Profondo cordoglio ad Alcamo, dove nacque nel 1905, ha suscitato la morte del preside Giuseppe Cottone, 104 anni compiuti lo scorso 3 giugno. “Poco più di un mese dopo la perdita di monsignor Regina – afferma lo storico Roberto Calia -, lo scorso 15 settembre è venuto a mancare anche il professor Cottone, figura di spicco nel panorama storico-culturale alcamese, profondo conoscitore di Dante, acuto critico della letteratura italiana, poeta e saggista qualificato ed apprezzato dai vertici degli studiosi della letteratura italiana”. Calia ha deciso di inserirlo nella sua prossima pubblicazione in fase di stampa, dal titolo “Alcamo dalla Preistoria ai nostri giorni”. Sin dal 1932, Cottone insegnò nei licei classici diventando poi preside di alcuni istituti di Alcamo, Castellammare del Golfo, Bagheria e Palermo. Fondò nel 1950 la rinomata Accademia di Studi “Cielo d’Alcamo”, attiva ancor oggi. Fu autore di molte opere di poesia e di saggi critici. “Egli – si legge una sua autobiografia - si dà un solo merito: quello di riconoscere il merito negli altri, quando lo avverte nella promessa dei giovani talenti che si rimettono al suo giudizio; o quando si impegna a scuotere dall’oblio le tante glorie del nostro passato, promuovendo iniziative che ne risvegliano la memoria. Ne ricordiamo tre: Francesco Lanza di Valguarnera, Ciullo o Cielo d’Alcamo, Giovanni Gentile di Castelvetrano”. “Nei primi anni '30 – raccontano i figli Maria Luisa, Gaspare, Nino (avuti dall’amata moglie Maria Tedesco di Trapani) e il nipote Carmelo Latino - iniziò la sua carriera scolastica a Castelvetrano, poi ad Alcamo, nel 1959 fu preside a Bagheria, tra gli anni '60 e '70 preside rispettivamente del Magistrale e dei licei “Cannizzaro” e “Garibaldi” di Palermo. Nel 1975 concluse la sua esperienza da preside nel magistrale di Alcamo, ponendosi in pensione. Ha voluto che il giorno del suo funerale venisse letta la poesia "Mi sveglierò", tratta dall'omonimo libro”. “Ha lasciato un posto pulito”, ha evidenziato padre Saverio Renda nell’omelia durante il funerale svoltosi nella chiesa di Sant’Oliva ad Alcamo. A Castelvetrano, di cui è stato cittadino onorario, il preside Cottone promosse nel 1983 il Centro internazionale di cultura filosofica “Giovanni Gentile” e donò al “Circolo della gioventù” la sua biblioteca personale, composta da più di tremila volumi. Fu anche presidente dell’Ospedale di Alcamo. Nel ’51, nel corso di un veglione del Circolo di cultura di Alcamo, al teatro Ferrigno, fece organizzare un indimenticato spettacolo teatrale, “I pompieri di quaggiù”. Scrisse anche una poesia su Maria Santissima dei Miracoli, Patrona alcamese:
“Maria, mantu di lu me paisi,
me matri ti chiamava Bedda Matri.
Pi mia chi era ancora picciriddu,
la sula bedda matri era me matri”.
Il preside Gioacchino Aldo Ruggieri, afferma commosso: “A 103 anni, mi recitò al telefono, a memoria, un canto della Divina Commedia, quello di Piccarda. Non si disperda il grande patrimonio culturale che ci ha lasciato Peppino Cottone”.Massimo Provenza
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