Mentre per quanto riguarda l'Atletico Alcamo, società che la scorsa stagione ha partecipato al torneo di Promozione, tentare di rinverdire i fasti della tradizione calcistica alcamese ad alti livelli si rivela oggi impresa, a dir poco, ardua. E' come cambiare continuamente le bombole d'ossigeno, ma senza mai riuscire a riemergere. E quando dagli abissi si risale, lentamente, fino a rivedere la luce del sole e giungere in superficie, ecco che si viene travolti dalle onde generate dalle scie di potenti imbarcazioni che solcano il mare del calcio semiprofessionistico e professionistico: sono i club più attrezzati, che con una capillare rete di osservatori tengono sotto controllo i vivai, ossia le scuole calcio, per poi mettere in prova ed eventualmente accaparrarsi giovanissimi calciatori. Ormai, a dettare legge è il binomio calcio-televisione. Altro che domenica da vivere allo stadio "Maroso" come fino a vent'anni fa oppure al "Catella" di questi tempi. Lo squilibrato, vertiginoso giro di soldi che caratterizza i piani alti del calcio, si rivela molto lontano da certe realtà calcistiche siciliane alla ricerca di sostentamento e, quindi, di certezze. E' questo il caso del Trapani, che però una certezza, con il patron Vittorio Morace in sella, già ce l'ha: quella di aver completato il trapianto di mezza Armata Boscaglia nel proprio organico. I granata, infatti, si preparano ad affrontare il nuovo campionato di serie D con mister Rocco Roberto Boscaglia e i giocatori Basile, Daì, Cutaia, Di Peri, Domicolo, Di Gaetano, Lupo: gente protagonista, a suon di vittorie spettacolari e farcite di gran gioco, di quell'Alcamo 2006-07 che, pur avendo stravinto il campionato di Eccellenza e la Coppa Italia regionale, non si potè iscrivere in serie D a causa di indisponibilità economiche. Anche Bono, Sassano e Vassallo della Scuola calcio Adelkam si sono appena aggiunti nella Juniores trapanese.

L'Atletico Alcamo si rimbocca le maniche? Cerca di non farsi sfuggire il pallone? Forse. Ma ormai la gestione del maggior club di calcio alcamese sembra assumere il carattere di un affare per pochi: a seguire le partite dell'Atletico, la domenica allo stadio Catella, si contano sempre poche decine di spettatori, tra familiari dei giocatori, sostenitori e curiosi. Anche se rimane fuori discussione l'importanza dei campionati minori e di ogni singolo incontro tra squadre come parte integrante del panorama calcistico regionale e quindi anche nazionale (nella foto accanto, un momento di Alcamo-Marsala della scorsa stagione). Un tempo, ad Alcamo, c'erano mecenati che mettevano a disposizione competenza e voglia di far volare l'Alcamo e mantenerlo, seppure per qualche anno, nell'Olimpo del calcio siculo. Chi, oggi, è invece disposto a rischiare questo salto nel buio, accumulando debiti su debiti? Trapani, intanto, ringrazia Alcamo. Palermo, Catania e le grandi piazze della serie A e della serie B fanno altrettanto.
Massimo Provenza
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