martedì 30 settembre 2008

Contraddizioni nel mondo del giornalismo

E' un mondo complicato, quello del giornalismo. In cui ognuno deve accontentarsi dei suoi spazi ma talvolta ha anche l'opportunità di occuparsi di tanti argomenti. Ci si può ritenere fortunati e soddisfatti, se si ha la possibilità di scrivere tanto e ogni giorno nel caso in cui ci si occupi di carta stampata oppure di lavorare molto in tivù o in radio o sul web.
Ma un vero giornalista ha anche il dovere di dire le cose come stanno. E cioè che il giornalismo è un lavoro in cui non si vive soltanto di proprie firme stampate in calce o di immagini, ma anche di quotidiane lotte per non lasciarsi calpestare né abbindolare dall'ipocrisia di chi vorrebbe far capire che la mafia e lo sfruttamento siano presenti soltanto in altri ambiti lavorativi.
Si possono fare alcuni esempi. Esistono infatti giornalisti che risultano corrispondenti da determinati luoghi per importanti agenzie di stampa nazionali o quotidiani, senza in realtà essere corrispondenti, poiché si trovano altrove. Esistono giornalisti che vengono a conoscenza di determinate notizie più tardi rispetto a chi opera in un determinato luogo e continuano a lavorare come corrispondenti d'agenzie di stampa. Talvolta, si concedono il "lusso" di pubblicare dati che non corrispondono a ciò che l'onesto cittadino vuole sapere. Esistono giornalisti che realizzano servizi per emittenti locali leggendo al microfono, senza cambiare neppure una parola, gli articoli di giornale scritti da altri cronisti (eh già, la fretta di andare in onda suggerisce di scopiazzare senza ritegno...). Mentre al contrario esiste chi si assume dei rischi lavorando seriamente e con correttezza per un giornale. Esiste chi va a caccia di notizie e non si accontenta dei comunicati che giungono alla redazione centrale, eppure viene pagato una miseria. Perché esistono direttori di giornali ma soprattutto editori che se ne infischiano di chi cerca in tutti i modi di far valere i diritti dei giornalisti più giovani e capaci, anche se questi ultimi contribuiscono non poco alla vita di quel giornale e soltanto in minima parte ne ricevono un adeguato riconoscimento o compenso.
Si tratta di considerazioni che valgono in generale, e senza alcun intento polemico da parte di chi scrive questo post. Chi ha un minimo di esperienza insegna a sopportare anche una lunga gavetta, tenendo sempre alto lo sguardo e senza mai dimenticare di avere dignità, sapendo di lavorare al servizio della gente del luogo in cui si opera, e non al servizio di altri interessi meschini. Rimane un dato di fatto che un giornale vive anche, soprattutto, grazie all'impegno dei corrispondenti veri e alla conseguente fiducia dei lettori.

martedì 9 settembre 2008

Da Alcamo e dintorni, il punto sulla vendemmia

Plurisecolare motore dell'economia alcamese, la vendemmia, che lo scorso anno a causa della peronospora fece registrare magri risultati, quest'anno dovrebbe attestarsi, secondo le previsioni degli esperti, ai livelli del 2006. Alcamo, città del vino, che vanta un terzo della produzione vitivinicola del Trapanese (che a sua volta copre il 50 per cento di quella siciliana), per questo tipo di attività ormai conta soprattutto sulla manodopera degli immigrati nordafricani e dell'Est europeo. Al rinomato vino Bianco d'Alcamo è riconosciuta sin dal 1972 la denominazione d'origine controllata. L'uva raccolta viene conferita nelle varie cantine sociali situate tra il territorio alcamese e quelli limitrofi (Fiumefreddo, Sant'Antonio, Saraceno, San Francesco di Paola, Kàggera, Condor) e nelle altre aziende private. "Ma nel nostro territorio le cantine sociali negli ultimi anni - evidenzia Gaspare Calvaruso della cantina Sant'Antonio - stanno subendo una crisi irreversibile (ogni anno i soci diminuiscono del 20 per cento), che le porterà molto presto a chiudere i battenti, con conseguente vantaggio per i privati. Fino a quando Alcamo vendeva vino da taglio, le cose andavano bene. Adesso i costi di produzione si sono innalzati a dismisura. Ormai la Spagna e l'Argentina ci surclassano. E va soprattutto ricordato che siamo obbligati a portare le vinacce lontano, ovvero alla distilleria Trapas di Petrosino". Molti produttori alcamesi ormai preferiscono estirpare le vigne per sostituirle con altri tipi di colture.
Si può comunque affermare che, con la scarsa produzione del nord e le nuove distillazioni, il mercato del vino dovrebbe stabilizzarsi sui 2,5-3,5 euro grado alcolico per ettolitro e i consumi di vino aumentare, tali da smaltire le giacenze e la nuova produzione. In base ai dati forniti dall'assessorato regionale all'Agricoltura, la superficie vitata sul territorio di Alcamo si estende per oltre 5 mila ettari, a cui vanno aggiunti i terreni di proprietà di alcamesi sui territori di Calatafimi e Monreale per un totale di circa 8 mila ettari. "Quest'anno - riferisce Giuseppe Gambino dell'ufficio alcamese dell'assessorato - si prevede una vinificazione ad Alcamo pari ad almeno 700 mila ettolitri, e va ovviamente aggiunto a questa quantità il mosto conferito in altri Comuni. Alcamo è rimasta fedele ai vitigni autoctoni (80 per cento bianchi, 20 per cento rossi). Il comparto vitivinicolo contribuisce alla produzione lorda vendibile agricola per il 15 per cento, mentre risultano oltre 21 mila ettari di reimpianto in portafoglio in attesa di essere utilizzati. Resta il fatto che negli ultimi otto anni, c'è stato in Sicilia un decremento da 138 mila a 120 mila ettari di superficie vitata". In base ai dati dell'Istat aggiornati al 10 gennaio 2008, si tratta per l'esattezza di 119 mila 893 ettari sparsi in tutta l'Isola, di cui 76 mila 906 (ovvero il 64 per cento) di uve bianche, e 46 mila 839 ettari di uve nere. In provincia di Trapani, su cui insiste appunto oltre il 50 per cento della superficie vitata regionale (68 mila 780 ettari, seguono le province di Agrigento e Palermo), tra il 2000 e il 2006 si è registrata una produzione media di 9 milioni di quintali di uva, scesa sensibilmente nel 2007 a causa della peronospora. Tornando ai dati complessivi siciliani, il tipo di uva più diffuso è il catarratto (38 mila 079 ettari, ovvero il 31,8 per cento), seguito dal Nero d'Avola (19 mila 304 ettari, cioè il 16,1 per cento) e poi trebbiano, inzolia, grecanico, sirah.
Massimo Provenza
(cfr. il mio articolo pubblicato il 2 settembre 2008 nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia)

