mercoledì 28 maggio 2008

"Bellezze" al sole, sopra e sotto la ferrovia







ALCAMO MARINA. Queste foto, scattate stamattina, testimoniano (da sinistra in alto e in senso orario):
1) lo stato di precarietà in cui versa da quasi due anni il cavalcavia pedonale di contrada Catena, che consente di raggiungere la spiaggia dalla strada statale 187 attraversando la ferrovia;
2,3,4) il completo abbandono in cui è stato lasciato il sottopassaggio scavato in contrada Ex Fermata treno, che del resto è stato costruito con un'altezza proibitiva per gli automezzi di emergenza, e la muraglia degli orrori costruita lungo la stradella che conduce alla Battigia.
"Presto interverremo per rimettere a nuovo il cavalcavia e per completare il sottopassaggio", ripete da oltre un anno l'amministrazione comunale alcamese. Molto probabilmente, proprio su questa situazione, domani scriverò il mio duemilacinquecentocinquantesimo articolo sul giornale. Pubblicando queste immagini e scrivendo questo post non intendo disincentivare i pochi turisti che vengono ad Alcamo Marina per giunta trovando la spiaggia sporca fino a luglio inoltrato (e d'altra parte tutta la zona del Golfo di Castellammare offre località meravigliose da visitare e da godere). Il mio è soltanto un modo di aiutare a riflettere qualcuno che abbia un minimo di buon senso.
Massimo Provenza

Alcamo, le elezioni del maggio 2007

Un anno fa, si presentò uno dei più impegnativi banchi di prova della mia gavetta professionale di cronista: seguii infatti per il Giornale di Sicilia le elezioni amministrative comunali alcamesi. Mi va di ricordare quel periodo di particolare fervore in tutta la città di Alcamo. Ecco cosa scrissi il 15 maggio 2007:

ALCAMO. (*mapr*) Comizi e riunioni in chiusura della campagna elettorale. Vigilia vissuta in un clima di grande attesa. Domenica 13 maggio, la prima giornata di votazioni: poco prima della chiusura dei seggi, ha votato oltre il 60 per cento di chi ne ha diritto. La notte è calda, ad Alcamo, dove sembra arrivata l’estate. Ancor più caldo è il lunedì successivo. Poco dopo le 15, si evince che in media ha votato oltre l’80 per cento degli elettori alcamesi. Già intorno alle 16, facendo un giro da una scuola ad un’altra dove sono disseminate le varie sezioni elettorali, esce fuori qualche dato. Intanto è evidente, sin dalla tarda mattinata, l’elevata quantità di votanti, a dimostrazione della grande partecipazione dei cittadini alcamesi a queste amministrative. Una grande partecipazione che senza dubbio è stata determinata dalla presenza, nelle varie liste, di oltre quattrocento candidati in tutto. Tantissimi di questi sono giovani e in cerca di affermazione nel campo del lavoro: molti di essi non mostrano di provare remore ad ammettere di essersi candidati "per trovare uno sbocco lavorativo", "perché è troppo difficile trovare occupazione", "perché la politica offre tante opportunità". Poco importa, dunque, se oggi ad Alcamo ci si candida anche senza avere alle spalle esperienze professionali o politiche. Non è infrequente che una stessa famiglia si trovi divisa nella scelta: all’interno di un nucleo familiare capita infatti che c’è chi vota per un candidato della coalizione di centrosinistra e chi invece manifesta la propria preferenza per un candidato del centrodestra, a testimonianza della vitalità della democrazia. Non sono pochi i cittadini che sperano nella realizzazione di un ideale di sana amministrazione da parte di chi scende in campo per la prima volta, e non sono in pochi a ricordare che "amministrare significa essere al servizio dei cittadini".
Presidenti di seggio al lavoro, schede disposte sui banchi, scrutinatori impegnati senza sosta, persone accalcate per assistere alla loro attività di lettura delle schede che è il primo passo per l’elaborazione dei dati elettorali. Fa caldo, dentro le scuole, lungo le strade, nei vari comitati. Di questi, il primo ad animarsi di gente nel primo pomeriggio è quello di Giuseppe Benenati, nel viale Italia. Lì, poco dopo le 13, Benenati con un’aria un po’ stanca un po’ pensierosa ma trepidante si era limitato ad affermare "Aspettiamo", con un sorriso. E’ alle 17 che si comincia a respirare aria di ballottaggio tra Giacomo Scala e Giuseppe Benenati. Il comitato di Scala, nel corso VI aprile, si va affollando gradatamente. Del sindaco uscente, nessuna traccia, neppure al telefonino. Qualche suo amico assicura che "Scala si farà vedere non appena ci saranno dei dati certi. Anche nelle precedenti elezioni aveva fatto così". L’ago della bilancia è Caterina Stellino, appoggiata dai Verdi protagonisti della "rottura" con Scala: nessuno dei candidati va, per il momento, oltre il cinquanta per cento. Nella maggior parte dei seggi, a primo acchito, si era riscontrato un sostanziale equilibrio nella partita tra Scala e Benenati, ma col passare delle ore il candidato della Margherita si attesta in vantaggio. "Stiamo vivendo con tranquillità questi momenti", afferma Caterina Stellino mentre il computer sul tavolo del suo comitato mostra le prime proiezioni.


