Pubblico qui una parte dell'articolo che uscirà domani sul Giornale di Sicilia, riguardante l'incontro di stamane organizzato da "Libera" a Calatafimi-Segesta tra il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso (nella foto a lato) e gli studenti delle scuole superiori di tutta la provincia di Trapani, per l'assegnazione del Premio giornalistico scolastico "Mauro Rostagno" (nella foto in basso, Grasso con Margherita Asta di "Libera").* * *
CALATAFIMI-SEGESTA. “L’operare criminale si fa più sottile e intangibile. Quanto è labile il confine tra “favoreggiamento” e “innocente amicizia”? Per quale motivo le istituzioni non si mobilitano per riutilizzare in tempi brevi i beni immobili confiscati alla mafia? In che modo si può sradicare il familismo amorale, cioè quell’atteggiamento cinico ed egoistico che mira soltanto al perseguimento del proprio interesse a discapito del bene della collettività?”. Si sviluppa, in sintesi, su questi punti, l’intervista vincitrice ieri del Primo concorso provinciale di giornalismo scolastico “Mauro Rostagno”, organizzato dal coordinamento provinciale di “Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, sul tema “Lotta alle mafie e società responsabile. Luci e ombre sulla strada percorsa e su quella da percorrere”. All’evento hanno partecipato ieri mattina oltre cinquecento tra studenti, docenti, rappresentanti delle istituzioni e cittadini vari, che hanno incontrato il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso al Cine Teatro Alhambra. Alla fine, una giuria presieduta dal giornalista Roberto Morrione e composta dagli altri cronisti Lirio Abbate, Rino Giacalone, Francesco La Licata e Giorgio Santelli, ha individuato l’istituto che ha prodotto la più incisiva intervista a Grasso. Si tratta del magistrale alcamese “Vito Fazio Allmayer”, su un totale di 17 scuole partecipanti tra Alcamo, Mazara del Vallo, Erice, Castelvetrano, Trapani, Marsala e Partanna, e tre di queste selezionate per rivolgergli in pubblico i quesiti.
“Il rapporto tra la mafia, la politica, l’economia è di reciproca dipendenza – ha spiegato Grasso - e si fonda soprattutto sul clientelismo e appunto sul familismo amorale, sulla capacità dei cosiddetti “colletti bianchi” di “ripulire” il denaro sporco immettendolo in canali finanziari che si confondono con altri, sull’indurre imprenditori e commercianti a pagare il pizzo in cambio di una “protezione” che in realtà non è protezione da un pericolo esterno alla mafia bensì dalla violenza della mafia stessa, e su molteplici forme di sfruttamento, dal traffico di droga e di armi a quello di esseri umani e alle ecomafie. La natura umana purtroppo è fatta così - ha osservato realisticamente Grasso, senza però escludere la necessità di sperare e agire per migliorare la qualità dell'essere e della convivenza sociale -, e certi retaggi si perpetuano nel corso dei millenni: basti pensare a ciò che avveniva ai tempi di Verre (governatore della Sicilia in piena epoca dell’impero romano,
ndr), ben oltre venti secoli addietro”. Nel corso della conferenza, sono state affrontate anche altre spinose e attualissime questioni: i limiti nella facoltà di indagare sulla base di intercettazioni, l’imbavagliamento della stampa, il delicato equilibrio tra possibilità di utilizzo di certe informazioni da parte dei cronisti e inquinamento delle indagini.
Il dibattito è stato moderato da Norma Ferrara di “Libera Informazione”, con gli interventi di Margherita Asta (figlia di Barbara Rizzo Asta che assieme ai due figlioletti gemelli Salvatore e Giuseppe trovò la morte nell'attentato al giudice Carlo Palermo il 2 aprile 1985 a Pizzolungo) e Vito D’Angelo, rispettivamente coordinatrice provinciale e referente del presidio calatafimese di

“Libera”, e di vari rappresentanti delle amministrazioni comunali e provinciale. “Su 49 istituti superiori di tutto il Trapanese – ha detto D’Angelo – ci sono giunti 311 messaggi di posta elettronica e diverse telefonate. Siamo rimasti colpiti nell’apprendere che una scuola, a causa di indisponibilità economiche per organizzare il viaggio in autobus, non ha avuto la possibilità di venire qui a Calatafimi. Ciò significa che, se non si sostiene la scuola, non si va da nessuna parte. Che cosa possono sperare i giovani, se già tra i banchi di scuola avvertono questo clima di indifferenza e se la voglia di cambiare rimane soltanto retorica?”
