«I like your Christ, I do not like your Christians. Your Christians are so unlike your Christ»
(«Mi piace il vostro Cristo, non mi piacciono i vostri cristiani. I vostri cristiani sono così diversi dal vostro Cristo»)
(«Mi piace il vostro Cristo, non mi piacciono i vostri cristiani. I vostri cristiani sono così diversi dal vostro Cristo»)
Mohandas Karamchand Gandhi
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!»
Matteo 3,2
Così vicino, anche nel disastro di un terremoto, nelle più terribili malattie, in mezzo agli spasmi dei bambini che stanno morendo di fame, nello sterminio di intere genti, nei soprusi, nell'umiliazione dolorosa di una donna, nelle guerre (almeno così dicono) di religione, nelle menti più malate...?
Quid est veritas?
Io non so tu, Gesù Cristo, chi sei stato veramente. Di te mi riferiscono le testimonianze storiche. L'uomo è piccolo nell'universo, ma anche grande nella consapevolezza di percepirsi unito all'universo, a questo susseguirsi di eventi catastrofici, di trasformazioni violente, di sublimazioni della materia. Unito a un amore che lo accoglie, lo pervade e vuole che il suo spirito abbandoni la prigione degli attaccamenti alle cose, del dolore corporeo, del desiderio di vendetta, del senso di colpa, dell'accusa sterile, dell'autodenigrazione, della dannazione, della presunta incapacità di riconoscersi provenienti da quell'amore anche se molto probabilmente in questo mondo non riusciremo mai a essere tutti quanti in reciproca sintonia. Tu, Gesù di Nazareth, come hai fatto a sopportare tutto quel dolore? Ti sei preso carico della mia meschinità per rigenerarmi. Da chi sono stato creato? E' tutta mia l'autodeterminazione, la volontà che attimo dopo attimo metto nelle mie azioni? Da dove proviene veramente? "E' energia che si trasforma, niente di più", pensa l'ateo. Lo penso anch'io. Ma per me non esiste una vera distinzione tra chi crede in Dio e chi non ci crede. Per me esiste quest'energia, che è il tuo amore incondizionato e che io non posso in questo momento ripagare. Eppure sento la vita pulsarmi dentro. Respiro. Rinasco come figlio di ciò che sono stato, figlio di ciò che furono i miei predecessori, figlio della storia umana, figlio di un qualcosa d'inesprimibile che diede origine a questa storia terribile, meravigliosa, insanguinata, rinegoziata, decapitata, ricostruita, mutilata, riparata, fatta a pezzi, rigenerata, uccisa, riportata alla vita, dilaniata, sciolta nell'acido, annientata dall'indifferenza. A questa storia che è anche stupenda come una giornata di primavera, triste come le foglie cadute dagli alberi in autunno, stridula come il pianto del neonato, geniale come la performance dell'artista, serena come quando ammiriamo le stelle distesi, appassionata come quando io e quell'inimitabile opera d'arte sublime chiamata donna siamo una cosa sola. Ogni persona ha la sua storia. Può essere una storia d'intenso lavoro produttivo, può essere una storia di solitudine ma comunque di grande attività al servizio dell'umanità. Può essere una storia di indicibile sofferenza passiva. Può essere una storia di nullità, di malvagità. Può essere una nuova storia. Da questo momento.
Io non so tu, Gesù Cristo, chi sei stato veramente. Di te mi riferiscono le testimonianze storiche. L'uomo è piccolo nell'universo, ma anche grande nella consapevolezza di percepirsi unito all'universo, a questo susseguirsi di eventi catastrofici, di trasformazioni violente, di sublimazioni della materia. Unito a un amore che lo accoglie, lo pervade e vuole che il suo spirito abbandoni la prigione degli attaccamenti alle cose, del dolore corporeo, del desiderio di vendetta, del senso di colpa, dell'accusa sterile, dell'autodenigrazione, della dannazione, della presunta incapacità di riconoscersi provenienti da quell'amore anche se molto probabilmente in questo mondo non riusciremo mai a essere tutti quanti in reciproca sintonia. Tu, Gesù di Nazareth, come hai fatto a sopportare tutto quel dolore? Ti sei preso carico della mia meschinità per rigenerarmi. Da chi sono stato creato? E' tutta mia l'autodeterminazione, la volontà che attimo dopo attimo metto nelle mie azioni? Da dove proviene veramente? "E' energia che si trasforma, niente di più", pensa l'ateo. Lo penso anch'io. Ma per me non esiste una vera distinzione tra chi crede in Dio e chi non ci crede. Per me esiste quest'energia, che è il tuo amore incondizionato e che io non posso in questo momento ripagare. Eppure sento la vita pulsarmi dentro. Respiro. Rinasco come figlio di ciò che sono stato, figlio di ciò che furono i miei predecessori, figlio della storia umana, figlio di un qualcosa d'inesprimibile che diede origine a questa storia terribile, meravigliosa, insanguinata, rinegoziata, decapitata, ricostruita, mutilata, riparata, fatta a pezzi, rigenerata, uccisa, riportata alla vita, dilaniata, sciolta nell'acido, annientata dall'indifferenza. A questa storia che è anche stupenda come una giornata di primavera, triste come le foglie cadute dagli alberi in autunno, stridula come il pianto del neonato, geniale come la performance dell'artista, serena come quando ammiriamo le stelle distesi, appassionata come quando io e quell'inimitabile opera d'arte sublime chiamata donna siamo una cosa sola. Ogni persona ha la sua storia. Può essere una storia d'intenso lavoro produttivo, può essere una storia di solitudine ma comunque di grande attività al servizio dell'umanità. Può essere una storia di indicibile sofferenza passiva. Può essere una storia di nullità, di malvagità. Può essere una nuova storia. Da questo momento.
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