Ed ecco il mio pezzo inviato alla redazione poco dopo le 18 del 28 maggio di un anno fa:

ALCAMO. (*mapr*) In lacrime. Sia Nino Papania che Giacomo Scala. Sono quasi le ore 18. Alle 17,45 Scala è appena giunto in piazza Ciullo, dove lo attendono centinaia e centinaia di sostenitori. Tra questi, Papania e Massimo Fundarò con Caterina Stellino per i Verdi e tutto l’entourage amministrativo di centrosinistra con Massimo Ferrara. I risultati del ballottaggio Scala-Benenati sono ancora parziali, poco prima delle 18, e indicano Scala in vantaggio su Benenati con una percentuale di voti pari al 52,58 per cento. Ma è ormai evidente la situazione. Tanto evidente da fare scoppiare in lacrime, sul palco allestito per loro, Scala e Papania. Anche Fundarò e la Stellino sono visibilmente emozionati. Intorno alle 18,30 i dati definitivi: per Scala hanno votato 14.665 alcamesi, il 52,18 per cento, mentre Benenati ha ottenuto 13.439 consensi, pari al 47,82 per cento. Con la conferma di Scala nel ruolo di primo cittadino, due posti di consigliere comunale saranno occupati rispettivamente da Salvatore Trovato (Dc) e da Domenico Parisi (Area democratica) per un totale di diciotto consiglieri facenti parte dell’Unione . Alla domanda: "Che messaggio lancia a chi ha votato per Benenati?", Scala risponde "Sarò il sindaco di tutti. E’ la vittoria della gente perbene". Il commento di Caterina Stellino: "Adesso viene il bello. Siamo pronti ad amministrare". Alle 18,10 Scala si affaccia al balcone del Municipio: "Avrei un desiderio. Vorrei andare da Maria Santissima dei Miracoli". E allora tutti verso il Santuario. Benenati, nel suo comitato stracolmo di gente, si limita a dire amaramente "Ho perso".
Si chiude dunque la battaglia. Toni accesi fino all’esplosione di violente invettive contro l’avversario hanno caratterizzato una campagna elettorale densa di "colpi alti e bassi" fino all’ultimo minuto dei tempi regolamentari, di defezioni e di clamorosi scambi e nuovi accordi fino all’ultimo secondo dei supplementari. Ai calci di rigore si è deciso tutto. A "battere dagli undici metri" hanno provveduto i cittadini a suon di matita e di "x" sulle schede elettorali. (...) Molti alcamesi indicano che "bisogna puntare su una maggiore efficienza dell’Ufficio tecnico comunale, che negli ultimi anni ha posto troppi ostacoli a parecchie iniziative costruttive dei cittadini", che "il precariato è un fenomeno che sta diventando asfissiante", che "la cura di tutto il territorio, Alcamo Marina compresa, è in ogni momento indispensabile" che "Scala deve sempre tenere a mente, al di là delle cose che ha fatto mettere in pratica (ed era legittimo che lo facesse), che il ruolo di primo cittadino è un ruolo di servizio allo sviluppo della città e al bene comune". Su questi punti, Scala e Papania annunciano "un forte impegno per migliorare e imparare dalle eventuali insufficienze nel corso dell’amministrazione precedente".


Caterina Stellino, vicesindaco e assessore, oltre che punto di riferimento della vita socioculturale alcamese per tanti anni, è deceduta lo scorso 24 maggio. Avrebbe compiuto 49 anni il 9 giugno. Ha affrontato e sopportato per oltre due anni, con grande coraggio, un male incurabile.
Massimo Provenza

domenica 25 maggio 2008

Gocce nell'oceano



Siamo gocce nell'oceano dell'Universo.

