sabato 8 dicembre 2007

Mihaela e i confini della mente

"Prova questa", mi dice Mihaela porgendomi una felpa. Sono appena entrato a fare shopping in un negozio di abbigliamento sportivo, dove Mihaela lavora regolarmente come commessa. Lei è una ragazza poco più che ventenne, graziosa, occhi verdi e capelli lisci color castano chiaro. Prima che io scoprissi come si chiama, Mihaela mi ha spiegato che è giunta in Sicilia da lontano, qualche anno fa. E' dal suo modo di parlare, dal suo accento, che ho intuito che Mihaela non è italiana, anche se in italiano parla benissimo. Anzi, conosce quasi alla perfezione pure il dialetto siciliano.
"Ma tu non sei italiana", le domando. "No, vengo dalla Romania", mi risponde. "Si sente, vero?", aggiunge con un pizzico d'imbarazzo. "Beh, non è che si nota molto - tengo a precisare -, però è come quando un siciliano si trova a parlare con un milanese: entrambi sono italiani, eppure la differenza nel linguaggio si sente". Mihaela sorride. Da qualche sua battuta, mi pare di capire che lei si trova tutto sommato non male dalle nostre parti. Lavorare al negozio non le dispiace, ma si dice "sempre aperta a nuove possibilità, nuove esperienze gratificanti sul piano professionale e magari studiare al tempo stesso".
Le manca, la Romania, dove ha lasciato tanti affetti. Ma qui in Sicilia ha trovato nuove amiche, nuovi amici, oltre ad un'attività. "So quanti problemi - afferma Mihaela - affrontano gli italiani per trovare un lavoro, ma non è lo stesso che in Romania. Io e i miei connazionali, pur tra tante difficoltà, qui troviamo un minimo di speranza". Già, speranza. I romeni, anche quelli più giovani, sentono ancora le conseguenze del totalitarismo comunista di Ceausescu che fino al 1989 aveva fatto della sua nazione un mondo di miseria e senza libertà. Sono passati diciotto anni, dalla fine di quella dittatura. Italia e Romania, oggi, iniziano pian piano a sviluppare interessanti progetti di collaborazione in vari settori, con relative e concrete prospettive occupazionali.
Penso che come Mihaela, tanti romeni perbene soffrono quando le notizie sulle malefatte di loro connazionali in Italia destano allarme in tutta la Penisola, così come soffrono quando sentono parlare delle varie forme di sfruttamento e di mercificazione con cui tante immigrate e immigrati vengono trattati. Come se fossero "cose" e non "persone". Penso anche che secondo Mihaela (lo penso anche se non mi va di parlarle di queste cose tristi) il governo della Romania farebbe bene a tenerseli in casa propria, anziché sguinzagliati e in giro per il mondo, i criminali romeni incalliti. Nel frattempo, lo stato italiano svuota le proprie carceri, rimettendo in giro gente pericolosa anziché assicurarne la rieducazione in luoghi e tempi tali da garantire la sicurezza civica.
Penso che Mihaela è come una delle tante italiane e dei tanti italiani appena emigrati nella Germania della seconda metà del secolo XX o negli Stati Uniti tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento. Come quei tanti italiani e siciliani che hanno avuto, e hanno ancora oggi, bisogno di molto tempo per superare ostacoli in apparenza insormontabili quali i pregiudizi, la diffidenza, le umiliazioni da parte della società indigena in cui hanno cercato di inserirsi in senso produttivo.
Mihaela si è innamorata della Sicilia. Si rivolge alla cassiera del negozio pronunziando anche qualche parola in dialetto siciliano, in tono confidenziale. Forse grazie anche a lei, il nostro patrimonio linguistico locale non andrà perduto del tutto. E forse, siamo soltanto all'inizio di uno scambio interculturale che potrà arricchirci reciprocamente, sul piano morale e su quello materiale. Perché, se abbiamo la fortuna di interagire con persone costruttive e aperte al dialogo, ci rendiamo conto che i confini che separano i nostri popoli ci sono soltanto nelle carte geopolitiche e nella mente che questi confini li vuole mantenere.
Massimo Provenza

2 commenti:

  1. ho letto quello che hai scritto sono rumena pure io emi chiamo mihaela sono contenta di aver trovato qualcosa bella sul di noi.la gente giudica senza aver idea.non voglio chiamarvi razzisti ma e cosi siamo bravi e cattivi come qua ce gente buona ce gente cattiva che ci sfruttano.pero ti dico una cosa nel mio paese i stranier e gli italiani sono tratatti uguale.io sono venuta qua per lavoro ma ho trovato bene epurre il male.alla fine siamo esseri umani..nessuno e perfetto.cmq grazie e complimanti

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  2. Ciao Mihaela, grazie a te. Siamo tutti esseri umani. Mi rendo conto che comunque ci sono molte complessità che rendono difficile la convivenza, ma questo succede anche tra connazionali che si ritengono civili, ricchi e progrediti.
    Io non ti conosco. Ma mi pare di capire che tu credi nei valori del reciproco rispetto, del lavoro produttivo, del dialogo e della fratellanza. Ti auguro una vita serena. Ciao.

