
Quattro cifre: 2,0,0 e 7. Le prime tre rimangono al proprio posto. Arriva l'8. E siamo nel 2008, secondo il calendario gregoriano in uso nel mondo occidentale. E' probabile che Gesù Cristo in realtà sia nato 2012 o forse 2015 anni fa, e che quindi ci sia un errore nei calcoli effettuati nel sesto secolo dopo Cristo dal monaco scita Dionigi il Piccolo (Dionysius Exiguus, il quale viveva a Roma e nel 525, in base alle indicazioni dei Vangeli e della tradizione, collocò la nascita del Salvatore all'anno 754 ab Urbe condita). Di sicuro è un errore considerare l'anno zero, perché l'anno di nascita di Gesù è l'anno 1 dopo Cristo: all'epoca in cui visse Dionigi, lo zero non era conosciuto in Europa.
Il 2007 se ne va. Per me è stato un anno di intensa attività professionale, un anno di lavoro per informare: per il Giornale di Sicilia mi sono occupato delle elezioni amministrative comunali ad Alcamo, di tanta, tanta cronaca, di sport, ho raccontato momenti di vita, vita in tutte le sue sfaccettature, comprese purtroppo quelle più dolorose, ma anche tante belle notizie hanno trovato spazio. Il 2007 se ne va mentre i giornali e i tg parlano di Benazir Bhutto assassinata, parlano di un'Italia depressa, di giovani allo sbando, di precariato asfissiante, ma anche di colpi importanti inferti alla criminalità organizzata in questa Sicilia da dove tanti, troppi giovani scappano, cercano lavoro lontano dalla terra in cui sono nati, lasciandola immersa nei suoi problemi di cui cambia col passare dei secoli la forma non la sostanza. E del resto, l'Italia, sempre più zimbello d'Europa, rimane ancora un Paese suddito: nell'Ottocento furono scacciati austriaci, borboni, la Chiesa rinunciò al suo Stato che si estendeva su tutta la parte centrale della penisola, si creò una nazione italiana, una nazione sempre più malata a causa di quell'infezione ancora non sanata che è il divario tra nord e sud. Poi le due guerre mondiali portarono distruzione e morte, mentre il fascismo non produsse ciò che gli italiani si aspettavano, ostacolò il libero confronto di idee e quindi lo scambio culturale, anche se la storia insegna che il prefetto Cesare Mori si oppose energicamente all'illegalità in Sicilia. Seconda guerra mondiale, prima repubblica, sessant'anni di ascesa e caduta. L'Italia dipende tuttora dagli Stati Uniti, dalla Russia, dalla Francia, dalla Germania, da questa e quell'altra nazione perché non è ancora capace di creare da sé lo sviluppo utilizzando al meglio le proprie risorse culturali ed energetiche: sul settore della valorizzazione dell'energia alternativa, entro i limiti dell'ecocompatibilità, c'è tanto da lavorare, le prospettive occupazionali ci sono ma si va avanti molto lentamente, con un governo italiano in costante affanno, in crisi perenne. E' un Paese suddito, l'Italia. Depresso, si euforizza non appena la Nazionale di calcio, dopo 24 anni, riconquista il mondo e dopo un anno si qualifica per gli Europei, mentre per il Milan è apoteosi intercontinentale. Calciopoli, cronaca nera, scandali, scarcerazioni facili, soprusi, truffaldini e furbacchioni che diventano personaggi, tivù spazzatura, giovani senza bussola, adulti più confusi di loro: questa è l'Italia.
C'è ancora qualche sognatore che si concede di riporre speranze nel cassetto del 2008 . Un cassetto che sta per aprirsi: forse non ne usciranno desideri esauditi né sogni realizzati, forse qualcosa cambierà, qualcosa migliorerà e qualcos'altro peggiorerà. Migliaia di giornalisti italiani continueranno a scioperare perché il contratto o l'aumento della paga "da fame" rimangono un miraggio, e continueranno ad informare, come faccio io, perché amano sempre di più fare questo mestiere, perché credono in quello che fanno, al di là del trattamento che viene loro riservato da un mondo dove la gratitudine e il riconoscimento dell'attività professionale sono soltanto parole.
Massimo Provenza