giovedì 22 maggio 2008

Un uomo solo, contro l'oscurità nella terra del sole


Avevo neppure tredici anni. Ero a casa di mia zia, appena tornato da una festa di matrimonio. Dalla tivù, la sigla del telegiornale irruppe ad un orario insolito. Un'edizione straordinaria. L'annuncio di un fatto molto grave. Le immagini di quelle auto distrutte e di quell'autostrada esplosa e riconoscibile soltanto guardando i cartelli segnaletici. Di quell'autostrada sulla quale con i miei genitori e i miei fratelli avevo viaggiato tante volte. Rimasi sbigottito. Capii in poco tempo il significato di quella notizia per la Sicilia e per l'Italia intera. L'indomani, i giornali dedicarono almeno la metà delle pagine complessive a quella durissima, sconvolgente realtà.
Non dimentico le immagini dei funerali, il lunedì successivo. Ero a scuola. Diverse classi tutte riunite nella nostra aula ad assistere in silenzio alle esequie in diretta televisiva. Non dimentico la rabbia della gente, furiosa nei confronti dei politici. Non dimentico il pianto e le commoventi, lucide, fortissime parole di Rosaria Costa, la vedova di Vito Schifani, uno degli uomini della scorta rimasti uccisi: «A nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non)... ma certamente non cristiani... sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare...... ma non cambiano!»
Da qualche anno i nomi di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro sono ben visibili sulla stele al margine della carreggiata autostradale, proprio nel punto in cui si consumò la strage di Capaci. In questi sedici anni, i loro nomi sono stati stampati e ristampati sui giornali, sui libri. I loro nomi li troviamo su internet. I loro nomi, ma soprattutto i perché (o i tentativi di trovare i perché) della loro morte, viaggiano attraverso i documentari e le bocche e gli scritti di giornalisti, politici, esperti di tutto il mondo e cittadini comuni che intervengono nei dibattiti sulla mafia e sugli intrecci tra politica e sistemi deviati a livelli nazionale e internazionale. Giovanni Falcone e i suoi collaboratori lavoravano per una Sicilia libera e più bella. E non soltanto per la Sicilia.
Non ho mai avuto modo di conoscerlo direttamente, Giovanni Falcone. Le sue doti migliori e la sua opera mi sono state raccontate da persone più grandi di me. Lo immagino sempre vivo, con la sua umanità e la sua dignità. Penso a come Giovanni Falcone trattava i collaboratori di giustizia: sapeva trarre il meglio dal peggio della natura umana. Il messaggio e il sacrificio suo, di Francesca, di Vito, di Rocco e di Antonio continuano ad illuminare qualcuno che crede ancora in una vita più giusta, in un ideale che è come un raggio rischiarante dall'oscurità di un mondo dominato dalla cultura della prevaricazione, della forza bruta, della morte. Quell'oscurità contro cui Giovanni Falcone lottava, da solo, nella terra del sole.
Massimo Provenza

lunedì 19 maggio 2008

Povera Italia

Napoli insegna.
Oppure no?

domenica 18 maggio 2008

1980. La marcia per lo Zingaro

Sono passati ventotto anni da quella mattina del 18 maggio 1980, allorché una marcia pacifica, composta da circa seimila persone amanti della natura e organizzata da Associazione dei forestali di Sicilia, Club alpino siciliano, Italia Nostra, Wwf, Legambiente e altri enti ambientalisti, partì dal baglio di Scopello per chiedere che venisse istituita una Riserva naturale orientata tra Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo. L'appello venne sottoscritto da giornalisti, uomini di cultura, politici, scienziati, sportivi, magistrati, sindacalisti e da semplici cittadini, e indirizzato alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. Un appello che non rimase senza risposta: il 6 maggio 1981 con la legge regionale n. 98 venne istituita la Riserva naturale orientata dello Zingaro, la prima in Sicilia.
Nella foto a lato, l'ingresso della Riserva

