In questi giorni vengono commemorati due disastri aerei che funestarono l'Italia e di cui è ancora vivo il ricordo.
Il
4 maggio 1949 alle 17,05 l'aereo che da Lisbona trasportava la squadra di calcio del
Grande Torino, con a bordo anche dirigenti e giornalisti al seguito, si schiantò sul terrapieno della basilica di
Superga. Nella sciagura perirono i giocatori Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Giulio Schubert e gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Levesley, il massaggiatore Ottavio Cortina con i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Andrea Bonaiuti ed Ippolito Civalleri. Non scamparono alla morte neppure tre dei migliori giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport), Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo) e Luigi Cavallero (La Stampa) ed i membri dell’equipaggio Pierluigi Meroni, Celeste D’Inca, Celeste Biancardi e Antonio Pangrazi.
Il
5 maggio 1972 alle 22,25 la tragedia di
Montagna Longa, nei pressi dell'aeroporto palermitano di Punta Raisi: un Douglas DC-8 Alitalia (volo AZ 112) con a bordo
115 persone si sfracellò contro il costone roccioso, e senza lasciare alcun superstite. Tra i periti nella sciagura, l'alcamese Giovanni Cavataio, commerciante ortofrutticolo di 38 anni. Suo figlio Giuseppe, che oggi risiede e lavora a Milano, mi ha contattato nei giorni scorsi: "Come ogni anno, i parenti delle vittime - riferisce Cavataio - si ritroveranno lunedì 5 maggio alle 15 in piazza a Carini di fronte alla chiesa Madre, dove intorno alle 19 si svolgerà una messa in onore dei nostri parenti deceduti nella sciagura. Un gruppo di figli di vittime vi partecipa sempre, tra questi il noto giudice Vittorio Alcamo figlio di Ignazio deceduto nel disastro". A bordo di quell'aereo, oltre al magistrato Ignazio Alcamo, viaggiavano i giornalisti Angela Fais e Alberto Scandone del quotidiano "L'Ora", il regista cinematografico palermitano Franco Indovina, il figlio dell'allenatore della Juventus Cestmir Vycpalek e gente comune, i cui congiunti tuttora si domandano il perché di tale luttuoso evento. Dal 1973 su Montagna Longa è posta una grande croce commemorativa: "Ma la strada per raggiungerla - dice Cavataio - è poco percorribile trattandosi di una mulattiera. Quest'anno la Forestale ha messo a disposizione tre jeep per accompagnare i parenti lassù". Permangono lati oscuri riguardo alle cause che hanno determinato il disastro aereo di Montagna Longa, uno tra i più gravi nella storia dell'aviazione civile italiana, e sul quale è stato creato un sito (
http://www.montagnalonga.it/) amministrato da Luciano La Piana, docente di informatica.
Massimo Provenza