lunedì 31 agosto 2009

Raccolta dell'uva. Emergenze e dilemmi

"E ora che si fa, con il campo tenda per immigrati extracomunitari ad Alcamo? Lo facciamo o non lo facciamo? Se queste persone sono in regola, nessun problema. Ma se sono irregolari, adesso è reato aiutarli... Niente ospitalità, cibo, visite e quant'altro, se non hanno il permesso di soggiorno nel nostro Paese". E' la provocazione lanciata dal sindaco di Alcamo, Giacomo Scala, nei giorni scorsi.
Correva il mese di settembre del 2000, quando con un articolo pubblicato sul mensile alcamese "Il Bonifato" misi in evidenza le disumane condizioni di vita ad Alcamo dei tanti immigrati, in gran parte nordafricani, arruolati nelle "ciurme" per la vendemmia: costretti, al termine della dura giornata di lavoro nelle campagne, a bivaccare e a dormire durante la notte all'addiaccio o all'interno di autovetture parcheggiate negli spiazzi cittadini, e senza adeguati servizi igienici né assistenza sanitaria. Una mentalità quantomeno dotata di senso pratico umanitario suggeriva di mettere a disposizione ampi locali pubblici per venire incontro alle esigenze di queste persone - nei limiti del rispetto delle regole ma nella consapevolezza che si tratta pur sempre di esseri umani - offrendo pasti caldi o comunque la possibilità di ripararsi dalle intemperie. Mancava però una vera e propria organizzazione per accogliere questi lavoratori, molti dei quali ancor oggi dimostrano di avere anche un buon livello di preparazione culturale e professionale, oltre che doti umane. Nel corso degli anni successivi, qualcosa ad Alcamo si è mosso, in direzione di una migliore accoglienza, anche se in Italia, Paese delle mille contraddizioni, questa materia è sempre più dibattuta per la sua complessità. Fatto sta che in Sicilia la raccolta dell'uva è affidata ormai, per la maggior parte, alle mani di tali persone, se non a moderni mezzi meccanici. E anche quest'anno, il Comune di Alcamo ha disposto di realizzare "un campo immigrati per i lavoratori non residenti e/o extracomunitari in occasione della vendemmia per il periodo compreso tra il 28 agosto e il 4 ottobre 2009", in base all'ordinanza sindacale 296 del 13 agosto 2009.
"Il Comune di Alcamo, il Centro di ospitalità "Matteo 25.35” in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, la Caritas diocesana e il Centro ascolto per immigrati “Padre Nino Aparo” dell'Unitre - si legge in una nota diramata oggi dall'amministrazione comunale alcamese - realizzano il Campo di assistenza temporanea per l'ospitalità agli immigrati, nella nostra città per la vendemmia, nel campo sportivo comunale "Sant'Ippolito" in via Balduino. Il Campo offre la possibilità di pernottamento, servizi igienici (bagni, docce, lavanderia), un pasto caldo al giorno (i pasti sono offerti gratuitamente dalla Caritas diocesana), assistenza sanitaria di primo soccorso, consulenza legale. L'ingresso per il pernottamento è consentito solo a chi possiede il permesso di soggiorno. All'ingresso bisogna presentare un documento di riconoscimento, mentre per il pernottamento bisogna versare un contributo di 2 euro al giorno, di cui sarà rilasciata regolare ricevuta. E' fatto divieto di permanenza nel campo in mancanza di pagamento, ed è fatto divieto assoluto di consumare alcolici all'interno del campo. Ogni ospite dovrà attenersi alle disposizioni che verranno impartite dai responsabili del campo, dovrà avere comportamenti rispettosi della disciplina, altrimenti sarà allontanato dal campo. E' fatto divieto di bivacco nei giardini e nelle aree pubbliche della città. Il sindaco Giacomo Scala e l’assessore comunale ai Servizi sociali, Giuseppe Scibilia, nell’augurare una buona permanenza nel campo e un buon lavoro, sono certi che le regole suddette saranno rispettate".
La crisi del settore vitivinicolo in Sicilia, intanto, è sotto gli occhi di tutti. Mentre l'Unione europea ha incentivato con corposi finanziamenti l'estirpazione di vigneti (cfr. anche Da Alcamo e dintorni, il punto sulla vendemmia pubblicato il 9 settembre 2008).
Massimo Provenza

domenica 30 agosto 2009

Da Bunifat alla fornace del Crimiso. Archeologi alla scoperta di Alcamo

Dopo il rinvenimento, nei primi anni Duemila, di una fornace di età romana in contrada Foggia tra Alcamo e Castellammare del Golfo (vicino alla foce del fiume San Bartolomeo noto agli antichi con il nome di Crimiso e sede di epiche, sanguinose battaglie), ma anche di interessanti reperti nella zona del monte Ferricini tra Alcamo e Camporeale e che, secondo lo studioso Ignazio Messana, proverebbero l'esistenza di un santuario di Demetra databile tra i secoli VI e V avanti Cristo, in tempi più recenti la Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Trapani sta ponendo grande attenzione anche ai reperti archeologici custoditi in cima alla montagna di Alcamo. E in questi giorni ha reso nota una sintesi preliminare dei risultati dell’indagine archeologica portata avanti dal Gruppo archeologico Drepanon nell’ambito del “Progetto Bunifat”, svoltosi anche quest’anno sul Monte Bonifato, dal 20 luglio al primo agosto (responsabili del campo e del cantiere archeologici rispettivamente Antonino Filippi e Pierfrancesco Vecchio, mentre hanno collaborato allo scavo le archeologhe Luana Poma e Claudia Filippi e, per il rilievo topografico, l’Istituto tecnico “Caruso” di Alcamo, responsabile il professor Angelo Vitale). “L’estensione del saggio principale (circa 16 x 5 metri) - riferisce la dirigente Rossella Giglio - ha consentito di mettere in luce una porzione abbastanza ampia dell’abitato indigeno, con ogni probabilità di età arcaica e tardo - arcaica (VII - VI secolo a.C.), e ha fornito una preliminare sequenza stratigrafica per la ricostruzione della cronologia del sito. A sud-ovest del saggio principale, lo scavo, per una piccola porzione, all’interno di una unità abitativa assegnabile alla tarda età medievale, ha messo in evidenza come le fondazioni di questo edificio siano state impiantate direttamente sopra la distruzione della fase indigena, preservando in buona parte i muri e i depositi archeologici del sito più antico. L’analisi preliminare dei materiali ceramici ha posto in risalto la presenza di ceramica di importazione greca durante la vita del sito indigeno, indice di rapporti duraturi con l’elemento ellenico coloniale”. (Altri dettagli sono stati pubblicati nei giorni scorsi sul Giornale di Sicilia)

sabato 29 agosto 2009

E per Palermo...?