Inter e Del Piero campioni d'Italia

Come la Juve nel 1997, il Milan nel 1999 e la Lazio nel 2000, i nerazzurri festeggiano con il tricolore il secolo di vita. In questo istante il sito internet del club di via Durini è in tilt. Per oltre un'ora la Roma ha accarezzato il sogno di vincere il suo quarto titolo di Campione d'Italia dopo quelli del 1942, 1983 e 2001. Poi però ci ha pensato Ibra a salvare Morattilandia e ad evitare che il numero 16, pronto a campeggiare sullo scudettone biancorossoverde da esporre al Tardini a fine match e in piazza Duomo a Milano in serata, evaporasse lasciando il posto ad un 4 per via non di un'operazione aritmetica bensì di un sorpasso storico.
Stavolta non è finita come nel 2002 (si ricordi il 5 maggio, non quello di Manzoni...) o come nel 2000 (Juve battuta sotto il diluvio a Perugia) o come nel 1999 (quel Milan di Zaccheroni in rimonta sulla Lazio) o come nel 1973 (Juve vittoriosa all'Olimpico, Lazio sconfitta al San Paolo, Milan distrutto a Verona) o come nel 1967 (tredicesimo scudetto juventino a spese dell'Inter beffata a Mantova). Si possono ricordare tanti altri duelli incastonati nell'archivio delle emozioni della Serie A: quelli tra Juve e Inter nel 1998, tra Juve e Parma nel 1997 e nel 1995, tra Sampdoria e Inter nel 1991, tra Milan e Napoli nel 1990 e nel 1988, tra Inter e Napoli nel 1989, tra Juve e Roma nel 1986, nel 1983 e nel 1981, tra Juve e Fiorentina nel 1982, tra Milan e Perugia (il mitico Perugia di Castagner rimasto imbattuto) nel 1979, tra Juve e Lanerossi Vicenza nel 1978 e Torino nel 1977 e nel 1976. Altri tempi, quelli in cui tra il 1987 e il 1997 passavo pomeriggi domenicali ascoltando le radiocronache delle partite a "Tutto il calcio minuto per minuto". Ancora non c'erano le pay-tv. La meravigliosa voce roca di Sandro Ciotti, il grande Enrico Ameri, l'appuntamento delle 18 e 10 con "Novantesimo Minuto" di Paolo Valenti e la mattina durante la ricreazione con le figurine Panini da scambiare tra i banchi di scuola giocando a "Ce l'ho... Mi manca".
Oggi, mentre ogni impresa giallorossa si è rivelata vana, il Catania si è assicurato la salvezza, per giunta andando a pareggiare. La Fiorentina di Prandelli va in Champions, il Milan deve accontentarsi di giocare la prossima stagione in Coppa Uefa, l'unico trofeo che ancora non è presente nella bacheca rossonera. Il Parma torna in B dopo diciott'anni. La Juventus, oltre al primato dei gol segnati condiviso con la Roma, si gode l'apoteosi nella classifica dei bomber, grazie alla consacrazione del trentatreenne ritrovato Del Piero e alla conferma di Trezeguet. Capocannoniere Del Piero. Chi se l'aspettava? Adesso tutti gli italiani che lo sfottevano per l'uccellino di quello spot di acqua minerale, sarebbero pronti a scommettere su di lui nella speranza di vedere l'Italia di Donadoni trionfare a Vienna. Sempre se il Pinturicchio riesca a mantenere questo stato di grazia anche all'Europeo di Svizzeraustria. Non è facile.
Massimo Provenza

mercoledì 14 maggio 2008

Un incontro ad Alcamo con Marguerite Barankitse

Nel suo Burundi, ha visto e sofferto le più grandi atrocità umane, e da anni si adopera per salvare migliaia di bambini africani. Si chiama Marguerite Barankitse (nella foto a lato). Ha ricevuto per la sua attività diversi riconoscimenti internazionali quali il Prix des Droits de l’Homme del governo francese, il Prix Shalom in Germania, il Premio internazionale per i rifugiati dell’Alto commissariato Onu, e la laurea honoris causa dell’Università di Lovanio e tante altre onorificenze per aver fondato la "Maison Shalom", una struttura che raccoglie oggi 10 mila bambini vittime di guerra e povertà. Anche la Facoltà di Agraria dell'Università di Palermo collabora con lei per realizzare progetti in Burundi, quali un sistema di irrigazione e un caseificio. L'incontro con Marguerite Barankitse, oggi per la prima volta ad Alcamo, mi ha trasmesso serenità e una rinnovata voglia di vivere, al di là delle frasi fatte, dell'ipocrisia e della malvagità che da sempre sono in potenza nell'animo umano ma su cui qualcosa di più forte, che è l'amore per la vita, tende a trionfare. Mi ha colpito in positivo anche la grande emozione con cui uno studente di una delle scuole superiori alcamesi presenti al convegno ha preso la parola nel corso del dibattito per esprimere un proprio pensiero. I giovani hanno bisogno di esempi positivi a cui poter fare riferimento. E' già tanto cominciare con piccoli gesti quotidiani di umiltà, di amore e dedizione per ciò in cui si crede. Non per forza siamo chiamati a compiere imprese eroiche o a realizzare opere faraoniche. Anche Marguerite pensa che la cosa più importante è "fare il bene, anche nel proprio piccolo, ma farlo con amore". Credo anche nell'importanza di valorizzare tutte quelle persone poco conosciute o che non hanno mai ricevuto onorificenze o particolari plausi da parte della società e delle istituzioni per le loro azioni positive, ma che ogni giorno rendono questa vita degna di essere vissuta. Massimo Provenza