Massimo Provenza
L’arma più seria contro il malaffare è la Trasparenza , lo sapeva bene il nostro sindaco Bresciani in campagna elettorale. Ci diceva che la sua forza sarebbe stata la “trasparenza” e ora siamo costretti a presentare petizioni per invocare diritti sacrosanti che altri sindaci non ci hanno mai dato e lui si guarda bene dall’interrompere la tradizione.
RispondiEliminaLe scrive un elettore di Bresciani, un sostenitore sfegatato che aveva creduto nel cambiamento, che credeva veramente che lui sarebbe stato in nostro “Ferrara prima maniera”, che vorrebbe credere ancora di non avere sbagliato.
Le scrive anche una persona un po’ delusa dal fatto che dai Blog di Castellammare Lei abbia notato le lodevoli proposte di due cittadini con la “C” maiuscola in merito alle navette e ad altre problematiche importanti ma le sia totalmente sfuggito il mio giovane Blog (http://mettiamolasulpiatto.blogspot.com/) che comunque in questo periodo viene richiamato anche dagli stessi Blog su cui erano postate le proposte da lei riportate per una iniziativa di “Trasparenza”.
Sia chiaro che ognuno può notare le cose che vuole ma io comincio a pensare di essere un folle visionario:
- i colleghi professionisti non intervengono;
- la politica tace;
- i cittadini rimangono nella loro apatia;
- l’Amministrazione non reagisce nemmeno alle richieste specifiche inoltrate personalmente sul tema della trasparenza e diritto di accesso agli uffici arbitrariamente chiusi;
Sinceramente quando l’effetto dell’iniezione di fiducia di pochi sostenitori si attenua rimane l’amaro in bocca e il dubbio di combattere per la soluzione di un problema che non esiste.
Saluti
Ing. Martino Di Benedetto
dibenedetto.martino@libero.it
Ingegner Di Benedetto, lei può intervenire contattandomi in qualsiasi momento per sue segnalazioni, che saranno vagliate dalla Redazione del Giornale di Sicilia per eventualmente essere pubblicate. Per essere sincero, avevo già notato un suo intervento su internet in merito alle disfunzioni e all'inefficienza dell'Ufficio tecnico comunale di Castellammare, e del resto mi ero riproposto di provare a contattarla per un nuovo articolo sul Giornale di Sicilia, ma è anche vero che in questi giorni c'è la nomina di otto tecnici che andranno a rimpinguare il personale dell'Utc. Su questo mio blog trova i miei recapiti: preferisco che siano i lettori a farsi sentire rivolgendosi a noi giornalisti, anziché dover documentarmi (senza ulteriori riscontri) soltanto sui blog, che purtroppo non sempre sono contenitori di informazioni tendenti all'imparzialità, ma talvolta invece si prestano a strumentalizzazioni di carattere politico e quindi mezzi di propaganda. Questa, tengo a precisarlo, è una mia considerazione di carattere generale, e non mi riferisco al suo blog in particolare. Grazie e a presto.