Sulla strada provinciale 55 Alcamo – Alcamo Marina, in contrada San Gaetano allo svincolo per l’autostrada c’è un solo pannello di segnaletica verticale verde indicante Trapani e in procinto di cadere a terra. Da oltre due mesi, quello che indica Palermo non esiste più, divelto a causa di un incidente. Naturale, quindi, la confusione per i turisti che, scendendo da Alcamo, devono immettersi sulla bretella per l’A29 Palermo - Mazara del Vallo in direzione Palermo.

mercoledì 26 agosto 2009

Mediterraneo in fiamme

Nelle foto in basso, un Canadair e un elicottero della Forestale caricano acqua dal Golfo di Castellammare per domare le fiamme divampate oggi nelle campagne tra Alcamo, Castellammare e Calatafimi Segesta.
Non si tratta di incendi paragonabili a quelli che in questi ultimi giorni hanno devastato la Grecia e che hanno messo in ginocchio, durante quest'estate, anche vaste aree in Spagna, Turchia, Sardegna, Francia, Portogallo. Ma dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Trapani hanno appena riferito di avere effettuato, nella sola giornata di oggi, 35 interventi in tutto il Trapanese, Pantelleria compresa, per domare roghi di varia entità.








martedì 25 agosto 2009

Di pastafrolla i piloni dell'A29? L'Anas: "La struttura è solida"

Getta acqua sul fuoco, l'Anas. Affermando che "lo stato in cui versano i piloni del viadotto Calatubo dell'autostrada A29 non rappresenta un pericolo per l'incolumità pubblica, in quanto la struttura è solida e non rischia di crollare". E che "sono già in programma interventi di ripristino dell'intonaco esterno che con il tempo si è sfaldato". Dichiarazioni che l'Anas ha reso al mio collega Ignazio Marchese, e che sono state pubblicate oggi ad integrazione di un mio articolo sul Giornale di Sicilia, a pagina 8. I piloni del viadotto Calatubo sono alti al massimo una quarantina di metri. La posa della prima pietra per costruire l'A29 risale al 1971, pochi anni dopo il terremoto del Belice, a cura dell'Anas e in gestione allo stesso ente. Il viadotto in questione è utilizzato dal 1975. Appena lo scorso inverno, la galleria Segesta della stessa A29 (che si trova nei pressi dell'omonima area archeologica) in termini di sicurezza è risultata al penultimo posto in Europa. Si tratta di dati che non possono essere sottovalutati.

lunedì 24 agosto 2009

Cresce la preoccupazione per quel viadotto della A29 che non può essere snobbato

Dopo Sky, anche il Tg3 nazionale ha oggi lanciato un servizio (e stasera alle 23, sulla stessa emittente, è previsto anche uno speciale) riguardante le condizioni in cui versano i piloni del viadotto "Calatubo" dell'autostrada A29 Palermo - Mazara del Vallo, intervistando il collega Salvatore Tartamella (vedi il post pubblicato su questo blog il 7 giugno 2009) che aveva lanciato l'allarme su segnalazione di un cittadino che possiede un appezzamento di terreno in tale zona. E finalmente, anche il Giornale di Sicilia dedicherà domani uno spazio a tale situazione, pubblicando un mio articolo in cronaca regionale. Massimo Provenza

sabato 22 agosto 2009

Incendi continui, rischio frane, inquinamento. Ad Alcamo è emergenza ambientale

L’ennesimo incendio, l’ennesimo intervento di spegnimento da parte dei vigili del fuoco di Alcamo, appena mercoledì scorso in contrada Fico. Le fiamme hanno distrutto circa cinque ettari di terreno incolto. E ancora una volta, proprio in tale zona, sono stati rinvenuti resti carbonizzati di rifiuti tossici, in gran parte eternit e pneumatici. Ragion per cui, sono state avviate indagini da parte delle Forze dell'Ordine. Nel corso dell’attuale estate, con cadenza quasi quotidiana si registra almeno un incendio di sterpaglie nei territori di Alcamo e di Castellammare: negli ultimi venti giorni, a Balata di Inici, Grotticelli-Visicari nel Castellammarese, contrade Calatubo (dove è stata rinvenuta una discarica abusiva allo svincolo tra la strada statale 187 e la comunale 114), Sasi, Vallone Nuccio, Furchi, Fico, Orlando (anche qui, rifiuti di materiale in amianto) nell’Alcamese. Già altre discariche abusive a cielo aperto, nel territorio di Alcamo, in precedenza erano state segnalate al Comune e alla Prefettura dai vigili del fuoco del locale distaccamento. Anche la Polizia municipale alcamese ha lanciato allarmi al settore comunale Ambiente, all’Asl 9, alla Procura della Repubblica di Trapani e all’Arpa, per la presenza di rifiuti in amianto in varie zone periferiche, soprattutto Palmeri e Bosco d’Alcamo.
Mentre in località Calatubo alcuni residenti chiedono di “far sistemare un canale di convoglio dei reflui e un sottopasso, in modo tale da prevenire esondazioni e frane”. Ad Alcamo Marina, la collina a monte della Tonnara rimane tuttora inagibile a seguito della frana del primo febbraio scorso. L’instabilità di certi terreni a causa di costruzioni abusive, la mancata pulizia (in barba alle ordinanze) delle aree a rischio d’incendio e il problema dello smaltimento di reflui inquinanti e altamente nocivi all’ecosistema e quindi all'agricoltura e alla salute, sono problemi seri, da Monte Bonifato e Monte Inici alle campagne, dai centri abitati fino al mare, che da oltre un mese, ad Alcamo Marina, è sporchissimo.
Massimo Provenza

giovedì 20 agosto 2009

Castellammare prega la Madonna e fa festa

Dal 19 al 21 agosto a Castellammare del Golfo si sviluppa la Festa in onore della Patrona Maria Santissima del Soccorso. Si tratta di un culto iniziato intorno al secolo XV e derivabile dagli Agliata, famiglia di banchieri pisani e mercanti, che si trasferì in Sicilia nel Trecento. Una tradizione che è portata avanti a partire da allora dai Padri Agostiniani di Palermo e legata ad un miracolo palermitano: ovvero, secondo la leggenda, e la fede, l’apparizione della Madonna ad una bambina per scacciare il diavolo. Nel Cinquecento, il culto fu introdotto a Castellammare dagli stessi Alliata, divenuti, nel frattempo, padroni del paese. La chiesa dedicata alla Vergine del Soccorso fu aperta al pubblico nel 1736. L’8 settembre del 1796, la Vergine fu dichiarata Patrona Principalissima della Città e, nello stesso anno, in segno di riconoscimento per le grazie ed i miracoli ricevuti dai fedeli, fu chiesto al Capitolo Vaticano di insignirla della Corona e della Mazza. La petizione fu approvata e, il 16 settembre 1798, fu solennemente incoronata. E’ dal 1820 che Maria Santissima del Soccorso viene festeggiata il 21 agosto (cfr. il post pubblicato il 12 luglio 2009 e altri documenti contenuti nel libro "Maria SS. del Soccorso" di Rosa Maria Ancona).
IN MOSTRA I QUADRI DI BRUNO PORRO - Prosegue, intanto, nei locali della seicentesca ex chiesa di Maria Santissima degli Agonizzanti oggi adibita ad aula consiliare del Comune di Castellammare, in Corso Mattarella, l'esposizione dei quadri di Bruno Porro, artista comense di fama internazionale. Pittore e scultore per professione, Porro è tra i più noti acquerellisti italiani: è stato allievo del maestro Ernesto Treccani (del quale ha portato a Castellammare alcuni dipinti), ed è incluso nei più autorevoli dizionari d’arte, oltre ad avere ricevuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti dalle Alpi a New York. Le sue opere si trovano inserite in collezioni private e pubbliche, italiane ed estere, in permanenza nel salone mostre del centro Bennet Cantù 2000. Conosciuto per le sue sculture in legno e in bronzo a cera persa, utilizza diversi materiali, in particolare pannelli di fibra m.d.f. che scolpisce e dipinge in acrilico creando opere tridimensionali. Tema privilegiato delle sue opere, con l’uso di colori forti e vivaci, è il rapporto, oggi sempre più conflittuale, tra l’uomo e la natura. “Sono un positivo”, sostiene Porro. Secondo lui, non tutto è perduto in questa nostra Sicilia: “Bisogna essere – afferma - più attivi e creativi: la passività è vita sprecata”.