lunedì 12 maggio 2008

Prima i motorini, ora i televisori

Non è bastato, qualche anno fa, lanciare scooter giù dalla curva di San Siro. Adesso la frustrazione nerazzurra spinge a lanciare televisori dalla finestra. E' accaduto a Pisa: Materazzi ha fallito il rigore che poteva portare l'Inter alla vittoria tricolore, e in via San Benedetto nella città di Galileo e della torre pendente, con un volo dal secondo piano fino ad esplodere nell'aiuola condominiale, è finita la storia di un tv color 28 pollici. Leggere i notiziari per credere. Un gesto sconsiderato che al fan della Beneamata è costato la denuncia da parte della polizia. Non sappiamo quali altre reazioni analoghe si siano scatenate ieri pomeriggio in altre zone d'Italia a causa degli incredibili, ripetuti "tentativi" dell'Inter di farsi strappare lo scudetto dalla Roma... Già, sembra proprio che la squadra di Mancini ce la stia mettendo tutta per perdere il campionato. Bando alle ciance ironiche, rimane il fatto che i giallorossi di Spalletti stanno realizzando una rimonta dal sapore epico. Ma mentre domenica i nerazzurri giocano a Parma, la Lupa deve fare i conti col Catania al Massimino. Parma e Catania si sfidano a distanza, fino all'ultimo duello, per evitare la retrocessione. Un finale di torneo che più thrilling di così non si può. Gli amanti del calcio-spettacolo e quindi le tv ringraziano (tranne, ovviamente, quella di via San Benedetto a Pisa...).
Massimo Provenza

* * *
Accadde il 12 maggio.
1974 - Referendum sul divorzio: quasi il 60 per cento degli italiani recatisi alle urne vota perché non venga abrogata la legge Fortuna-Baslini del 1970, con la quale venne istituito il divorzio.
1974 - La meravigliosa Lazio di Maestrelli e Chinaglia vince il campionato di calcio di Serie A. E' il primo scudetto nella storia biancoceleste.

venerdì 9 maggio 2008

Duopolio calcistico

E' dal 2003 che in finale di Coppa Italia di calcio c'è una squadra romana. E per il quarto anno consecutivo, a contendersi il trofeo saranno l'Inter e la Roma (che ieri sera ha eliminato il Catania di Zenga), protagoniste quindi non soltanto al vertice del campionato di Serie A. Nel 2003 vinse il Milan (Roma-Milan 1-4 e 2-2), nel 2004 la Lazio (Lazio-Juventus 2-0 e 2-2), nel 2005 l'Inter (Roma-Inter 0-2 e 0-1), nel 2006 di nuovo l'Inter (Roma-Inter 1-1 e 1-3), nel 2007 la Roma (Roma-Inter 6-2 e 1-2). Quest'anno la finale è unica. Si gioca il 24 maggio all'Olimpico di Roma (nella foto).

9 maggio 1978. Peppino Impastato. Aldo Moro

Il 9 maggio 1994 Nelson Mandela divenne il primo presidente sudafricano di colore. In Italia, invece, oggi è la Giornata della memoria delle vittime del terrorismo.
Si ricorda Aldo Moro (nato a Maglie il 23 settembre 1916), il presidente del Consiglio italiano e leader democristiano ucciso 30 anni fa dalle Brigate Rosse che lo sequestrarono trucidandone la scorta il 16 marzo 1978 in via Fani a Roma. Il suo corpo fu ritrovato alle 13,50 del 9 maggio nel bagagliaio di una Renault 4 in via Caetani, a pochi metri dalle rispettive sedi capitoline della Democrazia cristiana e del Partito comunista italiano.
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=40
Si ricorda Peppino Impastato (nato a Cinisi il 5 gennaio 1948), il giornalista e attivista che dai microfoni di Radio Aut, emittente da egli stesso fondata nel 1976, denunciò la mafia. Nella primavera del 1978 si candidò alle elezioni comunali nella lista di Democrazia proletaria. Nella notte tra l'8 e il 9 maggio il suo corpo fu dilaniato da una carica di tritolo sui binari della ferrovia nei pressi di Cinisi.
http://www.peppinoimpastato.com/

mercoledì 7 maggio 2008

La coppa di Ducadam

E' mai esistito un portiere capace di decidere una finale di Coppa dei Campioni parando tutti i tiri conclusivi dal dischetto?



...Andiamo indietro di 22 anni.


Mercoledì 7 maggio 1986 - Siviglia, stadio "Ramon Sanchez Pizjuan"

Coppa dei Campioni - Finale
STEAUA BUCAREST - BARCELONA 2-0 ai calci di rigore
(0-0 dopo i tempi supplementari)

Steaua: Ducadam, Iovan, Belodedici, Bumbescu, Barbulescu, Balint, Balan (72' Iordanescu), Boloni, Majaru, Lacatus, Piturca (113' Radu). All. Jenei.
Barcelona: Urruti, Gerardo, Migueli, Alexanco, Julio Alberto, Victor Munoz, Marcos Alonso, Schuster (85' Moratalla), Pedraza, Archibald (111' Pichi Alonso), Carrasco. All. Venables.
Arbitro: Vautrot (Francia).
Rigori: Majaru (parata), Alexanco (parata), Boloni (parata), Pedraza (parata), Lacatus (rete), Pichi Alonso (parata), Balint (rete) Marcos Alonso (parata).