RispondiEliminaCaro Massimo, condivido in pieno quanto da te scritto sopra. Rispondo qui proprio per la stima che nutro nei tuoi confronti perchè sono molto restia ad utilizzare i blog. Secondo alcuni, infatti, il lavoro del giornalista si sarebbe ridotto a "documentarsi" girando sulla rete a guardare cosa viene postato sui blog come se fossero fonti giornalistiche attendibili, quasi alla stregua di agenzie come l'Ansa o l'Agi.C'è anche chi taccia di "arroganza" il giornalista che non accetta provocazioni e non prende spunto dai blog per scrivere articoli. Sono pienamente d'accordo con te sul fatto che se qualcuno vuole contattare un giornalista ha tutti gli strumenti per farlo. Il mestiere è sempre quello: al servizio del lettore che si rivolge "personalmente" al giornalista per fare presnete problemi, idee, opinioni. Alcune prese di posizione sono, come è ovvio, solamente strumentali. Addirittura snaturare il mestiere riducendolo ad una semplice ricerca su internet mi sembra un po' troppo. Io sono sempre per la vecchia scuola: meglio scendere in piazza, ascoltare, parlare, raccogliere segnalazioni, vagliarle, appurarle. E poi: unn giornalista è sempre pronto a rispondere al telefono ed il suo numero, è di pubblcio dominio soprattutto in piccole realtà come le nostre. Vero caro Massimo? Con l'affetto di sempre
RispondiEliminaAnnalisa Ferrante
Non so se Annalisa Ferrante stia riferendosi al mio intervento ma nel dubbio, visto che si mantiene sul generale ma affonda la lama, desidererei fare alcune considerazioni:
RispondiElimina- il lavoro del giornalista non può e non deve ridursi a riportare quello che i blog dicono ma nessuno vieta che servano da spunto per approfondire e verificare un evento. Da sempre il giornalista raccoglie sussurri per le strade della città per trarne spunti di indagine, oggi c’è una non trascurabile strada in più e cioè quella dei blog che rappresentano l’esercizio della massima democrazia possibile e in quest’ambito ciascuno risponde delle cose che dice difendendole e dimostrandone la validità;
- sarebbe interessante che portasse un solo esempio di persone che hanno tacciato di “arroganza” i giornalisti che non prendono spunti dai blog (questa accusa mi sembra gratuita e infondata fino a prova contraria). Se poi si riferisse a me le preciso che io ho accusato l’Amministrazione di “arroganza” e non i giornalisti;
- sempre se non ho capito male, si legge fra le righe una velata accusa di aver scelto il modo sbagliato per contattare un giornalista, come se io avessi voluto pubblicizzare il mio intervento in modo strumentale. A tale proposito, se fosse giusta la mia impressione, le faccio notare che ho solo seguito le indicazioni contenute su questo blog per contattare il suo amministratore sapendo che il commento non sarebbe stato pubblicato se non dopo il consenso di questo. Non contavo sulla pubblicazione che fra l’altro non è proprio strettamente pertinente all’argomento principale ma solo ad un contatto con il giornalista.
Mi pare che il commento di A. Ferrante non abbia altro significato che di sterile critica senza apporti positivi e cioè “non parliamo dei fatti ma di tutto il contorno cercando di alzare polveroni e far dimenticare il fatto stesso”. Berlusconi docet.
Per andare ai fatti:
- le mie lamentele non si riferiscono alla carenza di personale sarebbe stupido da parte mia accusare il sindaco di queste carenze;
- la cosa assurda è la mancanza di procedure codificate, lente ma inesorabili ed oggettive, quello che in una sola parola si definisce “trasparenza” che impedisce che si concluda una pratica piuttosto che altre;
- la cosa assurda è impedire ad alcuni cittadini e professionisti di accedere all’ufficio tecnico con provvedimenti illegali e arbitrari;
- la cosa insopportabile è ostinarsi a non volere applicare una legge che impone il rilascio di una certificazione che non viene mai rilasciata nemmeno ad esplicita richiesta in bollo.
Se non è arroganza questa!!
Sfido chiunque ad argomentare sul fatto che io possa avere interesse a strumentalizzare per qualsivoglia motivo queste carenze inconfutabili e dimostrabilissime.
