. Ero a casa di mia zia, appena tornato da una festa di matrimonio. Dalla tivù, la sigla del telegiornale irruppe ad un orario insolito. Un'edizione straordinaria. L'annuncio di un fatto molto grave. Le immagini di quelle auto distrutte e di quell'autostrada esplosa e riconoscibile soltanto guardando i cartelli segnaletici. Di quell'autostrada sulla quale con i miei genitori e i miei fratelli avevo viaggiato tante volte. Rimasi sbigottito. Capii in poco tempo il significato di quella notizia per la Sicilia e per l'Italia intera. L'indomani, i giornali dedicarono almeno la metà delle pagine complessive a quella durissima, sconvolgente realtà.
Non dimentico le immagini dei funerali, il lunedì successivo. Ero a scuola. Diverse classi tutte riunite nella nostra aula ad assistere in silenzio alle esequie in diretta televisiva. Non dimentico la rabbia della gente, furiosa nei confronti dei politici. Non dimentico il pianto e le commoventi, lucide, fortissime parole di Rosaria Costa, la vedova di Vito Schifani, uno degli uomini della scorta rimasti uccisi: «A nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non)... ma certamente non cristiani... sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare...... ma non cambiano!»
Da qualche anno i nomi di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro sono ben visibili sulla stele al margine della carreggiata autostradale, proprio nel punto in cui si consumò la strage di Capaci. In questi sedici anni, i loro nomi sono stati stampati e ristampati sui giornali, sui libri. I loro nomi li troviamo su internet. I loro nomi, ma soprattutto i perché (o i tentativi di trovare i perché) della loro morte, viaggiano attraverso i documentari e le bocche e gli scritti di giornalisti, politici, esperti di tutto il mondo e cittadini comuni che intervengono nei dibattiti sulla mafia e sugli intrecci tra politica e sistemi deviati a livelli nazionale e internazionale. Giovanni Falcone e i suoi collaboratori lavoravano per una Sicilia libera e più bella. E non soltanto per la Sicilia.
Non ho mai avuto modo di conoscerlo direttamente, Giovanni Falcone. Le sue doti migliori e la sua opera mi sono state raccontate da persone più grandi di me. Lo immagino sempre vivo, con la sua umanità e la sua dignità. Penso a come Giovanni Falcone trattava i collaboratori di giustizia: sapeva trarre il meglio dal peggio della natura umana. Il messaggio e il sacrificio suo, di Francesca, di Vito, di Rocco e di Antonio continuano ad illuminare qualcuno che crede ancora in una vita più giusta, in un ideale che è come un raggio rischiarante dall'oscurità di un mondo dominato dalla cultura della prevaricazione, della forza bruta, della morte. Quell'oscurità contro cui Giovanni Falcone lottava, da solo, nella terra del sole.
Massimo Provenza

1 commento:

  1. massimo mi hai fatto rivivere quel giorno come non hanno saputo fare tv e giornali...ne hai parlato dal punto di vista di un ragazzino qualunque nel quale mi sono rivista...la dinamica della mia giornata fu molto simile alla tua...mi hai fatto venire un flsh nella mente...bel post

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Benvenuti a bordo del mio blog. Qui trovate alcune mie riflessioni, immagini, appunti e spunti su cui potete intervenire in qualsiasi momento esprimendo il vostro parere o le vostre critiche costruttive. Sono un giornalista professionista. Scrivo per il Giornale di Sicilia, in qualità di corrispondente dalla zona di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi Segesta, spaziando dalla cronaca allo sport e alle foto. Laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Giornalismo), sono iscritto all'Albo dei giornalisti professionisti dal 2006. Mi piacerebbe scambiare opinioni con chi visita questo blog, fare nuove conoscenze e intraprendere collaborazioni anche con altre realtà che operano nel mondo dell'informazione, purché sia autorevole e non strumentalizzata. Chi vuole può contattarmi su Facebook o telefonarmi al 3355735207 (ma non rispondo agli anonimi o cosiddetti "numeri privati") oppure inviarmi un messaggio al mio indirizzo di posta elettronica: massimoprovenza@email.it

cenni sulle mie esperienze giornalistiche

Il mio primo articolo su un giornale apparve il 13 dicembre 1997: rubrica Cronaca in classe, Giornale di Sicilia, argomento la riqualificazione di una villa pubblica in piazza Pittore Renda ad Alcamo. Il 29 ottobre 1998 mi telefonarono dalla segreteria dell'Università degli Studi di Palermo per comunicarmi di essermi classificato 33esimo (150 i posti disponibili) nella prova di selezione tra gli oltre mille aspiranti all'iscrizione al corso di laurea in Scienze della comunicazione. Nel frattempo, diversi articoli sul mensile alcamese Il Bonifato e poi qualcuno sul Segestano. Dal 2002 la mia attività di praticantato giornalistico. Dall'ottobre 2005 faccio il corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia, sul quale del resto avevo già in precedenza pubblicato alcuni brevi articoli. E' infatti a partire da quel periodo che, dopo essermi laureato nel luglio 2005, mi è stato richiesto di fare le cronache delle partite di calcio dell'Alcamo. Intanto il 20 luglio di quell'anno avevo conseguito il titolo accademico in Scienze della comunicazione, dopo aver completato il tirocinio per l'abilitazione professionale. Un paio di mesi dedicati a prepararmi per l'esame di abilitazione professionale, riflettendo anche sulla possibilità di dare un seguito alla collaborazione avviata durante gli stage nei mesi precedenti a Palermo con l'Ansa, Tgs e il quotidiano La Sicilia, senza trascurare quella di collaborare per la cronaca della provincia di Trapani. Poi una chiamata dalla redazione trapanese del Giornale di Sicilia per mettermi in prova come corrispondente per il calcio. Una delle mie passioni. Non potevo rinunciare. Intanto, il 31 ottobre 2005 ho sostenuto a Roma l'esame scritto (con macchina da scrivere, obbligatoria...) per diventare giornalista professionista, poi la prova orale il 23 febbraio 2006 ricevendo dalla commissione nazionale lusinghieri riconoscimenti per i miei elaborati del 31 ottobre, valutati tra i migliori su un migliaio di partecipanti.
Cliccando qui trovate i miei articoli e servizi per Ateneonline, la testata giornalistica dell'Università di Palermo, realizzati tra il novembre 2002 e l'ottobre 2004. Ho anche collaborato per il mensile Regione Mediterranea, pubblicando alcune inchieste. Il mio primo stage bimestrale l'ho svolto alla redazione palermitana de La Sicilia, con una ventina di articoli firmati. Poi, altri due mesi alla redazione televisiva di Tgs. E, infine, all'Ansa con diversi lanci di agenzia. Esperienze, insomma, molto formative sul piano professionale. Come corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia finora ho avuto la possibilità di cimentarmi su vari argomenti, dallo sport alla cronaca bianca e nera, e su cui ho pubblicato migliaia di pezzi principalmente su Alcamo, Castellammare del Golfo, Calatafimi Segesta. Collaboro all'occorrenza anche con l'agenzia di stampa ItaliaMedia. Dal 2007 collaboro anche con la Publikompass per la stesura di testi redazionali da pubblicare sul Giornale di Sicilia. Nel marzo 2009 ho iniziato a pubblicare su un canale You Tube alcune mie interviste filmate, nella prospettiva di inserirle in un nuovo webmagazine che è in fase di progettazione e che sarà da me diretto. Dall'ottobre 2009, proprio a tal proposito, è attivo AlcaMondoBlog, un esperimento di giornalismo partecipativo.

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