http://www.youtube.com/watch?v=lY_WxaVnjGg&feature=related

Fu una beffa colossale, per i 60 mila tifosi del Barca accorsi ad assistere a quella finale giocata "in casa". I blaugrana giunsero all'atto conclusivo della competizione superando nei quarti di finale la Juventus: i bianconeri non seppero concretizzare la propria superiorità e si fecero sfuggire la possibilità di avanzare verso il riscatto della precedente, luttuosa finale di Bruxelles. I romeni, appoggiati soltanto da una sparuta minoranza di sostenitori (a quell'epoca il regime comunista di Ceaucescu imponeva forti restrizioni per l'espatrio) ma facendo leva sulla difesa magistralmente orchestrata da Belodedici, sul talento di Lacatus e sui "miracoli" di Ducadam, riuscirono nell'impresa: fu il primo successo di una squadra dell'Est europeo nella competizione, a cui si aggiunse nel 1991 quello della Crvena Zvezda (Stella Rossa) di Belgrado che trionfò a Bari, sempre ai rigori, sull'Olympique Marseille.

sabato 3 maggio 2008

I disastri aerei di Superga e Montagna Longa

In questi giorni vengono commemorati due disastri aerei che funestarono l'Italia e di cui è ancora vivo il ricordo.
Il 4 maggio 1949 alle 17,05 l'aereo che da Lisbona trasportava la squadra di calcio del Grande Torino, con a bordo anche dirigenti e giornalisti al seguito, si schiantò sul terrapieno della basilica di Superga. Nella sciagura perirono i giocatori Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Giulio Schubert e gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Levesley, il massaggiatore Ottavio Cortina con i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Andrea Bonaiuti ed Ippolito Civalleri. Non scamparono alla morte neppure tre dei migliori giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport), Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo) e Luigi Cavallero (La Stampa) ed i membri dell’equipaggio Pierluigi Meroni, Celeste D’Inca, Celeste Biancardi e Antonio Pangrazi.
Il 5 maggio 1972 alle 22,25 la tragedia di Montagna Longa, nei pressi dell'aeroporto palermitano di Punta Raisi: un Douglas DC-8 Alitalia (volo AZ 112) con a bordo 115 persone si sfracellò contro il costone roccioso, e senza lasciare alcun superstite. Tra i periti nella sciagura, l'alcamese Giovanni Cavataio, commerciante ortofrutticolo di 38 anni. Suo figlio Giuseppe, che oggi risiede e lavora a Milano, mi ha contattato nei giorni scorsi: "Come ogni anno, i parenti delle vittime - riferisce Cavataio - si ritroveranno lunedì 5 maggio alle 15 in piazza a Carini di fronte alla chiesa Madre, dove intorno alle 19 si svolgerà una messa in onore dei nostri parenti deceduti nella sciagura. Un gruppo di figli di vittime vi partecipa sempre, tra questi il noto giudice Vittorio Alcamo figlio di Ignazio deceduto nel disastro". A bordo di quell'aereo, oltre al magistrato Ignazio Alcamo, viaggiavano i giornalisti Angela Fais e Alberto Scandone del quotidiano "L'Ora", il regista cinematografico palermitano Franco Indovina, il figlio dell'allenatore della Juventus Cestmir Vycpalek e gente comune, i cui congiunti tuttora si domandano il perché di tale luttuoso evento. Dal 1973 su Montagna Longa è posta una grande croce commemorativa: "Ma la strada per raggiungerla - dice Cavataio - è poco percorribile trattandosi di una mulattiera. Quest'anno la Forestale ha messo a disposizione tre jeep per accompagnare i parenti lassù". Permangono lati oscuri riguardo alle cause che hanno determinato il disastro aereo di Montagna Longa, uno tra i più gravi nella storia dell'aviazione civile italiana, e sul quale è stato creato un sito (http://www.montagnalonga.it/) amministrato da Luciano La Piana, docente di informatica.
Massimo Provenza

Una Giornata dedicata ai giornalisti liberi

Oggi è la Giornata mondiale della Libertà di stampa.