Un incontro in riva al mare per ricordare il "Presidentissimo"

Un momento di incontro e di preghiera. Una raccolta di firme dei partecipanti e di foto storiche che lo ritraggono con i suoi atleti. E poi, qualche calcio al pallone sulla sabbia. Tutto è pronto, ad Alcamo Marina, per ricordare il “Presidentissimo” Onofrio Cilluffo, deceduto lo scorso 5 giugno all’età di 85 anni. Oggi alle 18 sull’arenile della Battigia di Alcamo Marina, si concretizzerà l’iniziativa dell’alcamese Vincenzo Raspanti e di altri profondi conoscitori, in gran parte alcamesi e castellammaresi, di tale figura sportiva ma soprattutto umana: quella di Cilluffo è la più emblematica, tra i dirigenti del calcio alcamese di ogni tempo. Il suo nome è legato alla fondazione della Juventina Alcamo negli anni sessanta del secolo scorso, ai tempi in cui l’Alcamo era affidato a Gino Colaussi, triestino, ex ala sinistra della Nazionale italiana campione del mondo 1938. Impiegato al Comune di Alcamo, nei momenti in cui gli era possibile Cilluffo s’impegnava nel gestire in prima persona la sua Juventina, spendendo soldi di tasca propria. Mitici i derby con la Don Bosco in Prima categoria e il suo stile originale in panchina: subito dopo ogni gol realizzato dalla sua formazione, accendeva e gustava a bordo campo l’immancabile sigaro. Negli anni settanta, epoca d’oro del calcio alcamese, fu chiamato a collaborare con l’Alcamo. Intanto la Juventina, gestita da Paziente e soci, ottenne anche l’accesso in Promozione, a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto da Cilluffo. Altri dettagli domani sul Giornale di Sicilia.
Massimo Provenza

mercoledì 19 agosto 2009

Legalità: show, slogan oppure azione concreta nel proprio piccolo?

Da sempre, l'umanità sente il bisogno di darsi delle regole. Oggi si parla tanto di legalità. Si può essere portati ad accusare presunti o veri malfattori, a sognare e ricercare un mondo più giusto, socialmente più umano. Ma la tanto dibattuta "legalità" è qualcosa da mettere in pratica con il reciproco rispetto, senza ciechi pregiudizi, e non banalmente spettacolarizzata o smerciata in nome di un associazionismo di facciata alimentato da politicanti "figli di papà" che si spaccino per povere vittime dei soprusi del mondo senza però che intanto rinuncino a fare la "bella vita" fatta di sprechi di quattrini e di risorse psicofisiche e dell'abitudine a impiegare le giornate a lamentarsi anziché impegnarsi in qualcosa di seriamente costruttivo non soltanto per sé ma soprattutto per gli altri. In tantissimi ammirano chi con coraggio esprime le proprie idee o porta avanti un particolare modo di esercitare la propria professione, così come si può essere liberi di criticare o, quantomeno, di diffidare di chi si pone come "paladino del bene": si ha tutto il diritto di studiarlo, di capire che cosa veramente lo guidi a comportarsi in tal modo, di vagliare con attenzione gli elementi di prova che corroborino le sue affermazioni. In ogni caso, si riesce a giungere alla realizzazione di uno Stato più funzionale ai bisogni di tutta la cittadinanza? O sono soltanto chiacchiere? C'è il rischio che qualcuno senta il bisogno di generare guerre pseudoideologiche (visto che oggi le ideologie sono ormai morte da molto tempo) o comunque divisioni violente tra i cittadini, come se già non bastassero tutte le varie forme di criminalità già esistenti? Oppure si rivela più che mai necessario un dialogo intelligente e riqualificante, volto a migliorare lo status quo soprattutto culturale? Certo è che se ognuno di noi operasse seguendo il proprio cuore, facendo il proprio lavoro con dedizione, e rispettando chi gli sta vicino, con un uso costruttivo delle proprie facoltà umane nel proprio piccolo, saremmo già a un buon livello di convivenza civica. E' inutile dire che lo Stato va male, se non prendiamo coscienza che lo Stato siamo noi con la nostra capacità di rispettare le regole già nel nostro microcosmo sociale, nelle nostre relazioni quotidiane, nella comunità in cui interagiamo.
Massimo Provenza

Travaglio, Ingroia e discorsi sulla legalità. L'incontro a Castellammare


Un incontro con il giornalista e scrittore Marco Travaglio e il magistrato Antonio Ingroia, dal titolo "Parole libere" sul tema della libertà di stampa si è svolto ieri nella Villa Margherita di Castellammare del Golfo. Il convegno è stato organizzato dal presidio castellammarese di "Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", dalla Libreria Mondadori di Alcamo e Castellammare, dall'Associazione Antiracket e Antiusura di Alcamo e dal Siulp - Sindacato di Polizia, con Antonio Pignatiello nel ruolo di moderatore. Presente anche il vicequestore di Trapani (e, in questi giorni, dirigente del Commissariato di Polizia di Alcamo e Castellammare) Francesco Palermo Patera.

sabato 15 agosto 2009

Commercianti di Alcamo si ribellano contro le sagre gratuite e la disorganizzazione

"Sagra della granita e dello sfincione gratis? E con quali soldi?". E' una questione che due commercianti di abbigliamento ad Alcamo mi hanno posto in questi giorni, in merito all'allestimento della "Sagra della granita e dello sfincione" organizzata dal Comune di Alcamo e svoltasi in occasione della Notte bianca del 12 agosto scorso. "Riteniamo che si tratti di uno spreco di denaro pubblico", affermano. Oltre alla disorganizzazione e alle difficoltà che commercianti e amministrazione comunale mostrano nel trovare accordi per dare vita a manifestazioni utili a promuovere l'economia locale, ad Alcamo c'è anche chi critica le prese di posizione di certe associazioni di categoria: "Vogliono forse contributi pubblici?", domanda qualche osservatore.
Presto sarà pubblicato un articolo sul Giornale di Sicilia, con le relative interviste a commercianti, rappresentanti delle associazioni di categoria e all'amministrazione comunale di Alcamo. (Nella foto, la piazza Ciullo in notturna)
Massimo Provenza

venerdì 14 agosto 2009

Motel Beach di Alcamo Marina, il Comune ordina la messa in sicurezza

ALCAMO. Da oltre trentacinque anni versa in condizioni di totale abbandono. Si tratta del Motel Beach di Alcamo Marina, la cui attività tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso fu portata avanti dalla mafia alcamese rappresentata dai fratelli Filippo e Natale Rimi. Adesso, ecco un'ordinanza del sindaco Giacomo Scala (la numero 291 del 13 agosto 2009, protocollo numero 43631), firmata dal vicesindaco Massimo Fundarò, rivolta alla proprietaria di tale immobile, Giovanna Vitale, "di effettuare - si legge nel documento pubblico - sotto la direzione di un tecnico abilitato, tutte quelle opere ritenute necessarie per il ripristino delle normali condizioni di sicurezza, entro trenta giorni".
"Il Motel Beach - scrive lo storico alcamese Roberto Calia nel suo libro "Alcamo Marina Ieri & Oggi" - fu costituito nel 1962 in contrada Canalotto dai fratelli Filippo e Natale Rimi e dall'impresario Antonio Piazza. Disponeva di 18 camere con 36 posti letto, ristorante, bar, dancing, due piscine, spiaggia propria con 32 cabine di legno e 60 ombrelloni, e un vasto piazzale per il parcheggio delle auto. Dal 1962 al 1970 registrò anni di crescita e di affermazione, divenendo un'ambita meta di turisti per le vacanze, di sposi per intrattenere i propri parenti e amici, e (durante l'estate) gli Alcamesi e gli abitanti dei paesi vicini per serate danzanti e per l'ascolto di buona musica".
Massimo Provenza

giovedì 13 agosto 2009

Alcamo, i turisti protestano: "Servizi sanitari non all'altezza"

