
CASTELLAMMARE DEL GOLFO. "Il fatto che ad Alcamo non ci sia un difensore civico non si rivela, forse, un problema, almeno in questo momento. Ma qui a Castellammare la presenza di questa figura istituzionale è oggi necessaria, perché è in corso la controversia tra un consistente gruppo di cittadini e l'amministrazione comunale, per quanto riguarda il trasferimento della scuola Buccellato (cfr. il post pubblicato il 12 aprile 2009,
nda), con conseguente richiesta di referendum consultivo, che però verrebbe a costare al Comune di Castellammare ben 90 mila euro circa. L'ultima parola, sulla possibilità di rendere ammissibile o no questa richiesta di referendum spetterà al difensore civico". Ad affermarlo, nel corso di un'intervista rilasciatami oggi pomeriggio, è stato Leonardo Di Stefano, il nuovo difensore civico (detto anche "ombudsman", termine che deriva da un ufficio di garanzia costituzionale istituito in Svezia nel 1809 e che letteralmente significa "uomo che funge da tramite") di Castellammare del Golfo. Non vedente, ricopre la carica di presidente provinciale dell'Unione italiana ciechi di cui è anche componente della direzione nazionale. "Un vero difensore civico - dichiara Di Stefano - non può essere definito tale se non assume un ruolo di "rompiscatole", che si metta a disposizione dei cittadini e che sia autonomo da qualsiasi condizionamento politico". Va comunque detto che Di Stefano è un simpatizzante del centrodestra: lo scorso anno, nelle fila del Pdl, si candidò alle amministrative per l'elezione del consiglio comunale castellammarese. Raccolse una sessantina di consensi. "Eppure - sostiene - in occasione delle elezioni regionali del 1996 portai ben mille voti a Mimmo Turano, attuale presidente della Provincia, di cui sono anche amico. Prima ero con il Cdu, poi divenuto Udc. E' vero, Casini si è dissociato da Berlusconi, ma ho sempre avuto buoni e costruttivi contatti con tutti". E adesso, è stato eletto difensore civico. "Soltanto all'ultimo giorno utile - dice - per presentare domanda di partecipazione, ho saputo per caso che era uscito il secondo bando, che era stato poco pubblicizzato. Ho partecipato, e adesso eccomi qui". Infine, in merito alle possibilità di sviluppo del territorio di Castellammare e di Alcamo, il nuovo ombudsman afferma: "Ho sempre coltivato ottimi rapporti anche con Alcamo, dove del resto, per l'Unione ciechi, Maddalena Campo era un'istituzione*. Subito dopo la seconda guerra mondiale, i castellammaresi erano molto più evoluti degli alcamesi. In seguito, Castellammare non seppe più esprimere forze politiche all'altezza. Occorre oggi una maggiore apertura mentale. Serpeggia troppa rassegnazione. Se e quando mi sarà consentito di intervenire in consiglio comunale, metterò in evidenza quanto la generazione castellammarese ormai adulta e che si considera matura sia stata incapace di creare le basi per dare un’iniezione di fiducia ai suoi figli, adesso costretti a sperare soltanto nei favori del politico di turno".
Altri dettagli saranno pubblicati domani sul Giornale di Sicilia
(*) Maddalena Campo, alcamese (1926-2008), autrice, sul finire degli anni '50 del secolo scorso del libro "Una siciliana a Parigi". "Quand'era fanciulla - raccontano i suoi figli - venne scelta per offrire i fiori a Mussolini in visita ad Alcamo. Non ancora maggiorenne, seguì il suo uomo, che era un bersagliere, affrontando persino i bombardamenti di Cassino". Maddalena Campo fu una donna di rara bellezza. "Appena maggiorenne - proseguono - visse a Parigi da sola. Star cinematografiche quali Gerard Philipe e Jean Gabin la invitarono ad aggregarsi al loro cast. Ma per rispettare una promessa fatta al padre rinunciò a divenire un'attrice del cinema. Tornò ad Alcamo per ricostituire la famiglia con l'ex ufficiale dei bersaglieri e il loro figlio. Ed è di quel periodo il suo unico romanzo di cui si occupò la stampa nazionale: erano gli anni sessanta, e fece scalpore. Successivamente si separò dal marito e cercò di crearsi una nuova famiglia. Riuscì nell'intento, ma il nuovo marito, l'ingegner Lazzara, morì nel 1981". Dal 1972, subentrando alla sorella Ninetta, Maddalena Campo fu responsabile della sezione di Alcamo dell'Unione italiana ciechi.Massimo Provenza
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