venerdì 2 maggio 2008

Giornalismo, internet e democrazia

Esiste realmente un rapporto conflittuale tra internet e chi fa giornalismo per professione? Può sembrare una domanda cervellotica, soprattutto se viene posta dal sottoscritto, che oltre a collaborare ogni giorno con la redazione di un giornale quotidiano, è l'autore di questo blog e naviga spesso in rete. Il fatto è che mi sono imbattuto in un articolo su http://www.newsitaliapress.it/, intitolato "Il giornalismo italiano incontra quello statunitense - Internet non significa la fine del giornalismo" e relativo alla presentazione del portale web http://www.i-italy.org/ di informazione italo-americana ispirato al modello del citizen journalism, ovvero del giornalismo partecipativo (detto anche "open source"). Nella parte conclusiva del pezzo si affronta un tema cruciale che è quello della "perplessità legata al mondo dell’informazione on-line e al nuovo sistema di fare giornalismo". Oggi, infatti, si parla tanto e anche troppo di questa osannata e presunta democraticità dell'informazione online. Perché presunta? Ecco, ciò che penso io è facilmente spiegato: "Questa ‘democraticità' dell’informazione, sul modello del citizen journalism - prosegue l'articolo - non rischia forse di trasformarsi in una perdita di qualità e di mancanza di garanzie per il fruitore? A questa domanda ha risposto il professor Alberto Marinelli, docente di Teoria e tecniche dei nuovi media, il quale ha spiegato che “Internet amplifica senza dubbio la possibilità per chiunque, anche coloro che non hanno le necessarie competenze, di esprimersi, ma poi è il brand che certifica o meno il valore dell’informazione e questo a prescindere dal mezzo attraverso cui viene fornita. Chi pensasse che ciò significa la fine del giornalismo – ha concluso Marinelli – cadrebbe in un grave errore. E’ proprio l’intermediazione di un operatore professionista, invece, che può garantire la qualità. Ovviamente il lavoro del giornalista si è modificato, così come è mutato quando è nata la televisione, ma parlare di scomparsa o di sostituzione è a mio avviso errato ed infatti ciò non è ancora accaduto”".
In ogni caso, io non smetto di difendere l'autorevolezza della carta stampata (carta riciclata, possibilmente, al servizio dell'intelligenza di chi legge e, comunque, quella per cui lavoro), così come il rispetto della deontologia della professione giornalistica. Insomma, se tante critiche vengono rivolte nei confronti dei giornali ma anche dei telegiornali e radiogiornali, permettetemi di dire che l'informazione online non sempre è oro colato o frutto di un lavoro originale, di cui la democrazia possa arricchirsi degnamente. Anzi. Altro discorso è invece sfruttare al meglio le opportunità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione per fare giornalismo sano e gratificante. L'ideale è attingere informazioni da tutti gli strumenti di cui si dispone: giornali cartacei, libri, televisione, radio, internet sono tra questi. E' molto più democratico un confronto tra i rispettivi contenuti, senza fermarsi a ciò che viene proposto soltanto dal mondo web. Almeno finché il web non avrà assorbito tutti gli altri mezzi di comunicazione e pubblicitari tradizionali.
Massimo Provenza

giovedì 1 maggio 2008

La Giornata dei lavoratori

Auguri a tutti i lavoratori.
Due link utili:
http://http//it.wikipedia.org/wiki/Festa_dei_lavoratori
http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Portella_della_Ginestra

Ayrton Senna, 14 anni dopo

"Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita".
"Non potrai mai cambiare il mondo da solo. Però puoi dare il tuo contributo per cambiarne un pezzetto. Quello che faccio davvero io per la povertà non lo dirò mai. La F1 è ben misera cosa in confronto a questa tragedia".
"Sono un privilegiato, ho sempre avuto una vita molto bella. Ma tutto quello che ho ottenuto dalla vita l’ho guadagnato con l’impegno e il desiderio fortissimo di raggiungere i miei obbiettivi , di vincere, nella vita, non come pilota. Perciò lasciate che vi dica che chiunque voi siate nella vita, sia che siate al livello più basso, o al più alto, dovete avere una grande forza e una grande determinazione e dovete affrontare qualsiasi cosa con grande amore e fede in Dio e un giorno raggiungerete i vostri obbiettivi e avrete successo".

"Non ho idoli. Ammiro il duro lavoro, la dedizione e la competenza".
"Ogni persona ha la sua fede, il suo modo di guardare alla vita. La maggior parte della gente rifiuta temi come questi. Per quanto mi riguarda, l'importante è essere in pace con se stessi. Il modo per trovare questo equilibrio per me passa attraverso la fede in Dio".

"I ricchi non possono vivere su un’isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità".
"Se ho fatto le cose che ho fatto è perchè ho avuto, nella vita, una grande possibilità. Crescere nel modo giusto, vivere bene, godere di una buona salute, imparare molto. E sono stato aiutato, nei momenti giusti, ad andare nella giusta direzione".
"La cosa più importante è essere te stesso, senza permettere a nessuno di ostacolarti, senza essere diverso perchè qualcuno vuole che tu sia diverso. Devi essere te stesso. Molte volte farai degli errori a causa della tua personalità, del carattere o delle interferenze che puoi trovare lungo il cammino. Ma solo così puoi imparare: dai tuoi errori. E' questa la cosa principale: utilizzare gli errori per imparare. Io credo nell'abilità di concentrarsi profondamente, in modo da rendere e progredire ancora di più".
"La vita è troppo breve per avere dei nemici".