Domani sul Giornale di Sicilia due denunce pervenutemi da sei turisti in vacanza ad Alcamo.



mercoledì 12 agosto 2009

SOS Alcamo Marina

ALCAMO MARINA. In queste due foto a sinistra, potete notare un paio di sottopassi pedonali ad Alcamo Marina (in zona Catene e in zona Aleccia, con un cartello recante la scritta "Divieto di transito") sprovvisti di muretti di contenimento e convoglio dei reflui, e che vengono costantemente invasi dalle acque nere provenienti dagli scarichi abusivi, parte integrante, ormai da decenni, dello scempio urbanistico e ambientale della località balneare alcamese, dove mai è stata costruita una rete fognante. Domani sul Giornale di Sicilia sarà pubblicato un servizio a tal proposito, a seguito di una serie di segnalazioni giuntemi da alcuni lettori.
Intanto, non si registrano novità per quanto concerne la vertenza tra Anas e Ferrovie dello Stato in merito all’apertura (o meglio, al corretto utilizzo, considerato che, di fatto, pedoni e veicoli ormai vi transitano tranquillamente) del sottopasso realizzato in contrada Ex Fermata Treno e che dovrebbe, in teoria, consentire di raggiungere l’ex Tonnara rendendo più fluido il traffico delle auto, che soprattutto nelle serate del fine settimana si paralizza. Si tratta di un’opera molto discussa. Fu avviata, ricordiamo, nel 1991 sopprimendo il caratteristico casello e il passaggio a livello che conduceva dritti verso la spiaggia oltre che verso la Tonnara (cfr. il post pubblicato su questo blog il 15 aprile 2009).
Rimane costante lo stato di allerta, ad Alcamo Marina, per quanto riguarda il pericolo di frane, che interessa centinaia di villette e palazzine anche a tre, quattro e più piani costruite nel corso degli ultimi quarant'anni, arroccate sulle colline in calcarenite (in dialetto, "timpuna") di Alcamo Marina. Più volte negli anni passati straripò il torrente Canalotto, a monte della strada statale 187, provocando ingenti danni alle colture per ben 5 chilometri del suo percorso. Del resto, è ancora vivo il ricordo dell'alluvione che nella mattinata del 12 agosto 1997 (giusto oggi, dodici anni fa) sconvolse Alcamo e Alcamo Marina, mentre si notano tuttora le conseguenze di quella che nella notte dello scorso primo febbraio mise in ginocchio i territori di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi Segesta: ad Alcamo Marina, ai gravi disagi per la frana generatasi a monte della Tonnara, invadendo di fango, massi e tronchi d'alberi le villette e anche un bar al margine della Statale, con il pericolo di ulteriori crolli anche di abitazioni, si aggiunse l'ennesimo smottamento tale da bloccare l'ultimo tratto della strada comunale che da contrada Palma sbocca nei pressi dell'intersezione, in zona Canalotto, tra la Provinciale 55 e la Statale 187. Proprio su quelle colline insiste una selva di case di villeggiatura. Altri smottamenti bloccarono invece per alcuni giorni, un anno fa, la strada comunale che da contrada Pigne di don Fabrizio conduce ad Alcamo Marina.
Massimo Provenza

lunedì 10 agosto 2009

Tra Alcamo e Balestrate un cimitero di veleni a cielo aperto



Questa foto, scattata stamane, testimonia le condizioni di "salubrità" in cui versa una zona tra Alcamo e Balestrate. Presto, a tale riguardo, sul Giornale di Sicilia sarà pubblicato un servizio, facendo riferimento a tante altre segnalazioni di discariche a cielo aperto disseminate nel territorio di Alcamo e in quello di Castellammare del Golfo.

sabato 8 agosto 2009

Ad Alcamo accade anche questo

ALCAMO. Commercianti che ostacolano l'attuazione del nuovo Piano del Traffico urbano messo a punto dall'amministrazione comunale alcamese. Lamentele, pretese individualistiche, passi avanti e dietrofront da parte del Comune, sul piano decisionale di messa in pratica di regole elementari per una più corretta circolazione veicolare ad Alcamo, dove sono in pochi, tra i cittadini, a rinunciare all'uso delle autovetture (se ne contano oltre 35 mila). E' il quadro sociale che si conferma, non soltanto documentandosi in giro per Alcamo, ma anche dando un'occhiata alla pagina personale del sindaco Giacomo Scala su Facebook emerge uno spaccato che conferma tale situazione: anche se c'è chi interviene proponendo l'abolizione dei cortei funebri, si nota anche chi osteggia la sperimentazione di accorgimenti tecnici volti a snellire il traffico viario urbano. E intanto, c’è il rischio che si riveli un flop, la Notte bianca programmata dall’amministrazione comunale di Alcamo per la sera del 12 agosto con lo scopo di promuovere il turismo e la vita commerciale in città, consentendo alla gente di fare shopping in vari negozi aperti ad orario prolungato, mentre diversi eventi culturali e spettacoli si svolgono nel centro storico. A denunciarlo, ieri, sono state le associazioni di categoria di commercianti e imprenditori alcamesi. Nel cartellone di eventi estivi, messo a punto tra Alcamo, Alcamo Marina, Castellammare e Calatafimi Segesta dagli enti locali, tra i valori aggiunti di quest’anno c'è anche la possibilità di fruire al meglio del riqualificato Collegio dei Gesuiti alcamese “che in queste serate – annuncia l’assessore comunale alla Cultura, Francesco Polizzi - rimarrà aperto al pubblico non soltanto per gli spettacoli ma anche nell’area museale al proprio interno”. “Ma il Comune di Alcamo neppure ci ha interpellati, prima di organizzare la Notte bianca”, sostiene Lorenzo Pipitone in rappresentanza dell’ApicasConfesercenti. Sulla stessa lunghezza d’onda si dichiara Nino Coraci, presidente della Confcommercio alcamese: “Queste manifestazioni, che richiedono una concertazione con tutti i commercianti interessati, vanno organizzate almeno un anno prima, non invece nell’arco di una manciata di giorni”. L’ApicasConfesercenti, del resto, insiste nel proporre di avviare anche ad Alcamo un Centro commerciale naturale per rilanciare l’economia locale. L’assessore comunale allo Sviluppo economico, Giuseppe Butera, replica: “Abbiamo cercato di avvisare per tempo tutti i commercianti, ma molti di essi, con ogni evidenza, non sono interessati a questo genere di iniziative". Si tratta di argomenti più volte trattati in questi giorni, e anche oggi, sul Giornale di Sicilia. Nella foto, la riqualificata piazza Bagolino, sede di appuntamenti enogastronomici e ludici la sera del 12 agosto. Massimo Provenza