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Benvenuti a bordo del mio blog. Qui trovate alcune mie riflessioni, immagini, appunti e spunti su cui potete intervenire in qualsiasi momento esprimendo il vostro parere o le vostre critiche costruttive. Sono un giornalista professionista. Scrivo per il Giornale di Sicilia, in qualità di corrispondente dalla zona di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi Segesta, spaziando dalla cronaca allo sport e alle foto. Laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Giornalismo), sono iscritto all'Albo dei giornalisti professionisti dal 2006. Mi piacerebbe scambiare opinioni con chi visita questo blog, fare nuove conoscenze e intraprendere collaborazioni anche con altre realtà che operano nel mondo dell'informazione, purché sia autorevole e non strumentalizzata. Chi vuole può contattarmi su Facebook o telefonarmi al 3355735207 (ma non rispondo agli anonimi o cosiddetti "numeri privati") oppure inviarmi un messaggio al mio indirizzo di posta elettronica: massimoprovenza@email.it

cenni sulle mie esperienze giornalistiche

Il mio primo articolo su un giornale apparve il 13 dicembre 1997: rubrica Cronaca in classe, Giornale di Sicilia, argomento la riqualificazione di una villa pubblica in piazza Pittore Renda ad Alcamo. Il 29 ottobre 1998 mi telefonarono dalla segreteria dell'Università degli Studi di Palermo per comunicarmi di essermi classificato 33esimo (150 i posti disponibili) nella prova di selezione tra gli oltre mille aspiranti all'iscrizione al corso di laurea in Scienze della comunicazione. Nel frattempo, diversi articoli sul mensile alcamese Il Bonifato e poi qualcuno sul Segestano. Dal 2002 la mia attività di praticantato giornalistico. Dall'ottobre 2005 faccio il corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia, sul quale del resto avevo già in precedenza pubblicato alcuni brevi articoli. E' infatti a partire da quel periodo che, dopo essermi laureato nel luglio 2005, mi è stato richiesto di fare le cronache delle partite di calcio dell'Alcamo. Intanto il 20 luglio di quell'anno avevo conseguito il titolo accademico in Scienze della comunicazione, dopo aver completato il tirocinio per l'abilitazione professionale. Un paio di mesi dedicati a prepararmi per l'esame di abilitazione professionale, riflettendo anche sulla possibilità di dare un seguito alla collaborazione avviata durante gli stage nei mesi precedenti a Palermo con l'Ansa, Tgs e il quotidiano La Sicilia, senza trascurare quella di collaborare per la cronaca della provincia di Trapani. Poi una chiamata dalla redazione trapanese del Giornale di Sicilia per mettermi in prova come corrispondente per il calcio. Una delle mie passioni. Non potevo rinunciare. Intanto, il 31 ottobre 2005 ho sostenuto a Roma l'esame scritto (con macchina da scrivere, obbligatoria...) per diventare giornalista professionista, poi la prova orale il 23 febbraio 2006 ricevendo dalla commissione nazionale lusinghieri riconoscimenti per i miei elaborati del 31 ottobre, valutati tra i migliori su un migliaio di partecipanti.
Cliccando qui trovate i miei articoli e servizi per Ateneonline, la testata giornalistica dell'Università di Palermo, realizzati tra il novembre 2002 e l'ottobre 2004. Ho anche collaborato per il mensile Regione Mediterranea, pubblicando alcune inchieste. Il mio primo stage bimestrale l'ho svolto alla redazione palermitana de La Sicilia, con una ventina di articoli firmati. Poi, altri due mesi alla redazione televisiva di Tgs. E, infine, all'Ansa con diversi lanci di agenzia. Esperienze, insomma, molto formative sul piano professionale. Come corrispondente da Alcamo per il Giornale di Sicilia finora ho avuto la possibilità di cimentarmi su vari argomenti, dallo sport alla cronaca bianca e nera, e su cui ho pubblicato migliaia di pezzi principalmente su Alcamo, Castellammare del Golfo, Calatafimi Segesta. Collaboro all'occorrenza anche con l'agenzia di stampa ItaliaMedia. Dal 2007 collaboro anche con la Publikompass per la stesura di testi redazionali da pubblicare sul Giornale di Sicilia. Nel marzo 2009 ho iniziato a pubblicare su un canale You Tube alcune mie interviste filmate, nella prospettiva di inserirle in un nuovo webmagazine che è in fase di progettazione e che sarà da me diretto. Dall'ottobre 2009, proprio a tal proposito, è attivo AlcaMondoBlog, un esperimento di giornalismo partecipativo.

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