Sono alcune frasi del campione di Formula 1 Ayrton Senna (Sao Paulo, 21 marzo 1960 - Bologna, 1 maggio 1994) tratte da http://www.ayrtondasilva.net/
Vedi anche http://it.wikipedia.org/wiki/Ayrton_Senna

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Benvenuti a bordo del mio blog. Qui trovate alcune mie riflessioni, immagini, appunti e spunti su cui potete intervenire in qualsiasi momento esprimendo il vostro parere o le vostre critiche costruttive. Sono un giornalista professionista. Scrivo per il Giornale di Sicilia, in qualità di corrispondente dalla zona di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi Segesta, spaziando dalla cronaca allo sport e alle foto. Laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Giornalismo), sono iscritto all'Albo dei giornalisti professionisti dal 2006. Mi piacerebbe scambiare opinioni con chi visita questo blog, fare nuove conoscenze e intraprendere collaborazioni anche con altre realtà che operano nel mondo dell'informazione, purché sia autorevole e non strumentalizzata. Chi vuole può contattarmi su Facebook o telefonarmi al 3355735207 (ma non rispondo agli anonimi o cosiddetti "numeri privati") oppure inviarmi un messaggio al mio indirizzo di posta elettronica: massimoprovenza@email.it

cenni sulle mie esperienze giornalistiche

Il mio primo articolo su un giornale apparve il 13 dicembre 1997: rubrica Cronaca in classe, Giornale di Sicilia, argomento la riqualificazione di una villa pubblica in piazza Pittore Renda ad Alcamo. Il 29 ottobre 1998 mi telefonarono dalla segreteria dell'Università degli Studi di Palermo per comunicarmi di essermi classificato 33esimo (150 i posti disponibili) nella prova di selezione tra gli oltre mille aspiranti all'iscrizione al corso di laurea in Scienze della comunicazione. Nel frattempo, diversi articoli sul mensile alcamese Il Bonifato e poi qualcuno sul Segestano. Dal 2002 la mia attività di praticantato giornalistico. Dall'ottobre 2005 faccio il corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia, sul quale del resto avevo già in precedenza pubblicato alcuni brevi articoli. E' infatti a partire da quel periodo che, dopo essermi laureato nel luglio 2005, mi è stato richiesto di fare le cronache delle partite di calcio dell'Alcamo. Intanto il 20 luglio di quell'anno avevo conseguito il titolo accademico in Scienze della comunicazione, dopo aver completato il tirocinio per l'abilitazione professionale. Un paio di mesi dedicati a prepararmi per l'esame di abilitazione professionale, riflettendo anche sulla possibilità di dare un seguito alla collaborazione avviata durante gli stage nei mesi precedenti a Palermo con l'Ansa, Tgs e il quotidiano La Sicilia, senza trascurare quella di collaborare per la cronaca della provincia di Trapani. Poi una chiamata dalla redazione trapanese del Giornale di Sicilia per mettermi in prova come corrispondente per il calcio. Una delle mie passioni. Non potevo rinunciare. Intanto, il 31 ottobre 2005 ho sostenuto a Roma l'esame scritto (con macchina da scrivere, obbligatoria...) per diventare giornalista professionista, poi la prova orale il 23 febbraio 2006 ricevendo dalla commissione nazionale lusinghieri riconoscimenti per i miei elaborati del 31 ottobre, valutati tra i migliori su un migliaio di partecipanti.
Cliccando qui trovate i miei articoli e servizi per Ateneonline, la testata giornalistica dell'Università di Palermo, realizzati tra il novembre 2002 e l'ottobre 2004. Ho anche collaborato per il mensile Regione Mediterranea, pubblicando alcune inchieste. Il mio primo stage bimestrale l'ho svolto alla redazione palermitana de La Sicilia, con una ventina di articoli firmati. Poi, altri due mesi alla redazione televisiva di Tgs. E, infine, all'Ansa con diversi lanci di agenzia. Esperienze, insomma, molto formative sul piano professionale. Come corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia finora ho avuto la possibilità di cimentarmi su vari argomenti, dallo sport alla cronaca bianca e nera, e su cui ho pubblicato migliaia di pezzi principalmente su Alcamo, Castellammare del Golfo, Calatafimi Segesta. Collaboro all'occorrenza anche con l'agenzia di stampa ItaliaMedia. Dal 2007 collaboro anche con la Publikompass per la stesura di testi redazionali da pubblicare sul Giornale di Sicilia. Nel marzo 2009 ho iniziato a pubblicare su un canale You Tube alcune mie interviste filmate, nella prospettiva di inserirle in un nuovo webmagazine che è in fase di progettazione e che sarà da me diretto. Dall'ottobre 2009, proprio a tal proposito, è attivo AlcaMondoBlog, un esperimento di giornalismo partecipativo.

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