venerdì 7 agosto 2009

Castellammare accoglie la flottiglia della Route du Jasmin

Fa tappa anche quest'anno a Castellammare del Golfo, da domani e per tre giorni con contestuali appuntamenti enogastronomici, culturali, musicali e di promozione turistica del territorio, la “Route du Jasmin”, Rotta del Gelsomino, giunta alla diciannovesima edizione. Si tratta di una regata turistico-culturale che conduce, attraverso il Mediterraneo, circa sessanta imbarcazioni a vela di sette Paesi. La manifestazione è organizzata, per il terzo anno consecutivo, in collaborazione con “La Rotta dei Fenici”, Itinerario culturale del Consiglio d'Europa con il patrocinio del Ministero Beni e Attività Culturali e la Regione Siciliana. Partita il primo agosto da La Seyne-sur-Mer (Tolone, Francia), la flottiglia è guidata da Adriatica, l’imbarcazione di “Velisti per caso” detta anche “La Rossa dei Mari” per il suo inconfondibile colore. "Quest'anno - riferiscono gli organizzatori - si registra la collaborazione avviata dalla Rotta dei Fenici con il duo Patrizio Roversi e Syusy Blady, che fa da preludio ad una più ampia cooperazione tecnico-comunicativa, in occasione del secondo ciclo di riprese sulle tracce dei Popoli del Mare e dei Fenici, in onda su Sky – Yacht & Sails. A bordo di Adriatica, nella tappa di Castellammare ci sarà anche una troupe del Master in Giornalismo dello Iulm di Milano, che sta realizzando un reportage e un sito web sulla Rotta dei Fenici, a supporto della candidatura Unesco dell’Itinerario. La tappa siciliana vedrà la partecipazione di Patrizio Roversi. Lunedì 10 agosto, sullo specchio di mare dinanzi al porto di Castellammare del Golfo, le barche partecipanti alla Route du Jasmine daranno vita a una regata dimostrativa denominata “Castellammare Cup”". La Route du Jasmin, che da diciannove anni approda in Sardegna e nella Sicilia occidentale, nella parte fenicio-punica dell’isola, anche quest’anno si concluderà in Tunisia, a Port Yasmine ad Hammamet, dove è previsto l’arrivo il 12 agosto, con la regata conclusiva e la cena offerta dall’Ontt (Office National du Tourisme Tunisienne), con la consegna dei premi."Route du Jasmin è uno straordinario strumento di promozione di approdi e di territori - dice il vicesindaco Carlo Navarra -. Infatti i partecipanti, oltre che Castellammare e la Riserva dello Zingaro, visitando anche Segesta ed Erice, vedranno una porzione della Rotta dei Fenici in Sicilia". Alcamo non è però inserita tra le mete delle escursioni in programma nel contesto di quest'evento. Ma ci sarà l'imbarazzo della scelta, in questi giorni, sia per i turisti sia per i cittadini locali, che ad Alcamo, va ricordato, avranno la possibilità di visitare il riqualificato Collegio dei Gesuiti, sede di vari eventi culturali, e di partecipare, al Castello dei conti di Modica la sera del 10 agosto, alla manifestazione "Calici di Stelle", organizzata dal Movimento Turismo del Vino e dalle Città del Vino con l'associazione Strada del Vino Alcamo Doc, e a vari spettacoli e momenti anche di promozione commerciale del territorio quale la Notte bianca il 12. Ma proprio l'organizzazione della Notte bianca ad Alcamo è tuttora al centro di polemiche tra parecchi commercianti alcamesi e l'amministrazione comunale. Sul Giornale di Sicilia, domani, maggiori dettagli su questa vicenda. Intanto, sono previste anche a Scopello mostre e varie performance artistiche. Denso è il cartellone degli appuntamenti a Castellammare, anche in vista dell'imminente Festa della Patrona Maria Santissima del Soccorso.

giovedì 6 agosto 2009

Le veline di Striscia ad Alcamo Marina. Enoturismo, spettacoli e Notte bianca ad Alcamo

ALCAMO. Si prevede la partecipazione, come ospiti per un party alla Battigia di Alcamo Marina, anche delle veline di Striscia la Notizia, Costanza Caracciolo e Federica Nargi. E al Castello, non mancherà l'ormai collaudata manifestazione enoturistica "Calici di Stelle", seguita da uno spettacolo del comico e cantautore Dario Vergassola. In programma anche la Notte bianca e altri appuntamenti culturali e sportivi inseriti nel cartellone di Alcamo Estate. Domani sul Giornale di Sicilia uno Speciale dedicato a tali eventi nel fine settimana e nei giorni immediatamente successivi, ad Alcamo e ad Alcamo Marina.

mercoledì 5 agosto 2009

Ad Alcamo Marina è in vigore un nuovo codice della strada

ALCAMO MARINA. Come potete notare in questa foto, in corrispondenza della chiesetta della Tonnara vigono nuove regole.
Osservate la segnaletica verticale...

martedì 4 agosto 2009

Castellammare, il nuovo ombudsman: "Non vedo, ma conosco. Pronto a fare il rompiscatole"

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. "Il fatto che ad Alcamo non ci sia un difensore civico non si rivela, forse, un problema, almeno in questo momento. Ma qui a Castellammare la presenza di questa figura istituzionale è oggi necessaria, perché è in corso la controversia tra un consistente gruppo di cittadini e l'amministrazione comunale, per quanto riguarda il trasferimento della scuola Buccellato (cfr. il post pubblicato il 12 aprile 2009, nda), con conseguente richiesta di referendum consultivo, che però verrebbe a costare al Comune di Castellammare ben 90 mila euro circa. L'ultima parola, sulla possibilità di rendere ammissibile o no questa richiesta di referendum spetterà al difensore civico". Ad affermarlo, nel corso di un'intervista rilasciatami oggi pomeriggio, è stato Leonardo Di Stefano, il nuovo difensore civico (detto anche "ombudsman", termine che deriva da un ufficio di garanzia costituzionale istituito in Svezia nel 1809 e che letteralmente significa "uomo che funge da tramite") di Castellammare del Golfo. Non vedente, ricopre la carica di presidente provinciale dell'Unione italiana ciechi di cui è anche componente della direzione nazionale. "Un vero difensore civico - dichiara Di Stefano - non può essere definito tale se non assume un ruolo di "rompiscatole", che si metta a disposizione dei cittadini e che sia autonomo da qualsiasi condizionamento politico". Va comunque detto che Di Stefano è un simpatizzante del centrodestra: lo scorso anno, nelle fila del Pdl, si candidò alle amministrative per l'elezione del consiglio comunale castellammarese. Raccolse una sessantina di consensi. "Eppure - sostiene - in occasione delle elezioni regionali del 1996 portai ben mille voti a Mimmo Turano, attuale presidente della Provincia, di cui sono anche amico. Prima ero con il Cdu, poi divenuto Udc. E' vero, Casini si è dissociato da Berlusconi, ma ho sempre avuto buoni e costruttivi contatti con tutti". E adesso, è stato eletto difensore civico. "Soltanto all'ultimo giorno utile - dice - per presentare domanda di partecipazione, ho saputo per caso che era uscito il secondo bando, che era stato poco pubblicizzato. Ho partecipato, e adesso eccomi qui". Infine, in merito alle possibilità di sviluppo del territorio di Castellammare e di Alcamo, il nuovo ombudsman afferma: "Ho sempre coltivato ottimi rapporti anche con Alcamo, dove del resto, per l'Unione ciechi, Maddalena Campo era un'istituzione*. Subito dopo la seconda guerra mondiale, i castellammaresi erano molto più evoluti degli alcamesi. In seguito, Castellammare non seppe più esprimere forze politiche all'altezza. Occorre oggi una maggiore apertura mentale. Serpeggia troppa rassegnazione. Se e quando mi sarà consentito di intervenire in consiglio comunale, metterò in evidenza quanto la generazione castellammarese ormai adulta e che si considera matura sia stata incapace di creare le basi per dare un’iniezione di fiducia ai suoi figli, adesso costretti a sperare soltanto nei favori del politico di turno".
Altri dettagli saranno pubblicati domani sul Giornale di Sicilia
(*) Maddalena Campo, alcamese (1926-2008), autrice, sul finire degli anni '50 del secolo scorso del libro "Una siciliana a Parigi". "Quand'era fanciulla - raccontano i suoi figli - venne scelta per offrire i fiori a Mussolini in visita ad Alcamo. Non ancora maggiorenne, seguì il suo uomo, che era un bersagliere, affrontando persino i bombardamenti di Cassino". Maddalena Campo fu una donna di rara bellezza. "Appena maggiorenne - proseguono - visse a Parigi da sola. Star cinematografiche quali Gerard Philipe e Jean Gabin la invitarono ad aggregarsi al loro cast. Ma per rispettare una promessa fatta al padre rinunciò a divenire un'attrice del cinema. Tornò ad Alcamo per ricostituire la famiglia con l'ex ufficiale dei bersaglieri e il loro figlio. Ed è di quel periodo il suo unico romanzo di cui si occupò la stampa nazionale: erano gli anni sessanta, e fece scalpore. Successivamente si separò dal marito e cercò di crearsi una nuova famiglia. Riuscì nell'intento, ma il nuovo marito, l'ingegner Lazzara, morì nel 1981". Dal 1972, subentrando alla sorella Ninetta, Maddalena Campo fu responsabile della sezione di Alcamo dell'Unione italiana ciechi.
Massimo Provenza