Cordialmente
Ing. M. Di Benedetto
Chiedo scusa all'amico Massimo se approfitto ancora del suo spazio per rispondere ma prometto che non mi dilungherò ulteriormente. Ing Di Benedetto, la ringrazio per la sua lezione di giornalismo. D'altronde lei si è già più volte permesso di dirmi quello che dovrei fare e non fare. La polemica non mi interessa, soprattutto in questo blog amico. Lei si ostina a voler parlare con i giornalisti, e non solo, tramite i blog. Sono le sue argomentazioni ad essere oramai sterili. Cosa la preoccupa di un incontro faccia a faccia o di una serena, e civile(si spera) discussione al telefono? In fondo che lei sia onniscente è oramai chiaro...
RispondiEliminaSaluti
Annalisa Ferrante (annalisaferrante@tiscali.it)
Non c'è di che scusarsi, cara Annalisa. In questo blog s'intende dare spazio a riflessioni, discussioni, critiche che possono anche essere fatte con toni aspri ma senza esagerare. Le critiche distruttive non servono a crescere. Io propendo per il confronto costruttivo. Sono d'accordo con Annalisa nell'affermare che sarebbe più opportuno che l'ingegner Di Benedetto si faccia sentire per telefono o comunque ci invii una lettera firmata. Per il resto, invito tutti a mantenere la calma e a rimanere nel tema di ciascun post che io pubblico ;)
RispondiEliminaOK, siamo ospiti e dobbiamo chiudere. Le mie considerazioni continuerò a farle sul mio blog personale. Ma devo dire per bilanciare il veleno schizzato dalla mia “imparziale” interlocutrice che io non ho mai rifuggito gli incontri faccia a faccia. Le risulta che qualcuno me li abbia proposti? E’ da un mese che aspetto che qualcuno mi chiami “faccia a faccia”, ma fra i miei possibili interlocutori non ci può essere certamente Lei che non agisce più da giornalista ma solo da “portavoce” del Sindaco. Non credo che esista compatibilità fra le due cose.
RispondiEliminaIn ogni caso non capisco cosa abbia di meno dignitoso un “post” firmato rispetto ad una telefonata o una lettera firmata. Una lettera firmata l’ho già mandata questa mattina al Sindaco Bresciani, come altre due 15 giorni or sono. Non ho paura di firmare e di mettere la mia faccia in questa storia perché ho ragione e difendo i miei diritti.
In merito alla “onniscienza” sarebbe già degradante per me rispondere. All’offesa si può rispondere solo con la commiserazione.
Scusate del rumore.
Ing. Di Benedetto
Ingegner Di Benedetto, lasciamo stare i veleni e le provocazioni. Lei non è onnisciente, va bene. Ma adesso io le domando: pur svolgendo io l'attività di giornalista e non essendo questa condizione necessaria e sufficiente per essere io onnisciente e quindi conoscere tutto quello che lei dice o scrive in qualsiasi momento, le sembra un'eresia che un giornalista domandi ai cittadini maggiore collaborazione? Da questo momento conosco anche il suo blog, ma i giornalisti onniscienti secondo me non esistono. Noi cronisti ci rivolgiamo ai nostri concittadini, ma anche i concittadini possono fare altrettanto.. Spero che sia chiaro una volta per tutte almeno questo punto.
RispondiEliminaComplimenti per il Blog che ho scoperto di recente, spero, anzi sono sicuro della tua imparzialità e non ti farai coinvolgere dalle polemiche che non sono gratificanti per nessuno, certo quando si entra in polemica come l'ing. Di Benedetto e la portavoce del sindaco Annalisa Ferrante non si riesce a dare un contributo alla verità e realtà delle cose che succedono a C\mare a livello amministrativo. Per appurare la verità basterebbe fare alcune interviste ai sostenitori del sindaco e alla controparte per vedere come stanno realmente le cose. Tanti auguri per la tua carriera di giornalista.
RispondiEliminaGrazie per i complimenti e per gli auguri. Tengo a sottolineare che un cronista autoreferenziale non sarà mai un bravo giornalista. La collaborazione di chi mi circonda, soprattutto i giovani come me, è fondamentale per rendere il mio servizio.
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