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Benvenuti a bordo del mio blog. Qui trovate alcune mie riflessioni, immagini, appunti e spunti su cui potete intervenire in qualsiasi momento esprimendo il vostro parere o le vostre critiche costruttive. Sono un giornalista professionista. Scrivo per il Giornale di Sicilia, in qualità di corrispondente dalla zona di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi Segesta, spaziando dalla cronaca allo sport e alle foto. Laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Giornalismo), sono iscritto all'Albo dei giornalisti professionisti dal 2006. Mi piacerebbe scambiare opinioni con chi visita questo blog, fare nuove conoscenze e intraprendere collaborazioni anche con altre realtà che operano nel mondo dell'informazione, purché sia autorevole e non strumentalizzata. Chi vuole può contattarmi su Facebook o telefonarmi al 3355735207 (ma non rispondo agli anonimi o cosiddetti "numeri privati") oppure inviarmi un messaggio al mio indirizzo di posta elettronica: massimoprovenza@email.it

cenni sulle mie esperienze giornalistiche

Il mio primo articolo su un giornale apparve il 13 dicembre 1997: rubrica Cronaca in classe, Giornale di Sicilia, argomento la riqualificazione di una villa pubblica in piazza Pittore Renda ad Alcamo. Il 29 ottobre 1998 mi telefonarono dalla segreteria dell'Università degli Studi di Palermo per comunicarmi di essermi classificato 33esimo (150 i posti disponibili) nella prova di selezione tra gli oltre mille aspiranti all'iscrizione al corso di laurea in Scienze della comunicazione. Nel frattempo, diversi articoli sul mensile alcamese Il Bonifato e poi qualcuno sul Segestano. Dal 2002 la mia attività di praticantato giornalistico. Dall'ottobre 2005 faccio il corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia, sul quale del resto avevo già in precedenza pubblicato alcuni brevi articoli. E' infatti a partire da quel periodo che, dopo essermi laureato nel luglio 2005, mi è stato richiesto di fare le cronache delle partite di calcio dell'Alcamo. Intanto il 20 luglio di quell'anno avevo conseguito il titolo accademico in Scienze della comunicazione, dopo aver completato il tirocinio per l'abilitazione professionale. Un paio di mesi dedicati a prepararmi per l'esame di abilitazione professionale, riflettendo anche sulla possibilità di dare un seguito alla collaborazione avviata durante gli stage nei mesi precedenti a Palermo con l'Ansa, Tgs e il quotidiano La Sicilia, senza trascurare quella di collaborare per la cronaca della provincia di Trapani. Poi una chiamata dalla redazione trapanese del Giornale di Sicilia per mettermi in prova come corrispondente per il calcio. Una delle mie passioni. Non potevo rinunciare. Intanto, il 31 ottobre 2005 ho sostenuto a Roma l'esame scritto (con macchina da scrivere, obbligatoria...) per diventare giornalista professionista, poi la prova orale il 23 febbraio 2006 ricevendo dalla commissione nazionale lusinghieri riconoscimenti per i miei elaborati del 31 ottobre, valutati tra i migliori su un migliaio di partecipanti.
Cliccando qui trovate i miei articoli e servizi per Ateneonline, la testata giornalistica dell'Università di Palermo, realizzati tra il novembre 2002 e l'ottobre 2004. Ho anche collaborato per il mensile Regione Mediterranea, pubblicando alcune inchieste. Il mio primo stage bimestrale l'ho svolto alla redazione palermitana de La Sicilia, con una ventina di articoli firmati. Poi, altri due mesi alla redazione televisiva di Tgs. E, infine, all'Ansa con diversi lanci di agenzia. Esperienze, insomma, molto formative sul piano professionale. Come corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia finora ho avuto la possibilità di cimentarmi su vari argomenti, dallo sport alla cronaca bianca e nera, e su cui ho pubblicato migliaia di pezzi principalmente su Alcamo, Castellammare del Golfo, Calatafimi Segesta. Collaboro all'occorrenza anche con l'agenzia di stampa ItaliaMedia. Dal 2007 collaboro anche con la Publikompass per la stesura di testi redazionali da pubblicare sul Giornale di Sicilia. Nel marzo 2009 ho iniziato a pubblicare su un canale You Tube alcune mie interviste filmate, nella prospettiva di inserirle in un nuovo webmagazine che è in fase di progettazione e che sarà da me diretto. Dall'ottobre 2009, proprio a tal proposito, è attivo AlcaMondoBlog, un esperimento di giornalismo partecipativo.

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