La morte di monsignor Regina, l'arciprete del decalogo contro pizzo e usura

ALCAMO. E' di oggi la notizia della morte di monsignor Vincenzo Regina, l'ex arciprete alcamese autore di numerose pubblicazioni. Nel 2007, alla veneranda età di 97 anni, presentò un suo nuovo libro intitolato “L’associazione antiracket e antiusura alcamese. Istituzione provvidenziale": si tratta di un volumetto che contiene il decalogo “Per non pagare pizzo e usura”, un messaggio in risposta al decalogo sul “perfetto mafioso” ritrovato nel covo del boss Salvatore Lo Piccolo. Nel 2004, monsignor Regina pubblicò “Arpie del racket. Vampiri dell’usura” che contiene interessanti documenti riguardanti la costituzione dell’Associazione Antiracket e Antiusura alcamese. Sul Giornale di Sicilia di domani un articolo di Giuseppe Maniscalchi.

lunedì 3 agosto 2009

Gli affascinanti mondi di Castellammare del Golfo

Da diversi miei articoli pubblicati tra luglio e agosto 2007 sul Giornale di Sicilia per le edizioni di "Speciale Estate a Castellammare 2007" (gli asterischi indicano gli aggiornamenti odierni)

AL CASTELLO SI RECUPERA LA "MEMORIA DEL MEDITERRANEO" - “La memoria del Mediterraneo” è custodita all’interno del castello arabo-normanno, che è il più autentico e storico biglietto da visita di Castellammare. Il maniero, infatti, è oggi un polo museale realizzato negli ultimi anni dall’amministrazione e patrimonio di tutti, che si propone come strumento per instaurare una continuità tra passato e presente. Nelle sale del castello è possibile innanzitutto visitare il Museo dell’acqua e dei mulini, frutto di un progetto europeo sviluppato con lo scopo di mettere in evidenza la stretta relazione tra uomo e macchina. In esposizione differenti attrezzi utilizzati in agricoltura: testimonianze delle tecniche agricole e dei modi di vivere antichi del territorio. Tale museo è collegato a quello delle attività produttive (Fondazione “Annalisa Buccellato”), in cui sono conservati oggetti di uso quotidiano degli artigiani di un tempo di un tempo, con gli utensili necessari alla coltivazione dei campi. Nel Museo archeologico sono esposti ceppi d’ancora e le anfore da trasporto risalenti al periodo romano: Castellammare fu infatti l’emporio segestano di cui hanno parlato grandi storici del passato (Tucidide, Stradone, Cluverio). Le tradizioni legate alla pesca rivivono invece nel Museo delle attività marinare (*oggi in via Mascagni): in bella mostra una collezione di attrezzi per la pesca del tonno e strumenti per la navigazione nelle acque del Golfo, dove flotte commerciali e branchi di tonni, in epoche remote, rappresentarono per tanto tempo lo strumento per far fiorire Scopello con la sua antica tonnara. Pannelli illustrativi con foto, materiale multimediale, disegni, mappe e relazioni illustrano ai visitatori il significato di tutto ciò che si presenta dinanzi a loro nel museo. Il polo museale è arricchito da un’attrezzata sala conferenze dedicata alla memoria storica, la sala dedicata ai beni culturali e paesaggistici della città e del suo territorio e due sale dedicate agli eventi culturali e di spettacolo di maggiore rilievo, ovvero la sacra rappresentazione “Nostra Principalissima Patrona” e “Castellammare sul set”: film, fiction, spot pubblicitari e reality girati a Castellammare. Il castello, inoltre, offre un’affascinante panoramica della marina e del golfo.
LIDI E LOCALI PER TIPI DA SPIAGGIA - La spiaggia di Castellammare, detta anche Plaja, è da diversi anni attrezzata con lidi, oltre che ricca di ristoranti, pizzerie, bar. Gli imprenditori locali sanno ormai che la finissima sabbia del lungomare castellammarese è un’ottima risorsa per il turismo. Del resto, proprio in quella zona, le correnti marine favoriscono la frequente possibilità di fare il bagno in acque pulite: anche per questo motivo, da decenni, l’arenile è preso d’assalto, anche da qualche turista estero. Intanto, per chi vi arriva in automobile, si aprono le porte dei parcheggi a pagamento. Chi trova spazio tra le strisce blu, ha giusto il tempo di comprare, nel più vicino bar o tabaccheria che sia, il ticket (o la risma di ticket) da apporre sul rovente cruscotto. Vigili urbani e ausiliari del traffico sono sempre in agguato, per scongiurare il caos di macchine.
VIAGGIO IN UN MONDO SOMMERSO - Mute subacquee, maschere, bombole d’ossigeno: il minimo occorrente, per scoprire i segreti del mondo sommerso tra Castellammare e San Vito Lo Capo. Ma bisogna saperci fare, perché con la pressione, sott’acqua, non si scherza. Fauna e flora marine convivono, in questo mondo tutto da esplorare. Anemoni, spugne, madrepore popolano questi fondali, colorandoli assieme a colonie di astroides, gorgonie e spirografi. Di sicuro, tra i punti più visitati dai sommozzatori c’è la Grotta della Ficarella, ricca di stalattiti e incrostazioni calcaree pressoché uniche e molto interessanti dal punto di vista scientifico: al suo interno, una sorgiva di acqua dolce crea un effetto ottico particolare miscelandosi con l’acqua salata e genera una bolla d’aria oltre il livello del mare. Un altro luogo che si segnala per la sua ricchezza faunistica è Punta Leone. Lì si arriva a quota 30 metri di profondità. Poi, la Parete dell’Impisu, il Canyon e il Museo sommerso con diverse tipologie di manufatti e anfore.
E per chi è alla ricerca di avventure in stile “Recuperate il Titanic”, ecco presentarsi nelle acque al largo di Scopello e di San Vito due relitti. Il primo è quello del Capua, una nave armata naufragata nel corso della seconda guerra mondiale. Il Capua giace a poche centinaia di metri dalla costa, al largo di Mazzo di Sciacca, in buono stato di conservazione e adagiato su un fondale di circa 40 metri, come se fosse in assetto di navigazione. Si tratta di una nave mercantile che affondò nel 1943, a causa di un incendio a bordo mentre era diretta a Tripoli trasportando un carico di armi destinato alle truppe italiane in Africa (l’equipaggio riuscì a salvarsi). Il secondo relitto è quello del Kent, noto anche con il nome di “nave dei corani” in quanto trasportava nelle stive, oltre a migliaia di chili di sigarette, polietilene e zampironi, migliaia di copie del Corano. Il Kent, un cargo di nazionalità turca, si inabissò anch’esso a causa di un incendio nel 1978 nei pressi di San Vito Lo Capo (salvo, pure in questo caso, l’equipaggio) e, come il Capua, giace in buone condizioni, su un fondale sabbioso di 50 metri tra aragoste, polpi, murene, saraghi, cernie e corvine che ormai ne hanno preso il possesso (*vedi anche il post pubblicato l'8 luglio 2009, relativo al rinvenimento di un altro relitto tra Castellammare e la foce del fiume San Bartolomeo). Da tanto tempo, il WWF insiste per rendere le acque dello Zingaro una riserva marina.
GUIDALOCA, MERAVIGLIE A UN PASSO DA SCOPELLO - Ad un tratto, lungo la strada che da Castellammare conduce a Scopello, si impone allo sguardo del viaggiatore la splendida baia di Guidaloca, con la sua spiaggia bianca di ciottoli incorniciata da una cilindrica torre di avvistamento saracena e da due brevi promontori. Se ci si trova a bordo di un mezzo galleggiante sul mare, procedendo da Castellammare verso i faraglioni, la baia si apre, con la sua schiera multicolore di ombrelloni e di bagnanti, subito dopo Cala Rossa e Cala Bianca. Ovviamente, con la barca o yacht che sia, bisogna mantenersi al largo per raggiungere a nuoto la spiaggia. Se si è sulla terraferma, in auto o in moto, ampi parcheggi realizzati nel verde invogliano a fermarsi e a passeggiare sui ciottoli, meglio se con scarpe o ciabatte. Il mare è a due passi dalla strada. Il paesaggio, con le sue forme e con i suoi giochi di colori, mozza il fiato. Guidaloca è una tranquilla località di villeggiatura. Negli ultimi anni, vi sono sorti alcuni lidi. Anche a Guidaloca, dunque, vari imprenditori locali lavorano per trarre il meglio dal meglio che la natura offre.
