ALCAMO. (*mapr*) Numerose persone, tra familiari e conoscenti degli arrestati nell'operazione di ieri, oltre naturalmente alla stampa, ai fotografi e agli operatori televisivi. Si è presentata così, in una tranquilla mattina assolata di un lunedì di fine ottobre, ovvero ieri intorno alle 9,30, piazza Garibaldi, di fronte alla caserma dei Carabinieri, così come piazza Libertà davanti al Commissariato di Pubblica sicurezza. Ormai la voce si andava spargendo in tutta la città. E cioè che la reggenza di cosa nostra alcamese ha subìto un duro colpo dalle Forze dell'Ordine. Il blitz è scattato nottetempo, tra le 2 e le 2,30. Nessuno tra tutti i nove finiti in manette ha opposto resistenza sia ai militari che ai poliziotti. Fino alle 9 poche persone sostavano nella piazza antistante la caserma. Ma nel giro della successiva mezz'ora, lo spazio verde e le strade attorno si sono riempiti di gente: i familiari in prima fila davanti alla caserma, tutti gli altri dietro e sui marciapiedi in corso dei Mille. Parecchi volti tirati, tutti rivolti verso il portone d'ingresso dell'edificio militare. Altri invece sorridenti. In attesa degli sviluppi delle indagini relative a quest'operazione antimafia portata avanti con un'attività congiunta da parte dei militari dell'Arma e da parte della Polizia. Un'atmosfera che è sembrata fare ritornare indietro di alcuni anni. Perché ad Alcamo, dopo circa un decennio di calma apparente e dietro il finto aspetto di territorio tranquillo, regno della legalità a parole, si nasconderebbe sempre il boss sconosciuto e conosciuto al tempo stesso, ma che tutti avrebbero paura di denunciare. Si nasconderebbe il malaffare, si nasconderebbero gli imbrogli intessuti agli alti livelli della politica, a danno degli onesti cittadini lavoratori, che vorrebbero tanto denunciare ma non ne hanno il coraggio perché altrimenti rischiano di finire con le ossa rotte ad opera dei mafiosi. Malavita, politica, ricatti, estorsioni: le indagini di Polizia e Carabinieri al momento parlano chiaro, in attesa di fare maggiore chiarezza su questi presunti intrecci. Ore 10. Dentro la caserma ci sono quattro degli arrestati. Fuori, altrettante volanti, assieme ad altre parcheggiate una dietro all'altra in attesa di sgommare con le sirene spiegate verso il Commissariato di Pubblica sicurezza, dove stazionano con parenti e conoscenti gli altri destinatari delle misure di custodia cautelare. E dal Commissariato verso Palermo, dove le porte del carcere li attendono. Alle 10,30 ecco spalancarsi il portone della caserma. Flash e teleobiettivi immortalano il momento in cui gli arrestati vengono condotti a bordo delle volanti. Si va al Commissariato. Scena analoga lì, in piazza Libertà. Familiari e amici degli arrestati salutano i loro cari che stanno per essere trasportati a Palermo. Li salutano sorridendo, "fiduciosi nella giustizia". La gente perbene elogia l'operato delle Forze dell'Ordine. Appena un mese fa, i carabinieri avevano concretizzato la vasta operazione antidroga denominata "Piazza Pulita". Un'indagine complessa di cui non si escludono ulteriori e clamorosi sviluppi.
Massimo Provenza
(cfr. l'edizione odierna di Trapani del Giornale di Sicilia)
Massimo Provenza
(cfr. l'edizione odierna di Trapani del Giornale di Sicilia)