ZINGARO, UN PARADISO TERRESTRE - La palma nana, presente quasi ovunque lungo i suoi sentieri, ne è il simbolo. Ma la varietà di vegetazione è veramente notevole, così come quella faunistica, in questo gioiello di Sicilia che è la Riserva naturale orientata dello Zingaro, ampia 1.650 ettari. La sua istituzione risale al 1981: la legge regionale 98/81 ne sancì la nascita ufficiale. Nessun veicolo a motore ha mai avuto speranza di attraversare quest’area. Lo Zingaro rappresenta un’eccezione, infatti, rispetto al resto dei litorali siciliani, la maggior parte dei quali è costeggiata da strade: tra il 1980 e il 1981, diverse associazioni naturalistiche, per mezzo di una veemente protesta a suon di articoli di stampa, manifestarono contro la costruzione di una strada già iniziata nel 1976 e che doveva collegare Scopello a San Vito Lo Capo. E così, dal 1980, l’Azienda regionale Foreste demaniali della Regione s’impegnò ad espropriare l’area e ad istituire, con la già citata legge, quella che è la prima riserva in Sicilia affidata in gestione all’Azienda regionale Foreste demaniali. La riserva ricade in gran parte nel territorio di San Vito, ma è facilmente raggiungibile da Castellammare (al cui Comune appartiene una fetta minore). All’interno della riserva è possibile visitare il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività marinare, il Museo della Civiltà contadina, dove è riprodotto il ciclo completo del grano, il Centro di Educazione ambientale, due aree attrezzate e dei caseggiati rurali adibiti al bivacco, il Centro di Educazione ed Interpretazione ambientale “Terra Magica”, realizzato per fini didattico-scientifici e di fruizione della riserva stessa. Da una decina d’anni, l’Ente Gestore della Riserva, al fine di attivare nuove forme di educazione ambientale all’interno della Riserva dello Zingaro, porta avanti un rapporto di collaborazione con il Ramo Italiano dell’Istituto per l’Educazione alla Terra: un’organizzazione senza fini di lucro, formata da una rete internazionale di volontari che vi aderiscono come persona singola o come gruppo. In questo momento esistono sezioni operative in Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Germania, Spagna, Grecia, Finlandia e Italia.
SCOPELLO, UN TUFFO E POI... "PANI CUNZATU" - Un bagno ristoratore, dopo essere scesi lungo il sentiero che tra zagare e profumi mediterranei conduce alla tonnara. Un bagno nella natura e nella storia, tuffandosi tra le acque incorniciate dai faraglioni. Poi, magari, si risale verso il baglio dove ci si può rifocillare con un buon pranzo a base di “pani cunzatu” o altre specialità a base di tonno, accompagnato da un bicchierino di vino fresco, seguito da una granita e quant’altro su suggerimento dei vari punti di ristoro lì presenti. Tutto questo è possibile tra le meraviglie di Scopello, perla dell’intero golfo castellammarese. Scopello è il piccolo borgo, sviluppatosi verso la fine del settecento attorno al baglio, dove ancor prima si trovava un casale arabo. Ed è, soprattutto, l’antica tonnara (citata in documenti del 1200 e attiva fino a qualche anno fa), con il relativo baglio, gli edifici e i magazzini. Si presume che il nome sia derivazione greca ("scopelos": scoglio), latina ("scopellum": scoglio) e araba ("iscubul iactus": scoglio alto). La zona fu abitata già sin dalla preistoria (nelle grotte dell'entroterra sono stati trovati dei reperti che documentano la presenza umana a partire dal Paleolitico). Per il suo mare molto pescoso, soprattutto di tonni, i greci la chiamarono "Cetaria", cioè "terra dei tonni". Poi gli arabi vi costruirono un casale abitato da pescatori e pastori e, nel 1235, Federico II di Svevia, dopo averlo annesso con tutto il feudo alla città di Monte San Giuliano (oggi Erice), ne concesse la proprietà a dei coloni piacentini: questi ultimi, scoraggiati dalle continue incursioni dei pirati, presto lo abbandonarono. La baia di Scopello, in quel periodo, era infatti utilizzata dai pirati come base per le loro scorrerie, essendo i faraglioni una specie di “muraglia” che rendeva le navi invisibili dal largo. Del resto, per molto tempo, le torri di Scopello hanno fatto parte di un sistema di comunicazione militare esteso a tutta la Sicilia. Quella più antica, probabilmente araba, è sul faraglione un tempo collegato alla terraferma. La torre Doria (dal nome del nobile spagnolo che la fece costruire sul terrazzo che si affaccia a strapiombo sulla baia) risale al secolo XVII, mentre la torre Bennistra, è quella costruita nel secolo XV secolo su un cocuzzolo a sud del baglio, in posizione dominante sull’intero golfo di Castellammare. La tonnara è oggi un vero e proprio “museo del mare”.
INICI, ECCO LE GROTTE DELLE MERAVIGLIE - Dentro la montagna di Castellammare c’è un mondo da molti sconosciuto. Potrebbe sembrare un mondo fantastico. Invece è reale. Modellato dalla natura, all’interno di grotte da essa stessa create e in cui i nostri lontanissimi antenati, quelli vissuti nella preistoria, hanno lasciato testimonianze destinate ad essere scoperte e trasferite oggi nei locali della Soprintendenza ai Beni archelogici, culturali e ambientali di Trapani. Per ammirare questo mondo fatto di stalagmiti e stalattiti, e anche di laghi in inverno, bisogna farne, di strada. Per raggiungere il paradiso castellammarese degli speleologi, per entrare nell’Abisso dei Cocci, nella Grotta del Cavallo (detta anche dell’Eremita), occorre soprattutto l’attrezzatura adatta. Per saperne di più, abbiamo parlato con Giuseppe Iracani, Vito Di Stefano e Salvatore Giallo del Cai (Centro Alpino Italiano) di Castellammare. “Le grotte – spiega Iracani, nel ruolo di guida per il perfezionamento tecnico - sono gestite dal Cai di Palermo, di cui il Cai di Castellammare aspira a diventare sottosezione. In pratica, abbiamo in gestione queste grotte, che la Soprintendenza di Palermo ci ha concesso”. Di reperti archeologici, ne sono stati trovati parecchi, al loro interno: “Cocci di vasi – afferma Iracani – che adesso sono custoditi alla Soprintendenza di Trapani”. Le grotte sono raggiungibili a partire dalla strada della Vaccheria, in direzione dele Terme Segestane, attraverso un sentiero naturale da percorrere a piedi per almeno mezz’ora. Il Cai organizza escursioni guidate con cadenza settimanale: “Quasi ogni domenica – riferisce Vito Di Stefano, istruttore del Cai e responsabile di queste grotte – per gruppi di dieci persone per volta. Chiunque può partecipare alla gita, purché sia in grado di affrontarla (non è una semplice passeggiata), armandosi di scarpe da trekking, abbigliamento comodo e casco. Ai partecipanti chiediamo anche piccoli contributi spese: dobbiamo pur mantenerci, per dare continuità a queste attività, che si svolgono tutto l’anno”.
LA GROTTA DI SANTA MARGHERITA - Si tratta di un'ampia grotta su una parete a strapiombo a 15 metri sul livello del mare. Vi si scorgono diverse pitture databili tra il XIII e il XIV secolo: una Madonna con Bambino, affiancata da un santo e da un altro pannello a destra, contenente un personaggio non identificato, e in fondo un grande pesce ed una santa circondata da angeli, infine sul lato opposto, a sinistra dell'ingresso, una Crocifissione e altre figure. Nei pressi della grotta sono state rinvenute tracce di un impianto per la lavorazione del pesce e la produzione del garum, una salsa di pesce che gli antichi romani utilizzavano come condimento per i loro pasti.
TERME DI SEGESTA, UN BAGNO CALDO PER RITEMPRARSI - Le acque di Segesta erano già conosciute dai Greci, dai Romani e dagli Arabi: lo dimostrano i reperti archeologici rinvenuti nella zona. Le Terme, che si trovano in territorio di Castellammare (in antichità il paese fu l’antico porto segestano), per gran parte dell’anno sono meta di gente: due sono gli stabilimenti termali, Terme Segestane e Terme Gorga. L’acqua salso-sulfurea che sgorga dalle sorgenti alla temperatura di circa 50 gradi, viene utilizzata per bagni, fanghi, antroterapia, inalazioni, insufflazioni per curare malattie artroreumatiche, respiratorie, cutanee e del ricambio. Alle Terme si recano anche turisti: il sito archeologico di Segesta è a pochi chilometri di distanza, Alcamo e Castellammare altrettanto. Nei limiti di uno sviluppo ecocompatibile, immense sono le possibilità di trarre beneficio dalle risorse naturali (tra mare, campagne e montagne) di cui dispone il territorio castellammarese. Le Terme sono una di queste tante risorse.
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Inviatemi, se volete, le vostre segnalazioni e proposte per un confronto costruttivo con gli enti locali, per accelerare lo sviluppo turistico e quindi economico a Castellammare del Golfo e nella vicina Alcamo Marina.
Massimo Provenza

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Benvenuti a bordo del mio blog. Qui trovate alcune mie riflessioni, immagini, appunti e spunti su cui potete intervenire in qualsiasi momento esprimendo il vostro parere o le vostre critiche costruttive. Sono un giornalista professionista. Scrivo per il Giornale di Sicilia, in qualità di corrispondente dalla zona di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi Segesta, spaziando dalla cronaca allo sport e alle foto. Laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Giornalismo), sono iscritto all'Albo dei giornalisti professionisti dal 2006. Mi piacerebbe scambiare opinioni con chi visita questo blog, fare nuove conoscenze e intraprendere collaborazioni anche con altre realtà che operano nel mondo dell'informazione, purché sia autorevole e non strumentalizzata. Chi vuole può contattarmi su Facebook o telefonarmi al 3355735207 (ma non rispondo agli anonimi o cosiddetti "numeri privati") oppure inviarmi un messaggio al mio indirizzo di posta elettronica: massimoprovenza@email.it

cenni sulle mie esperienze giornalistiche

Il mio primo articolo su un giornale apparve il 13 dicembre 1997: rubrica Cronaca in classe, Giornale di Sicilia, argomento la riqualificazione di una villa pubblica in piazza Pittore Renda ad Alcamo. Il 29 ottobre 1998 mi telefonarono dalla segreteria dell'Università degli Studi di Palermo per comunicarmi di essermi classificato 33esimo (150 i posti disponibili) nella prova di selezione tra gli oltre mille aspiranti all'iscrizione al corso di laurea in Scienze della comunicazione. Nel frattempo, diversi articoli sul mensile alcamese Il Bonifato e poi qualcuno sul Segestano. Dal 2002 la mia attività di praticantato giornalistico. Dall'ottobre 2005 faccio il corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia, sul quale del resto avevo già in precedenza pubblicato alcuni brevi articoli. E' infatti a partire da quel periodo che, dopo essermi laureato nel luglio 2005, mi è stato richiesto di fare le cronache delle partite di calcio dell'Alcamo. Intanto il 20 luglio di quell'anno avevo conseguito il titolo accademico in Scienze della comunicazione, dopo aver completato il tirocinio per l'abilitazione professionale. Un paio di mesi dedicati a prepararmi per l'esame di abilitazione professionale, riflettendo anche sulla possibilità di dare un seguito alla collaborazione avviata durante gli stage nei mesi precedenti a Palermo con l'Ansa, Tgs e il quotidiano La Sicilia, senza trascurare quella di collaborare per la cronaca della provincia di Trapani. Poi una chiamata dalla redazione trapanese del Giornale di Sicilia per mettermi in prova come corrispondente per il calcio. Una delle mie passioni. Non potevo rinunciare. Intanto, il 31 ottobre 2005 ho sostenuto a Roma l'esame scritto (con macchina da scrivere, obbligatoria...) per diventare giornalista professionista, poi la prova orale il 23 febbraio 2006 ricevendo dalla commissione nazionale lusinghieri riconoscimenti per i miei elaborati del 31 ottobre, valutati tra i migliori su un migliaio di partecipanti.
Cliccando qui trovate i miei articoli e servizi per Ateneonline, la testata giornalistica dell'Università di Palermo, realizzati tra il novembre 2002 e l'ottobre 2004. Ho anche collaborato per il mensile Regione Mediterranea, pubblicando alcune inchieste. Il mio primo stage bimestrale l'ho svolto alla redazione palermitana de La Sicilia, con una ventina di articoli firmati. Poi, altri due mesi alla redazione televisiva di Tgs. E, infine, all'Ansa con diversi lanci di agenzia. Esperienze, insomma, molto formative sul piano professionale. Come corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia finora ho avuto la possibilità di cimentarmi su vari argomenti, dallo sport alla cronaca bianca e nera, e su cui ho pubblicato migliaia di pezzi principalmente su Alcamo, Castellammare del Golfo, Calatafimi Segesta. Collaboro all'occorrenza anche con l'agenzia di stampa ItaliaMedia. Dal 2007 collaboro anche con la Publikompass per la stesura di testi redazionali da pubblicare sul Giornale di Sicilia. Nel marzo 2009 ho iniziato a pubblicare su un canale You Tube alcune mie interviste filmate, nella prospettiva di inserirle in un nuovo webmagazine che è in fase di progettazione e che sarà da me diretto. Dall'ottobre 2009, proprio a tal proposito, è attivo AlcaMondoBlog, un esperimento di giornalismo partecipativo.

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